venerdì 29 settembre 2017

Nori ospita Frida.

-Arte a parte-

"L’angoscia e il dolore, il piacere e la morte
non sono nient’altro che
 un processo per esistere"
Frida Kahlo. 

Il museo Nori De' Nobili ha ospitato ieri sera, una conferenza tenuta dalla Professoressa Anna Pia Giansanti avente a tema la vita e le opere di Frida Kahlo, pittrice messicana e moglie del noto pittore muralista Diego Rivera.  
Frida è nell'immaginario collettivo, la bizzarra e coloratissima donna messicana coi baffetti ed il monociglio, la donna coi capelli intrecciati sulla testa, con numerosi anelli e collane, le unghie sempre laccate di rosso, la sigaretta e lo sguardo che, ammiccando al fotografo di turno, sembra cosciente del suo destino postumo e chiede con uno sguardo che non ammette replica, di essere vista da chiunque incrocerà i suoi occhi. La sua personalità è talmente dirompente che a volte capita di dimenticare che stesse male. In principio era la moglie dell'artista che si dilettava coi pennelli, presto è diventata l'artista, moglie di Rivera, e non era così logico che accadesse. 
Frida e Diego Rivera. 1931.
In teoria
fa un passo indietro rispetto al marito,
in pratica
precisa che il quadro l'ha dipinto lei. 
L’Europa si accorge di Frida ed inizia ad apprezzarla quando lei è ancora in vita, e molto in questo senso si deve all'interessamento di André Breton, surrealista che, venuto a conoscenza delle sue opere sul finire degli anni trenta, battezza la pittura di Frida come surrealista, anche se lei non pare entusiasta all'idea, e anzi, in occasione della sua mostra a Parigi, voluta dallo stesso Breton, non manca di criticare la decadenza di Parigi e dell'élite artistica e culturale del tempo, che si identifica con l'appellativo di “avanguardia”. Quando Frida muore, nell'aprile del 1954 Breton la ricorda definendola: Una bomba avvolta in nastri di seta” ed è un'immagine molto suggestiva.
Quello che l'acqua mi ha dato. 1939
Uno dei dipinti di Frida più "surrealisti"ma,
come abbiamo detto, lei rifiuta questa etichetta.

Il cinema le ha reso due contributi che forse hanno favorito la “volgarizzazione” di questa esistenza vivissima e travagliata. Il primo nel 1986: “Frida, naturalezza viva” di Paul Leluc, in cui Frida è interpretata da Ofelia Medina, e il secondo nel 2002: “Frida” in cui la pittrice è interpretata dalla nota Salma Hayek. 
Foto di Nickolas Muray
suo amante per un periodo.
http://nickolasmuray.com
“Sono nata con lo scroscio della pioggia battente
e la Morte, la Pelona, mi ha subito sorriso, 
danzando intorno al mio letto. 
Ho vissuto da sepolta ancora in vita, 
prigioniera di un corpo che agognava la morte 
e si aggrappava alla vita”
Frida Kahlo 

Non starò a ripetere ciò che è stato detto nel corso della serata, perché sarebbe un lungo lavoro e forse non è troppo necessario visto che, ridotti ai minimi termini e in forma scritta su un blog, i pensieri della Giansanti risulterebbero forse banalizzati.
Non mancano in giro per il web, svariati modi per avere qualche informazione in materia, allego a tal fine un documentario sulla sua vita ....(Frida Kahlo. Documentario su You Tube)  

La conferenza si è tenuta nel museo Nori De' Nobili, come ho già detto, così a fine serata, parlando con Simona Zava e Annalisa Filonzi, è capitato di riflettere su eventuali elementi che accomunano Frida e Nori, a parte i pennelli. Ci ho pensato un po'... 

Frida e Nori sono figlie del primissimo novecento (1907, Frida, 1902, Nori); sono state pittrici donne quando ancora non era così "legittimo" praticare un mestiere da uomini, e questo valeva per l'entroterra marchigiano così come per il Messico. Entrambe amavano truccarsi e presentare un aspetto impeccabile che, in qualche modo, nascondesse "la ferita" ovvero ciò che non si può vedere ad occhio, se non nell'occhio dell'altro. Hanno scelto entrambe l'autoritratto per raccontare la loro visione dell'arte e della vita. In comune, se dovessi dirlo a parole mie, hanno anche ... il senso ultimo della trappola, però le trappole non sono tutte uguali. 

