sabato 8 settembre 2012

Lampedusa

Tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore?


Ieri, così come oggi, a riempire la bocca di giornalisti e opinionisti c'è la questione 5 stelle. Che c'entra con Lampedusa? Niente. Più che altro, è Lampedusa che non riesce ad entrare nel centro della discussione, e questo dispiace. Le anime che galleggiano sotto le sua acque stanno diventando una sconfinata popolazione fantasma. 

I corpi di queste anime non erano europei, e ci teniamo molto a chiarirlo, ma ora riposano - si fa per dire- sotto i nostri fondali. Allora, mi chiedo, di che nazione è adesso la loro anima? Chi se la prende la colpa per tutte quelle morti? 

Quanti erano sta volta? E l'altra volta? 250 se non ricordo male. Poi c'era l'altra volta ancora. Un esercito di disperati in cerca dell'idea che si sono fatti dell'Italia. Giusto un'idea, ma che possono saperne di là dal mare? 

Ogni tanto il Tg mostra una scena che sembra la stessa da decenni. Cambiano i numeri, le etnie, ma il finale è sempre lo stesso... dispersi, affogati, gettati in mare da vivi e da morti, tutti confluiscono in quel limbo che sta fra le illusioni di chi parte verso una vera odissea e chi soccombe prima di vedere la terra promessa. 
E' notte infatti. Non vedono nulla. 

Quando uno muore "Lascia la terra" diciamo noi, ma loro la terra l'avevano lasciata quando si sono imbarcati. 
"Lasciano il mare". Dovremmo dire così? No, perché il mare non lo lasciano più. E' lì che morbidamente si dissolveranno, tornando  alla natura sotto forma di  cibo per pesci. 
Questi sono dell'anno scorso. 250 dispersi, sempre a Lampedusa.
-Link-
Se il limbo esistesse davvero? 
Se le anime incagliate fra la morte e il dopo morte esistessero davvero? Quante urla si sentirebbero lì sotto? C'è qualcuno capace di tradurre quelle lingue e capire cosa ci devono raccontare sulle loro vite andate a male? 

In questo blog siciliano, i dispersi dichiarati sono 60, 19 in meno.
http://agrigento.blogsicilia.it/barcone-naufraga-al-largo-lampedusa-60-i-dispersi/99884/

SETTANTANOVE dispersi in mare.
SETTANTANOVE morti in mare. 

Per fortuna la crisi sta passando. 
Monti l'ha detto: "La ripresa è dentro di noi", quando uno dice, la retorica. Si parla anche di un Monti Bis. Roba che se uno si sente un po' ottimista, può pensare che no, noi non affogheremo come quei poveri disgraziati. L'ottimismo è motivato. Non moriremo di quella morte. E' quasi certo. I nostri mezzi di "Migrazione" sono l'economica Ryanair (per dirne una)  la meno economica Trenitalia o la costosissima macchina a benzina.
Non dico che siamo immuni dal pericolo catastrofe, ma non credo che moriremo sommersi dalle acque, ammassati in gruppi impressionanti di persone su un barcone, diretti in Africa, vestiti di stracci, senza soldi in tasca. Se qualcuno sta pensando a Costa crociere... erano in vacanza. Non è meno grave, ma è molto diverso.

Visto che ho citato la Costa... ci ricordiamo le reazioni? Interviste ai parenti, ai sopravvissuti, al cane e al gatto del vicino. Trasmissioni di ore ed ore sul deplorevole caso. Ci sta. Un po' ci sta. 
Perché allora oggi non vedo lo stesso sul naufragio di Lampedusa? 
Grillo-Monti... ecco le priorità di cronaca. 
Dio ha molti più followers in Africa che da noi, ma sembra voler rafforzare il mito secondo il quale, chi crede in lui viene lasciato solo. 


