giovedì 28 marzo 2013

Violata, svelata... e da subito poco amata!



VIOLATA di Floriano Ippoliti

“Violata” è il nome della statua in bronzo che l'artista anconetano, Floriano Ippoliti, ha realizzato per il comune della sua città. L’opera è stata istallata in prossimità dell’uscita della galleria San Martino (Un simbolo?) ed è stata presentata alla cittadinanza lo scorso 26 marzo.

La reazione è stata immediata, netta, prevalentemente femminile ed in sostanza … negativa.  Non credo si abbia da ridire sulle buone intenzioni che c’erano a monte, ma sul modo in cui queste sono state poste in essere.

Qualche dato:
Il valore economico attribuito alla statua è di 17.000 euro.
Il resto del carlino” scrive (nel numero del 27 marzo 2013) che l’importo deriva dalla commissione regionale delle pari opportunità, dal relativo assessorato e da sponsor privati.

Un altro giornale scrive:
“L’opera, realizzata dall’artista anconetano, Floriano Ippoliti è il frutto di una sinergia tra istituzioni regionali, associazioni di donne del territorio, sponsor privati e il Comune di Ancona che ha accettato il dono. Un messaggio forte è giunto alla platea con la proiezione del cortometraggio: ‘Mi chiamo Giulia e ho paura’ promosso dall’Assessorato Pari Opportunità del Comune di Fano, con il forte impegno dell’Assessore Maria Antonia Cucuzza” (Link all'articolo.)


Chi è Floriano Ippoliti?
Leggo dal suo sito( link al sito) che  inizia ad esporre ufficialmente dal 1980 a Bologna.
Cosa lo ha spinto ad occuparsi di un tema così impegnativo?

da "Il resto del carlino" 27/3/2013

Pietà per un caso di stupro-omicidio./Pensiero per sua moglie/ Constatazione che le donne violate sono spesso rappresentate in posa di sconfitta/ Desiderio di ...cambiare il mondo!

Riformulo: Stupro e morte di una donna, che in alcun modo avrebbe potuto rialzarsi, giusto? Poi, logica reazione di empatia, per la defunta, per tutte le donne a cui spetta quel tragico destino, e naturalmente, per la donna che gli è più cara, la moglie. Infine, rifiuto della sconfitta che una “violazione” per definizione comporta e decisione di porre in essere un’opera di natura ottimista. Sottotitolo mancato: “Vincerò”.

Le intenzioni, come ho detto, non le mette in discussione nessuno, ovvero… non io, ma il linguaggio è sbagliato perché nega la fase imprescindibile che segue l’abuso, cioè il senso ultimo della ferita, che comporta dolore, allontanamento dal mondo, rabbia, e poi, solo alla fine, superamento e speranza di tornare ad essere almeno un po’ come prima.

Mi chiedo per quale motivo gli argomenti che riguardano le donne   finiscono sempre in bocca agli uomini. Le leggi di Dio le hanno scritte loro, quelle legali, pure! La morale è tutta al maschile, anche quando a declamarla è una “femmina”. Visto che di simbolo si parla, sarebbe stato molto più efficace se l’opera fosse stata realizzata da una donna. Non che questo avrebbe significato garanzia di una visione più vicina al verosimile, ma sarebbe stato più logico, e anche… 

Nel momento in cui si realizza un’opera, si esprime una visone personale del mondo, e questo è un diritto sacrosanto di ognuno. Può piacere o no, ma va rispettato. Il problema si pone quando l’opera viene imposta in luogo pubblico e a nome di una città intera. Perché "problema"? Perché dovrebbe esserci un concorso aperto a tutti, e poi una commissione specifica dovrebbe scegliere il lavoro più  appropriato e rappresentativo. C’è stato questo bando? Sospetto di no, ma non ho certezze perché nessuno l’ha specificato, quindi mi tengo nel dubbio sperando che qualcuno mi chiarisca questo punto.