Nori ha vissuto molta della sua vita in una clinica per persone "diverse", pertanto, il suo sguardo non può che essere quello di una donna reclusa in stanze accessibili solo dall'esterno, i suoi occhi devono cercare punti di fuga nello specchio o fuori dalle finestre, ma è sempre da sola mentre si confronta col tutto. Cerca infatti scappatoie da ambienti claustrofobici passando attraverso la mente che, le è stato detto dalla medicina ufficiale, è il luogo in cui vive il suo disagio, la sua colpa di esistere e di non somigliare agli altri. 
Pallida fronte sotto scura chioma
occhi incavati in espression febbrile
torbido sguardo contro il mondo vile
tragica donna, che non fu mai doma. 
-Frammenti di pensieri 
di Nori De'Nobili-

Frida è rinchiusa nel suo corpo sin dalla nascita, è un corpo che si ostina ad ammalarsi, a rompersi, e siccome il caso non possiede senso del pudore, le è capitato anche un terribile incidente, che ha peggiorato una situazione già  complessa. Frida è stata imprigionata nel suo letto per anni, poi però, a differenza di Nori, è uscita dalla sua stanza, ha incontrato una comunità di intelligenze poco legate alle convenzioni anche se Frida si affeziona molto al concetto di tradizione, inteso come affermazione di identità derivante dalla terra madre, e lo dimostra in molti suoi lavori oltre che tramite gli abiti che indossa. La comunità abbracciata da Frida sceglie l'impegno sociale e lei ne sposa il senso ultimo, che passa per il comunismo, le cui idee spingono l'individuo ad una visione d'insieme, e di ciò risentono la sua arte e la sua vita. 
"Sono molto preoccupata per la mia pittura. Soprattutto voglio trasformarla in qualcosa di utile per il movimento comunista, dato che finora ho dipinto solo l'espressione onesta di me stessa, ben lontana dall'usare la mia pittura per servire il partito. Devo lottare con tutte le mie energie affinché quel poco di positivo che la salute mi consente di fare, sia nella direzione di contribuire alla rivoluzione. La sola vera ragione per vivere" Frida K.

Di solito, parlando di Frida, il discorso si chiude su un'immagine che smuove in me emozioni molto forti, ed è il suo ultimo dipinto. Angurie con su scritto "Viva la vida". Detto da lei, ha un sapore irresistibile. 


Anna Pia Giansanti è una storica dell’arte che ha al seguito più di trent'anni di insegnamento. Si occupa da sempre di didattica dei beni culturali e archeologia.  Insegna discipline storiche, artistiche e letterarie, di creatività e comunicazione nell’arte.
Svolge attività di docente e conferenziera in molti atenei universitari, istituti ed associazioni culturali sia pubbliche che private. 
Ha pubblicato saggi ed articoli in materia di arte e archeologia e i libri:
 "La Maddalena di Senigallia, cronaca di un viaggio da leggenda e realtà" Mediateca delle Marche, 2011
 “Angelica Catalani, la cantatrice dei re”Affinità Elettive Edizioni, 2014 
“ Facciamo la Santa Monica? – Storia e storie di un rito predittivo tra devozione, arte e magia” Edizioni Ventura, 2016. 


Segnalo infine un evento che si terrà domenica al Museo Nori De' Nobili: 

Domenica 1 ottobre 2017 il Museo Nori De’ Nobili di Trecastelli ospiterà una delle tappe del 5° Raduno Fotografico nelle Marche, promosso dall’Associazione Sena Nova e dal Gruppo Fotografico Primo Piano. Per l’occasione il museo sarà aperto al pubblico alle ore 11.00, per ammirare la collezione permanente dell’artista Eleonora De’ Nobili ed effettuare una visita guidata straordinaria alla mostra “UN PASSO VERSO LA RINASCITA”, le fotografie delle ragazze yazide nel campo profughi di Khanke...


Qui di seguito, un link riferito ad Arte a parte del 2015: 

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