tag:blogger.com,1999:blog-29804512398244508482024-02-19T08:11:38.004+01:00Le stanze letter@rie.Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.comBlogger273125tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-20066322984668722672022-12-09T16:14:00.004+01:002022-12-12T14:46:14.167+01:00Paul Auster. Invisibile<p> <span style="font-size: 13.5pt;">Paul
Auster. </span><span style="font-size: 13.5pt;">Invisibile. 2009 </span></p>
<p style="margin: 0cm; text-align: right;"><span style="font-size: 13.5pt;">Traduzione di Massimo
Bocchiola. <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin: 0cm; text-align: right;"><span style="font-size: 13.5pt;">223 pagine Divise in 4
parti. <o:p></o:p></span></p>
<p style="margin: 0cm; text-align: right;"><span style="font-size: 13.5pt;">Edizioni Einaudi. <o:p></o:p></span></p><p>
</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxWmq5OtFIEHwT7nyCiRMj_0ETJouSmS0ahN5mlbqKvO2HGSJnpmJXF781ud96shsr-cPJMdWfqvfohzq8NX0VedCyZDz5n1q4J21W8UsYi10QW06ViEGOENzK-bnXGeVB2paV0RWy5p_kaGrCs4XiF0_o4V_w9LRPskbiU4cBQbspkEhlI1zXWsdL/s4624/20221208_125527.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="4624" data-original-width="3468" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxWmq5OtFIEHwT7nyCiRMj_0ETJouSmS0ahN5mlbqKvO2HGSJnpmJXF781ud96shsr-cPJMdWfqvfohzq8NX0VedCyZDz5n1q4J21W8UsYi10QW06ViEGOENzK-bnXGeVB2paV0RWy5p_kaGrCs4XiF0_o4V_w9LRPskbiU4cBQbspkEhlI1zXWsdL/s320/20221208_125527.jpg" width="240" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Paul Auster. Invisibile. <br />Al bar Pasquini. Senigallia.<br />Insieme a me e ai piccioni. <br /><br /></td></tr></tbody></table>Personale colonna sonora: <b>Iron Sky.</b> Paolo Nutini. <div><div class="ujudUb" jsname="U8S5sf" style="background-color: white; color: #202124; font-size: 14px; margin-bottom: 12px;"><div style="text-align: right;"><span style="font-family: inherit;"><i>We are proud individuals living on the city</i></span></div><span style="font-family: inherit;"><i><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: right;">But the flames couldn't go much higher</div></span><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: right;">We find gods and religions to</div></span><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: right;">To paint us with salvation</div></span><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: right;">But no one</div></span><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: right;">No nobody</div></span><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: right;">Can give you the power</div></span></i></span></div><div class="ujudUb" jsname="U8S5sf" style="background-color: white; color: #202124; font-size: 14px; margin-bottom: 12px;"><div style="text-align: right;"><span style="font-family: inherit;"><i>To rise over love</i></span></div><span style="font-family: inherit;"><i><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: right;">And over hate</div></span><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: right;">Through this iron sky</div></span><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: right;">That's fast becoming our minds</div></span></i></span><span jsname="YS01Ge"><div style="text-align: right;"><span style="font-family: inherit;"><i>Over fear and into freedom</i></span></div><div style="font-family: arial, sans-serif; text-align: right;">...</div></span></div><p></p><p style="text-align: justify;"><b>Invisibile,</b> è ciò che non si vede. Qui è un titolo, e un titolo è per forza parte integrante del testo. </p><p style="text-align: justify;">Cerco l'invisibile in ogni dove, ma ho la noiosa sensazione di vedere tutto ciò che si vede (di quel che c'è, non manca niente...). Mi viene in mente un effetto ottico strano che m'è capitato due volte nella vita e spero mai più. In pratica, dormendo, all'improvviso vedo una luce forte, così apro gli occhi, ed è tutto buio, perché è notte. Li richiudo e vedo ancora la luce, ed è ansia ma anche meraviglia. Cosa sto vedendo esattamente? chi lo decide quanta luce devo avere negli occhi? e la carenza di luce si può rilevare dal sangue al pari della dispotica vitamina D, ugualmente legata alla luce del sole? Quello che non vedo, invece, è davvero invisibile? o forse ho scelto io di oscurarlo, finché, di notte, senza senso e motivo, mi si accende sotto le palpebre costringendomi a vedere? </p><p style="text-align: justify;">Il libro, diviso in <b>4 parti,</b> racconta la storia di <i>Adam Walker</i>, ventenne studente di lettere che si sogna poeta, alle prese con un tragico evento inatteso, che gli mostrerà un lato debole di sé, e lo condannerà ad eterni sensi di colpa. Lo vediamo in America, a Parigi, di nuovo in America, poi a a Londra. Abbandonerà infine la poesia per la giurisprudenza, in cerca di una "<b>giustizia poetica</b>" ed intanto, cercherà di elaborare il lutto della sua adolescenza, cercando di capirla, rivivendola tramite la scrittura, nei suoi tratti salienti, dunque