Fra le critiche più insistenti:
“E’ brutta”.
Se fosse solo questo non potrebbe bastare. Ai tempi, giudizi di tale natura furono espressi per opere oggi ritenute fondamentali, quindi non può essere questo il punto di partenza. 
A me pare un'immagine molto stereotipata. Prima di leggere il titolo e relative proteste, ho pensato “Tò? La puffetta!” ovvero un cartone animato che, se vogliamo, ha qualcosa di anomalo visto che vive in una tribù di piccoli puffi, in cui lei è la sola donna, ed incarna la somma di ogni possibile luogo comune sulla femmina bellina e moscetta.


Altro dettaglio: Le forme della statua ricordano i manichini dei negozi. Tette a razzo, chiappe sode e sguardo di vetro. Gli stupratori, stando alle cronache, non guardano questo tipo di sottigliezze, quindi anche le più bruttine sono soggetti a rischio.

Qualcuno ha saggiamente previsto un futuro in cui i  ragazzi si fanno le foto toccando le tette della statua, come già succede a Giulietta (Verona). Non mi pare un’ipotesi troppo strampalata. In sostanza: Paradossalmente la statua potrebbe promuovere quel che vorrebbe scongiurare, cioè l’idea di una femmina ridotta ad oggetto sessuale.


La cosa che sopporto veramente a fatica è quella borsetta. Dice l’artista che lei si rialza e subito si riprende la vita in mano, la sua dignità… la sua borsetta. Provo solo ad immaginare una donna che, subito uno stupro, incurante di dolori, lividi, tette e culo al vento, si preoccupa della borsa, oggetto simbolico, come tutto il resto, che rimanda al commercio, al mondo dell'apparire, del superfluo, e la dignità è invece un bene primario, il più importante. 

Che farei al posto di quella donna? Proverei a coprirmi nella speranza di recuperare uno straccio di intimità. Mi trascinerei in un ospedale e mi sentirei in diritto di odiare il mondo. Poi, dopo essermi fatta aiutare, oppure no, proverei a tornare in vita, ma non con l’aria di Giovanna d’Arco, che, sostenuta da Dio, affrontava le fiamme dell’inferno. L’umanità ha molto poco della santità, e per questo la preferisco, ma non è che il mio punto di vista e  come tale va considerato. 

Infine, non trovo offensivo ciò che non mi rappresenta, il problema è che quella statua parla a nome di tante donne che hanno subito violenza o che, in quanto donne, sono esposte al rischio che accada. Se in tante decidono che non  vogliono quell'opera, forse andrebbe tolta. Possibile opzione … togliere il titolo e lasciare l'opera, oppure metterla nel chiuso di un museo dove solo chi vuole, va a vederla. 

Su Facebook è nata una pagina dal titolo "Per la rimozione della statua violata". 

Il fatto buono (ce n’è sempre uno a quanto pare) è che ci si è trovati ad argomentare sulla questione senza che un fatto di cronaca facesse da apripista. Sono emerse posizioni forti e decise, a volte in contrasto fra loro, anche se non banali e sempre educate (visti i tempi ed i toni generali, mi sembra un bel segno di civiltà).
Le motivazioni espresse sono tante, e molte le condivido. 

Ps a posteriori... Non sempre "educate", ma forse, visto il tema era prevedibile. Peccato. Ci speravo. 


LE FORME DELLA VIOLENZA (link) Ecco un esempio di messaggio molto efficace sul tema "violenza". 

2 commenti:

  1. concordo in tutto! e prima di arrivare a questo punto del post "Mi chiedo per quale motivo gli argomenti che riguardano le donne finiscono sempre in bocca agli uomini" me lo ero già chiesto anch'io...
    o.

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  2. Ho scritto che i toni dello "Scanno" sono moderati, ma è durato poco. Forse era prevedibile. Francamente, leggo molte idiozie sull'argomento. Vediamo che succede! :-) Ciao!!

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