SETTANTANOVE dispersi vagano sotto i nostri fondali marini. 
Chi sono? 
Come si chiamano? 
Quanti anni hanno? 
Cosa si lasciano alle spalle? 
Cosa cercavano in Italia? 
Che balle gli hanno raccontato su di noi?
Gli scafisti, quanto prossimi sono alla comune idea del "senz'anima"?
Chi li piange questi figli di nessuno? 
La lega non si pronuncia. I tempi sono cambiati. E' tempo di austerity e compostezza, quindi non si può speculare sulla morte di nessuno, anche se si tratta di  extra-comunitari. 

Fa impressione questa foto, ma forse è tempo di guardare in faccia l'umanità
di questi eventi, non fosse altro che per capire che non c'è. 

Mi chiedo spesso "Che direbbe Fabrizio De André se fosse ancora fra noi?" Non lo saprò mai, sebbene, la morte lo interessava quanto la vita. Ne ha parlato spessissimo nelle sue canzoni. Folgorato dalla lettura della celebre "Antologia di Spoon River" di Edgar Lee Masters, ne ha fatto canzone, e ne è nato qualcosa di eccezionale, perché ha un tono molto personale, eppure universale. 


Quelli dormono sulle colline, questi dormono sotto i fondali. 
"Tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore?" 
Finisce così la canzone.
Anche la vita di quelle SETTANTANOVE anime, finisce qui. 

La zattera della Medusa. 
Dipinto di  T. Géricault. 1818-1819
-link di approfondimento-



Dove se n'è andato Elmer
che di febbre si lasciò morire? 
Dov'è Herman bruciato in miniera? 

Dove sono Bert e Tom? 
Il primo ucciso in una rissa
e l'altro che uscì già morto di galera.

E cosa sarà di Charley
che cadde mentre lavorava?
Dal ponte volò, volò sulla strada.

Dormono, dormono sulla collina
Dormono, dormono sulla collina

Dove sono Ella e Kate
morte entrambe per errore
una di aborto, l'altra d'amore? 

...E Maggie? Uccisa in un bordello
dalle carezze di un animale.
...E Edith? Consumata da uno strano male. 

...E Lizzie, che inseguiva la vita
lontano, e da quell'Inghilterra
fu riportata in questo palmo di terra? 

Dormono, dormono sulla collina
Dormono, dormono sulla collina

Dove sono i generali
che si fregiarono nelle battaglie
con cimiteri di croci sul petto? 

Dove i figli della guerra
partiti per un ideale
per una truffa, per un amore finito male? 

Hanno rimandato a casa 
le loro spoglie nelle bandiere
legate strette, perché sembrassero intere.

Dormono, dormono sulla collina
Dormono, dormono sulla collina

Dov'è Jones il suonatore
che fu sorpreso dai suoi novant'anni
e con la vita avrebbe ancora giocato?


Lui che offrì la faccia al vento
la gola al vino e mai un pensiero
non al denaro, non all'amore, né al cielo.

Lui si, sembra sentirlo
cianciare ancora delle porcate
mangiate in strada nelle ore sbagliate. 

Sembra di sentirlo ancora
dire al mercato di liquore
"Tu che lo vendi, cosa ti compri di migliore?" 
                                                                           Fabrizio De André. 


Ho scritto il pezzo con queste parole nelle orecchie. Non so che effetto fa senza la musica di sottofondo.
A chi vive si deve rispetto, a chi muore si deve uno straccio di verità che, pare, sia il presupposto per la loro pace. A tutti, senza patria inclusi, si deve per lo meno un pensiero, un ricordo. 
Per poco o niente che valga, sono lì sotto, col pensiero almeno. Mi sembra quasi di affogare. 

Luisa. 



2 commenti:

  1. Mi è stato fatto notare che qualcuno sceglie il religioso silenzio e che l'accostamento con una "Canzone" è infelice. A me non risulta. Di silenzio queste storie ne hanno fin troppo, e la canzone non è di Lady Gaga.
    Chiunque si senta offeso, prosegua il suo viaggio verso altri blog, giuro che non mi offendo.

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  2. sono completamente d'accordo con te. su questo naufragio c'è stato un completo silenzio dei media, evidentemente poco interessati alla sorte di questi sventurati. ben venga una riflessione e l'accostamento a De André mi sembra del tutto appropriato.
    o.

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