la perdita del fratellino, l'amore eccessivo per la sorella, l'amore sensuale per Margot, una francese conosciuta in un bar col suo uomo, <i>Rudolf Born</i>, ovvero la zona d'ombra più forte del romanzo, il punto verso il quale i personaggi sembrano dover convergere prima o poi. Infine, Cécile, la candidata pedina di una vendetta consumata a metà, un'anima fragile, che finirà col diventare amica di Adam (amato e non ricambiata) e anche quasi figlia e quasi moglie di Born. </p><p style="text-align: justify;">Da un punto di vista stilistico, è un continuo passarsi le storie per decidere chi debba raccontarle. Chi le ha vissute? chi le ha testimoniate, chi di mestiere le scrive? in quest'ultimo caso, evidentemente, nomi e luoghi dovranno essere camuffati. E' risaputo che la narrazione scritta consente variazioni anche sostanziali alla trama, pur riuscendo a restare in qualche modo fedeli ai fatti. Chi ha detto cosa? chi ha fatto cosa? e perché? Chi e cosa è morto esattamente? </p><p style="text-align: justify;">Cerco tracce d'invisibile, dicevamo... </p><p style="text-align: justify;"><b>Adam Walker,</b> è ben visibile, bello ed inconsapevole, coi suoi vent'anni in tasca, gli studi, la voglia di diventare poeta, che poi si trasforma nella voglia di darsi alle leggi, alla giustizia, qualunque cosa significhi. E' lui il "personaggio principale"? Si direbbe di si, a partire dal fatto che la prima parte del libro è scritta in prima persona, e di suo pugno. Ma è di altri che ci parla. Su tutti, uno strano tipo, <b>Rudolf Born</b>, conosciuto in un locale mentre è con la sua compagna Margot, francese, attratta da Adam e ricambiata. Rudolf è un tipo misterioso, cinico, uno di cui a stento ci di può fidare, eppure offre ad Adam la concreta possibilità, assegno alla mano, di gestire totalmente una rivista letteraria. Perché lo fa? Rudolf desidera che qualcuno scriva un romanzo sulla sua vita, che qualcuno testimoni il suo passaggio sulla terra.</p><p style="text-align: justify;">Born a Walker: "<i>Un giorno finirà per scrivere la mia autobiografia, glie lo assicuro</i>" Pag 12 </p><p style="text-align: justify;">Più tardi, farà la stessa richiesta a Cécile, la figlia della sua compagna parigina. </p><p style="text-align: justify;"><i>Cécile: "...Dicevi che stai prendendo appunti per un libro di memorie che vorresti scrivere..." </i></p><p style="text-align: justify;"><i>Born: "...Esatto, adesso sono quasi pronto ad iniziare, e voglio che tu mi aiuti. Voglio che lo scriviamo noi due insieme"</i> Pag 213 </p><p style="text-align: justify;">Forse è lui che teme di scomparire, di diventare invisibile, perso fra le pieghe della sua doppia e tripla vita, priva di autenticità, confinata in un'isoletta sperduta dei Caraibi dove il caldo fonde il cervello e la capacità di pensare, dove non c'è nessuno con cui parlare. </p><p style="text-align: justify;"><i>"Non è l'amore che Born sta cercando, bensì la sicurezza..."</i> Pag 142 osserva Adam quando lo vede a Parigi con la sua compagna, Hélène, aristocratica, molto diversa dalla sensuale ed ombrosa Margot. Born sembra incapace di legami, e per questo li cerca ovunque, disperatamente, con esiti sempre negativi. </p><p style="text-align: justify;">Ho ascoltato di recente un'intervista che Auster rilascia nel 2017 da casa sua, a Brooklin, e mi trovo molto nel suo modo di vedere le cose, nel procedimento che usa per scrivere. La musicalità del testo è molto importante, così come la decisione di calibrare il numero di parole da usare per descrivere luoghi e situazioni, senza affollare troppo la mente del lettore. Si definisce uno scrittore meticoloso ai massimi livelli, e molto lento. Scrive una pagina al giorno, due pagine è<i> amazing</i>, tre pagine è un miracolo. </p><p style="text-align: justify;">Non avevo mai letto nulla dell'autore, e questo libro mi fu regalato poco dopo la sua uscita, che risale al 2009, uno di quegli anni che ti esplode in faccia ogni volta che cerchi di nominarlo perché c'era troppa roba dentro da smaltire. Se avessi il talento di Auster, scriverei il mio 2009, ma non credo succederà. Intanto ringrazio le mie amiche per questo regalo che mi ha attesa davvero a lungo, ma si è presentato, come fanno gli amici veri, qualunque cosa significhi "amici" e "veri" e mi ha fatto da viatico in una settimana che andava elaborata con le dovute attenzioni, diciamo così. </p><p style="text-align: justify;">Ho terminato la lettura l'otto dicembre 2022, seduta ai tavoli del caffè Pasquini, a Senigallia, e fumando di gran gusto quelle cinque sigarette quasi consecutive in compagnia dei piccioni che ogni tanto si poggiavano sul tavolo per vedere come stessi, vista la lunga permanenza. Sono una fumatrice molto occasionale, nel senso che due, tre volte l'anno, mi va di farlo, così lo faccio senza regole ed è goduria assoluta, poi però mi impongo di rientrare nella più rigida astinenza, perché fumare è un vizio che mi piace, che mi congiunge a mio padre, morto nel 2009, mentre questo libro nasceva, mentre un po' morivo anche io, e mentre andavo a Parigi, come Adam, nel romanzo, in cerca di risposte a domande che ancora aspettano il loro romanzo di formazione. La vita è quella cosa che ti capita mentre cerchi di capire che sta capitando, poi, banalmente, finisce, e non sempre aspetta che tu abbia capito per farlo.