lunedì 7 giugno 2010

Un pensiero per mio padre.



Ricordare e condividere la memoria per allentare la morsa delle distanze. Per questo ho pensato di inventarmi un modo per rendere omaggio a mio padre, per il primo anniversario della sua morte. Volevo fosse qualcosa di più emotivo e partecipato rispetto alla freddezza delle funzioni ecclesiastiche, che recepisco come vuoti rituali privi di essenza, che hanno senso solo per chi ci crede.

Realizzare questo piccolo video-collage di tre minuti appena, mi è costato del tempo, degli esperimenti, e mi è piaciuto farlo perché è stato un modo per rielaborare dati ed imparare qualche nozione di un nuovo linguaggio, come sempre in modalità "mi insegno da sola". Autodidatta si nasce, mi sa.
Queste foto non includono tutte le persone della mia famiglia, ma non era possibile incrociare tutti gli elementi. Vero anche che non si tratta di un album dei ricordi, ma è il ricordo di una storia che riguarda tutti noi e che ho volutamente conservato al passato prossimo e remoto, cioè ad una dimensione temporale in cui le foto si facevano dal fotografo, oppure quando lo zio veniva a casa, e poi si mandavano "all'estero", come cartoline, per raccontare a qualcuno come erano fatti i suoi figli.

Anni luce rispetto alla generazione facebook-Ryan Air, ma allora era così: La scarpa era uno dei mezzi più usati per le brevi distanze, e per le altre ci si spostava in treno o in nave, e visti i prezzi non trascurabili, si partiva per lunghi periodi. Nel frattempo, si comunicava per lettera e tramite cartoline…a tal proposito ho aggiunto il retro di una di queste foto, perché la grafia, soprattutto a distanza di anni, acquisisce un valore emozionale che la carta stampata e la moderna tecnologia si possono sognare. Anche le foto a colori sono molto datate. L’unica recente è quella di mio padre con una delle mie nipoti, e l’ho aggiunta perché è una delle ultime foto in cui si intuiva che qualcosa di definitivo iniziava il suo corso, però potevamo ancora pensare che fosse solo una nostra impressione.

Erano i mesi del terremoto all'Aquila, pensavamo fosse una forma di stress, ma forse si era capito che era altro.

L’inizio del video insistite su uno scenario, che è quello che ho visto dalla terrazza di casa per i primi 18 anni della mia vita, ogni mattino, ogni pomeriggio, ogni sera, ad ogni condizione climatica. Non conosco un posto migliore per vedere le stelle. Ce ne sono miliardi di notte, perché la luce artificiale è molto più tenue che in città. Detto questo, che fosse estate, inverno o anche primavera, tutto sembrava eternamente immobile e noiosamente statico davanti ai miei occhi di giovane “problematica” ed estremamente impaziente di vita e quelle nuvole girovaghe e bellissime le ho spesso invidiate, finché un giorno ho seguito il loro esempio ed ho fatto le valigie. Come succede per tutte le cose, sono le distanze fisiche e temporali che alla fine permettono “la pace”, o anche solo l'inevitabile accettazione.
Le montagne le ho vissute per anni come muri che mi separavano dal mondo, ma alla fine sono diventate nient’altro che il mio passato. Non tornerò a vivere in quel posto, ma ora le posso sopportare, e non so mai come spiegare a chi, come me, in quel paese ci è nato e ci vive bene, che la mia non è una forma di snobismo, ma un fatto personale, proveniente da cose che solo io ho vissuto. Arrivo ad invidiare chiunque sia così saggio da saper viver con ciò di cui dispone.

“Nel mio non essere c’è un impossibilità” per citare la frase di un libro che ho molto amato.
Per mio padre quel panorama statico era una parte irrinunciabile di vita. A lui la monotonia del paesaggio non dava noia. Passava ore seduto su una sedia a guardare i monti. Chissà che pensava? Non lo saprò mai. Non era il tipo da mettersi a raccontare i suoi stati d’animo, comunque, sappiamo che gli piaceva, e per questo ora piace di più anche a noi. Gli piaceva anche l’erba, la natura in genere, e per questo ho concluso il video con quelle bellissime spighe verdi. Non c’era intenzione di “pateticità”, solo la descrizione di quel che è stato.

Parlando della morte diceva sempre "Non credo si stia così male! non è mai tornato nessuno"  e lo diceva prima di Vasco Rossi e del suo "quanta gente è convinta che ci sia nell'aldilà chissà cosa, chissà...quanta gente comunque ci sarà che si accontenterà".

Adesso mi capita di chiedermi  che cosa sia diventato nel frattempo, se sono io a sbagliare con questo razionale cinismo così radicato, o se hanno ragione quelli che guardando in cielo lo vedono popolato di anime beate.

Brian Eno,“By this river” perché niente altro può raccontare come mi sento di fronte alla morte. 

Ho smesso da un po’ di pensare al futuro come se fosse un fatto logico e dovuto. Apprezzo oggi, ora, questo secondo, perché nel bene o nel male me lo sento addosso. Ieri e domani, sono il male eterno di troppi di noi, senza contare tutte le regolette di morale (quasi sempre falsa e di comodo) che ci cuciamo addosso ogni giorno, neanche vivessimo per sempre… quello che voglio per me è un’altra prospettiva, un po’ come Novecento, il personaggio di Baricco che dopo una vita vissuta in una nave ha pensato bene di scendere per sentire la voce del mare, per guardarlo da lontano… il mare è sempre il mare, ma abitarci sopra e guardarlo da lontano sono due cose diverse, e bisogna essere idioti per non capirlo.

Il testo della canzone in Italiano:

Da questo fiume
siamo qui,
bloccati da questo fiume
tu ed io
sotto un cielo che sta precipitando giù,
che da sempre precipita giù.

Il giorno trascorre come fossimo di fronte ad un oceano
aspettando qui,
senza riuscire a ricordare perché siamo venuti,
mi chiedo “perché siamo venuti?”

Mi parli come se fossi distante
e io ti rispondo
con un tono che appartiene ad un tempo lontano,
ad un tempo lontano.



BY THIS RIVER
Here we are
Stuck by this river,
You and I
Underneath a sky that's ever falling down, down, down
Ever falling down.

Through the day As if on an ocean
Waiting here,
Always failing to remember why we came, came, came:
I wonder why we came.

You talk to me as if from a distance
And I reply
With impressions chosen from another time, time, time,
From another time.


1 commento:

  1. . . . . F a n t a s t i c a L u i s a . . . .

    Un grande abbraccio, di cuore.
    Luca

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