</p><p style="text-align: justify;">A tal proposito, tornando a casa ho visto un manifesto funebre che mi ha parecchio scossa. Era un signore che avevo visto il giorno prima, proprio in questo bar. Ci incrociamo da vent'anni almeno, senza parlarci, ma riconoscendoci. Ieri era seduto al solito tavolo, col solito caffè e oggi non è potuto venire per motivi di fine vita. Fine della storia. Può una <i>non amicizia</i> fare così tanto baccano? Pare di si. Muove riflessioni. Tipo una postilla alla fine del romanzo, della giornata da finire, dell'annata, anzi, del tutto, oso dire. Un invito alla relatività più smodata. Ho avuto voglia di fumare ancora, ma ormai il mio giorno del vizio smodato è finito. Dovrò aspettare qualche tempo, fato permettendo. </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p><a href="https://youtu.be/pLhVjsczcb8" target="_blank">Allego copia al link circa l'intervista di cui parlavo prima. Per chi volesse. </a><br /></p><p><a href="https://youtu.be/ELKbtFljucQ" target="_blank">Iron Sky. Paolo Nutini. </a><br /></p><p><br /></p></div>Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-90088032057035887722022-12-09T14:56:00.002+01:002022-12-09T14:56:44.813+01:00Paul Auster Interview: How I Became a Writer<b>"Come sono diventato uno scrittore"</b>. Paul Auster.<div>Il video è del 2017, ed è stato girato a casa dello scrittore, a Brooklin.</div><div><br /><div>
<iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/pLhVjsczcb8" style="background-image: url(https://i.ytimg.com/vi/pLhVjsczcb8/hqdefault.jpg);" width="480"></iframe></div></div>Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-41832824661304488692022-11-06T20:03:00.001+01:002022-11-06T20:03:00.177+01:002Pac. Changes <div style="text-align: left;"><div style="text-align: right;"><b>2Pac</b></div><div style="text-align: right;">New York, 16 giugno 1971 </div><div style="text-align: right;">Las Vegas, 13 settembre 1996 </div></div><p><b>Changes </b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtna1_v7uo1Hwkxn_tdxuNJDkIO3IgdapKi6D62RcBVjymkOJTB75iohwFxJFs_17iO7wKchBtUHpkpbfchfEvTgWTbziyYEe-Sf0Kc8ds5pu7ztvCwAbHzFFwTP4JyQaW45aaM5dmy_OJ-Qg8UWXB3KtmnEwp05nR04ztN8jo5wL87PsVbc2oQ0Fu/s320/2pac.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="180" data-original-width="320" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtna1_v7uo1Hwkxn_tdxuNJDkIO3IgdapKi6D62RcBVjymkOJTB75iohwFxJFs_17iO7wKchBtUHpkpbfchfEvTgWTbziyYEe-Sf0Kc8ds5pu7ztvCwAbHzFFwTP4JyQaW45aaM5dmy_OJ-Qg8UWXB3KtmnEwp05nR04ztN8jo5wL87PsVbc2oQ0Fu/w196-h180/2pac.jpg" width="196" /></a></div><p><span style="background-color: white; color: #202124; font-family: arial, sans-serif; font-size: 14px;">(Come on, come on)</span></p><div class="ujudUb" jsname="U8S5sf" style="background-color: white; color: #202124; font-family: arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 12px;"><span jsname="YS01Ge">I see no changes, wake up in the morning and I ask myself</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Is life worth livin'? Should I blast myself?</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">I'm tired of bein' poor and, even worse, I'm black</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">My stomach hurts so I'm lookin' for a purse to snatch</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Cops give a damn about a negro</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Pull the trigger, kill a nigga, he's a hero</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Give the crack to the kids, who the hell cares?</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">One less hungry mouth on the welfare</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">First ship 'em dope and let 'em deal to brothers</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Give 'em guns, step back, watch 'em kill each other</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">"It's time to fight back, " that's what Huey said</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Two shots in the dark, now Huey's dead</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">I got love for my brother</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">But we can never go nowhere unless we share with each other</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">We gotta start makin' changes</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Learn to see me as a brother instead of two distant strangers</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">And that's how it's supposed to be</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">How can the Devil take a brother if he's close to me? Uh</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">I'd love to go back to when we played as kids</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">But things change, and that's the way it is</span></div><div class="ujudUb" jsname="U8S5sf" style="background-color: white; color: #202124; font-family: arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 12px;"><span jsname="YS01Ge">That's just the way it is (Changes)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Things'll never be the same</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">That's just the way it is (That's the way it is, what?)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Aww, yeah-yeah (Hear me)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">(Oh my, oh my, come on, come on)</span></div><div class="ujudUb" jsname="U8S5sf" style="background-color: white; color: #202124; font-family: arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 12px;"><span jsname="YS01Ge">That's just the way it is (That's just the way it is, the way it is)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Things'll never be the same</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">(Never be the same, yeah, yeah, yeah, aww, yeah)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">That's just the way it is (Way it is)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Aww, yeah (Come on, come on)</span></div><div class="ujudUb" jsname="U8S5sf" style="background-color: white; color: #202124; font-family: arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 12px;"><span jsname="YS01Ge">I see no changes, all I see is racist faces</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Misplaced hate makes disgrace to races</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">We under, I wonder what it takes to make this</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">One better place, let's erase the wasted</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Take the evil out the people, they'll be actin' right</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">'Cause both black and white are smokin' crack tonight</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">And the only time we chill is when we kill each other (Kill each other)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">It takes skill to be real, time to heal each other</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">And although it seems heaven-sent</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">We ain't ready to see a black president, uh (Oh-ooh)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">It ain't a secret, don't conceal the fact</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">The penitentiary's packed and it's filled with blacks</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">But some things will never change (Never Change)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Try to show another way, but you stayin' in the dope game (Ooh)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Now tell me, what's a mother to do?</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Bein' real don't appeal to the brother in you (Yeah)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">You gotta operate the easy way</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">"I made a G today, " but you made it in a sleazy way</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Sellin' crack to the kids (Oh-oh), "I gotta get paid" (Oh)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Well hey, well that's the way it is</span></div><div class="ujudUb" jsname="U8S5sf" style="background-color: white; color: #202124; font-family: arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 12px;"><span jsname="YS01Ge">That's just the way it is (Changes)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Things'll never be the same</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">That's just the way it is (That's the way it is, what?)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Aww, yeah (Hear me)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">(Oh my, oh my, come on, come on)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">That's just the way it is (That's just the way it is, the way it is)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Things'll never be the same</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">(Never be the same, yeah, yeah, yeah, aww, yeah)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">That's just the way it is (Way it is)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Aww, yeah (Aww, yeah, aww, yeah)</span></div><div class="ujudUb" jsname="U8S5sf" style="background-color: white; color: #202124; font-family: arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 12px;"><span jsname="YS01Ge">We gotta make a change</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">It's time for us as a people to start makin' some changes</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Let's change the way we eat</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Let's change the way we live</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">And let's change the way we treat each other</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">You see, the old way wasn't workin'</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">So it's on us to do what we gotta do to survive</span></div><div class="ujudUb" jsname="U8S5sf" style="background-color: white; color: #202124; font-family: arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 12px;"><span jsname="YS01Ge">And still I see no changes, can't a brother get a little peace?</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">It's war on the streets and the war in the Middle East (Ooh, yeah)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Instead of war on poverty</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">They got a war on drugs so the police can bother me</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">And I ain't never did a crime I ain't have to do</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">But now I'm back with the facts, givin' it back to you (Ooh)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Don't let 'em jack you up, back you up</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Crack you up and pimp-smack you up</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">You gotta learn to hold your own</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">They get jealous when they see you with your mobile phone</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">But tell the cops they can't touch this</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">I don't trust this, when they try to rush, I bust this</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">That's the sound of my tool, you say it ain't cool</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">My mama didn't raise no fool (Oh)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">And as long as I stay black, I gotta stay strapped</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">And I never get to lay back</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">'Cause I always got to worry 'bout the payback</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Some buck that I roughed up way back</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Comin' back after all these years</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">"Rat-a-tat-tat-tat-tat, " that's the way it is, uh</span></div><div class="ujudUb WRZytc" jsname="U8S5sf" style="background-color: white; color: #202124; font-family: arial, sans-serif; font-size: 14px; margin-bottom: 0px;"><span jsname="YS01Ge">That's just the way it is (Just the way it is, yeah, yeah, yeah)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Things'll never be the same (Yeah)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">That's just the way it is (The way it is)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Aww, yeah (Some things will never change, oh my)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">(I'm tryna make a change)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">(You're my brother, you're my sister, yeah)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">That's just the way it is (The way it is, the way it is)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Things'll never be the same (You're my brother, you're my sister)</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">That's just the way it is, aww, yeah</span><br aria-hidden="true" /><span jsname="YS01Ge">Some things will never change</span></div>Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-7301022853694051322022-11-03T22:42:00.003+01:002022-11-03T23:02:27.288+01:00Il tempo, Luciano De Crescenzo. <div style="text-align: left;"><div style="text-align: right;"><b>Luciano De Crescenzo.</b> </div><div style="text-align: right;"> Napoli, 18 agosto 1928 </div><div style="text-align: right;">Napoli, 18 luglio 2019</div></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIK4vVOOjjD8j5KgVlNs8Hin4RY2WJgxNf3ZWLnRyElulXQS434tGSmdGlxX0C0X63d7y_MSY_qrCLVj1zkIGqXOPS_7KJTIP7xpXsGUNPUzgfmZUvR_ax8NXBlwEYVhsFsPuU4s1KZt3bF2tL5XJeVNcOqX8iNY-_yyJpQSL7sYoE50GeDWhRzzJZ/s338/de%20crescenzo%20foto.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="149" data-original-width="338" height="141" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIK4vVOOjjD8j5KgVlNs8Hin4RY2WJgxNf3ZWLnRyElulXQS434tGSmdGlxX0C0X63d7y_MSY_qrCLVj1zkIGqXOPS_7KJTIP7xpXsGUNPUzgfmZUvR_ax8NXBlwEYVhsFsPuU4s1KZt3bF2tL5XJeVNcOqX8iNY-_yyJpQSL7sYoE50GeDWhRzzJZ/s320/de%20crescenzo%20foto.jpg" width="320" /></a></div><br /><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">"Il tempo è un’emozione ed è una
grandezza bidimensionale, nel senso che puoi viverlo in lunghezza o in larghezza.
Se lo vivi in lunghezza, in modo monotono e sempre uguale, dopo sessant'anni
avrai sessant’anni. Se invece lo vivi in larghezza,
con alti e bassi, innamorandoti e magari facendo pure qualche sciocchezza,
magari dopo sessant’anni, avrai solo trent’anni.</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Il problema è che gli uomini
studiano come allungare la vita, quando invece dovrebbero studiare come
allargarla. </p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Vedi, esiste un tempo esterno e un tempo interno. </p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Il tempo esterno
è quello degli orologi, dei calendari, ed è uguale per tutti. </p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Il tempo interno
invece, è un fatto personale, nostro. Come il colore degli occhi e dei capelli,
ed è diverso da persona a persona. Ecco perché ci sono persone che hanno
sessanta, settanta o ottant'anni ed hanno l’impressione di averne venti. La verità è
che non è un’impressione. Ne hanno davvero venti". <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Luciano De Crescenzo.<o:p></o:p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/wtWY5uV14hg" width="320" youtube-src-id="wtWY5uV14hg"></iframe></div><br /><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br /></p>Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-82688160807311693222022-07-16T17:48:00.002+02:002022-07-16T17:50:39.177+02:00Kitchen, Banana Yoshimoto <div style="text-align: right;">Kitchen. Banana Yoshimoto
Pag 148 </div><div style="text-align: right;"><i>(Kitchen; Pleniluno (Kitchen 2); Moonlight shadow.</i> </div><div style="text-align: right;">Prefazione e postfazione di Giorgio Amitrano.</div><div><div style="text-align: right;"> Universale Economica Feltrinelli</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWQDHvn9LEZYdhaQB0IACvsLlOZV30EV3HqgHjF3YnvEEcovqZhRFaZ5pAZnxCdr_RjPbtvYf9x3kqzoSObEQgfqSlBCCdeQz_k2I3Y7kcNhfP0W_m_tSQD-wntskQONOM7ufLNnIo7IUc4Akpd0wsBcuFZOLXhO8DUVAyFc2SSjkWQ72jzSJngzs8/s500/1555599698638.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="325" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWQDHvn9LEZYdhaQB0IACvsLlOZV30EV3HqgHjF3YnvEEcovqZhRFaZ5pAZnxCdr_RjPbtvYf9x3kqzoSObEQgfqSlBCCdeQz_k2I3Y7kcNhfP0W_m_tSQD-wntskQONOM7ufLNnIo7IUc4Akpd0wsBcuFZOLXhO8DUVAyFc2SSjkWQ72jzSJngzs8/s320/1555599698638.jpg" width="208" /></a></div><div><br /></div><br /><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Nel corso degli anni Novanta, non c'era libreria che non proponesse almeno un libro dell'autrice giapponese Banana Yoshimoto. Le mie amiche leggevano i suoi libri e me li consigliavano, ma non ne ero attratta. Forse è dipeso dal fatto che mi ero avvicinata con difficoltà a Kawabata ed ai suoi "Racconti in un palmo di mano", senza riuscire ad apprezzarli come invece meritavano. Ero rimasta al di qua della scrittura, e poche esperienze mi risultano più frustranti. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sul finire del 2019, ho ripreso i miei rapporti con l'Oriente, quello che ti cattura e non ti lascia più andare. La mia porta d'ingresso è stato Murakami Akuri, e da lì è arrivata anche Banana Yoshimoto, regalatami a Natale. </div>
<div style="text-align: justify;">
Provo gratitudine nei confronti di persone come Giorgio Amitrano, che hanno trasformato la loro esistenza in un ponte di congiunzione fra culture distanti, altrimenti inaccessibili, almeno per me, che non conosco il giapponese. </div>
<div style="text-align: justify;">
Amitrano ha tradotto molti libri di Murakami ed anche della Yoshimoto. Grazie alle sue note, ho potuto conoscere qualcosa in più sul background culturale che ha permesso la diffusione di questi autori e dei loro testi dalle nostre parti. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dovessi scegliere fra i due, direi Murakami, senza esitare, ma oggi vorrei raccontare qualcosa su Banana Yoshimoto, una cameriera, figlia di un celebre critico e poeta nipponico, diventata in men che non si dica, famosa in tutto il mondo. In principio, andava per librerie a sfogliare i suoi libri, incredula all'idea che fossero diventati "un caso", un caso letterario, e come tale, l'avrebbero portata via dal circuito chiuso della cucina e della sala in cui la gente mangia, paga e, più o meno contenta, se ne va. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il libro si intitola <b>Kitchen,</b> ovvero "<b>Cucina</b>", e riunisce tre racconti. Kitchen è una storia molto introspettiva, personale, e pone enfasi sulla stanza della casa che, per antonomasia, è dedicata al cibo, al rituale della preparazione dei pasti e simbolicamente, all'anima della famiglia, al punto d'incontro o di distanze fra le persone, a seconda. </div><div style="text-align: justify;">La famiglia viene qui intesa in senso "allargato", molto aperto. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Mikage Sakurai</b>, orfana di madre e padre, vive con sua nonna, che muore all'improvviso, lasciando la ragazza completamente sola. Non si è mai pronti alla perdita di qualcuno e per affrontare il lutto, lei si riduce a dormire ai piedi del frigorifero, perché lì si sente meno sola. </div><div style="text-align: justify;">Un giorno suona alla porta un giovane amico di sua nonna, <b><span style="font-family: inherit;">Y<span style="font-size: 11pt; line-height: 107%;">ῡ</span>ichi</span> Tanabe, </b>disposto ad ospitarla a casa sua, con il benestare della madre, <b>Eriko</b>. Anche loro sono una famiglia atipica, ma hanno la bontà di accogliere la ragazza, di includerla nella loro quotidianità, e ciò le permette di superare il dolore della perdita e di prepararsi ad un nuovo trasloco verso nuove "cucine". </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div><div style="text-align: justify;"><blockquote><i>"...Le persone che vogliono farcela da sole, dovrebbero prima di tutto curare qualcosa che cresce. Un bambino, una pianta, che so. Facendolo, si capiscono i propri limiti. E' un punto di partenza."</i> Pag 40 </blockquote></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: right;"> </div>
</div>Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-16670834680405071842022-06-02T16:08:00.001+02:002022-06-02T16:17:17.730+02:00Viola Di Grado. Fame blu. <p style="margin: 0cm; text-align: right;"><span style="font-family: inherit;"><i> "...
ma capire è un esercizio di freddezza. </i><o:p></o:p></span></p><p style="margin: 0cm; text-align: right;"><i><span style="font-family: inherit;">Capire è il contrario della
fame. </span></i></p><p style="margin: 0cm; text-align: right;"><i><span style="font-family: inherit;">E' il contrario del
desiderio." Pag 75</span></i></p><p style="margin: 0cm;"><i><span style="font-size: 13.5pt;"><br /></span></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihJPbrS4s1goMK5GIOu-2XSSut5UXZWzURERLbDVxdLRETf7A0I1J54jGO3tzaOWPJChpjFfc_T4JAAzlwlIirJT8rfP9iBGxJryooYWyVtv-uuNbIk6nUtWvk78h-0DDP-jICn7Bm-kaZTMLcy_ugBUccg74hgmzrhYmIl9_oDa7Zpvx66vNdQMb5/s1149/IMG_20220407_212435_943%5B1%5D.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1149" data-original-width="918" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihJPbrS4s1goMK5GIOu-2XSSut5UXZWzURERLbDVxdLRETf7A0I1J54jGO3tzaOWPJChpjFfc_T4JAAzlwlIirJT8rfP9iBGxJryooYWyVtv-uuNbIk6nUtWvk78h-0DDP-jICn7Bm-kaZTMLcy_ugBUccg74hgmzrhYmIl9_oDa7Zpvx66vNdQMb5/w160-h200/IMG_20220407_212435_943%5B1%5D.jpg" width="160" /></a></div><p></p><p><i>Viola Di Grado.</i></p><p><i>Fame blu. 2022. </i></p><p><i>La nave di Teseo, collana Oceani. </i></p><p><i>188 pagine divise in 30 capitoli. </i></p><p><i>In copertina, Tara Moore. </i></p><p><i>Mia personale colonna sonora: Sweet dreams. Marilyn Manson.</i></p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal;"></p><div style="text-align: right;"><span style="color: #202124;"><span style="font-family: inherit; font-size: x-small;">Sweet dreams are made
of this</span></span></div><span style="color: #202124;"><span style="font-family: inherit; font-size: x-small;"><div style="text-align: right;">Who am I to disagree</div><div style="text-align: right;">I travel the world and the seven seas</div><div style="text-align: right;">Everybody's looking for something</div><o:p></o:p></span></span><p></p><p>
</p><p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal;"></p><div style="text-align: right;"><span style="color: #202124;"><span style="font-family: inherit; font-size: x-small;">Some of them want to
use you</span></span></div><span style="color: #202124;"><span style="font-family: inherit; font-size: x-small;"><div style="text-align: right;">Some of them want to get used by you</div><div style="text-align: right;">Some of them want to abuse you</div><div style="text-align: right;">Some of them want to be abused</div></span></span><p></p><p style="text-align: justify;">Detesto "<i>Divorare libri</i>", perché sento di mancare di rispetto alle fatiche di chi il libro l'ha pensato e realizzato, tuttavia, a volte accade. Non conoscevo l'autrice e non ero sicura che il libro mi sarebbe interessato. Per fortuna non ho assecondato i miei pregiudizi sulle nuove uscite e un po' di altre paturnie immotivate.</p><p style="text-align: justify;">Presente "<i>Lost in translation</i>"? </p><p style="text-align: justify;">La sensazione del fuso orario nella testa, la lingua che, da un minuto all'altro non serve che a secernere saliva, giacché concorre alla produzione di suoni che gli altri non capiscono, e viceversa. Babele ha le sue regole, ed hanno a che fare con l'incomunicabilità. Tradurre è il mestiere di chi si mette contro dio, e prova come può, a decomporre la torre, un mattone la volta. Certo, la linguistica ci insegna le angustie che si annidano nella zona invisibile che separa significato /significante di ogni singola parola. Posso dire sedia o indicare la sedia, ed in qualche modo verrò compreso, invece per dire che sto male di un male che non cade sull'appendice o sul fianco, ma in qualche angolo sepolto di anima, come faccio? si soffre di lutto, di strage, di mal di denti o di una banale storta, ma è importante che l'altro capisca. Ancora più importante, e qui siamo ai limiti del delirio, è che siamo noi a capire cosa ci si è rotto, e quale potrebbe essere il rimedio. </p><p style="text-align: justify;">Quando perdi qualcuno, è più complesso di quando perdi le chiavi, perché perdi una porta che non si aprirà più. Se perdi tuo fratello gemello, quando hai ventisette anni, perdi anche te, così devi ridisegnarti senza di lui, sei costretto a qualche senso di colpa, e potresti fare cose stupide, nocive, cose umane, di quell'umanità meno nobile, di cui non si accenna negli spot pubblicitari, al massimo in alcune poesie di gente come Baudelaire, il mio preferito in materia di onestà che graffia la pelle con dolcezza.</p><p style="text-align: justify;">Dalla bocca esce il linguaggio, e per chi lo studia, per chi ci crede, al pari di una religione intransigente, niente è più importante. Tu sei la tua parola, e se non so pronunciarla e capirla, devo trovare il modo. Dalla bocca fuoriescono anche materiali organici meno nobili, la bocca ci occorre per nutrirci, mordere, masticare, quindi digerire. Un mestiere incessante che a volte s'inceppa. </p><p style="text-align: justify;">La medicina e la psicologia, battezzano alla voce "bulimia" il mangiare che riduce l'essere alla masticazione del masticabile, nella speranza di riempire un vuoto che la pienezza di cibo non sa riempire. La Bulimia, come argomento in sé, rischia di annoiare, soprattutto chi non lo conosce. Parlarne in letteratura invece, rende la cosa interessante per tutti. Descrivere il meccanismo, e soffermarsi meno su come si chiama. Suggerire, non definire. Anche questo è linguaggio, ed è sottile. </p><p style="text-align: justify;">Incontrare l'altro, ancora una volta, ci pone davanti ad un bivio. La via dei baci perugina e le frasette, o la via di chi va a farsi male. In mezzo c'è una terza dimensione che, di solito, i frequentatori di queste due estremità, non conoscono granché. </p><p style="text-align: justify;"></p><blockquote style="font-style: italic;">"... l'amore somiglia molto a una tortura o ad una operazione chirurgica… per conto mio, dico che l'unica e suprema voluttà dell'amore sta nella certezza di fare del male - e l'uomo e la donna sanno fin dalla nascita che il male è fonte di ogni voluttà" C. Baudelaire. Razzi.</blockquote><p>Ed eccoci alle porte del romanzo. </p><p></p><blockquote><i>"Quando Xu mi morde, quando mi ha tra i denti, nuda e cattiva su di me, io sto bene. Non è una cosa umana ma è accaduta lo stesso, come accadono i tifoni o i terremoti". </i> </blockquote><p></p><p style="text-align: justify;">Temevo l'effetto splatter, ma sbagliavo. Alla maniera dei versi poetici, bisogna leggere fra le righe. Come rime, il primo capitolo vede un continuo alternarsi fra la narrazione inerente Ku e l'ambiente, ovvero Shangai, in generale, e nello specifico, e poi ancora ancora Ku ed il passato e presente, e poi Ku carnefice di una vittima che si sacrifica per una sua esigenza. Il tempo trascorso lontano da Roma, le occorre per creare la giusta distanza fra sé e quel che resta della sua famiglia, fra sé ed il fratello morto, e al contempo, usa questo lasso temporale per creare una nuova relazione, autentica battaglia di sessi, con morsi e sangue che cola. Vince chi fugge, come da tradizione. Vince il più forte, come dice la jungla dal tempo dei tempi. Ma più ancora, vince l'esigenza di tornare a galla, infine, e liberarsi dalla colpa di essere sopravvissuti. </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p><br /></p>Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-5108872852689757192022-06-02T15:47:00.002+02:002022-06-02T15:51:29.135+02:00Sono mancato all'affetto dei miei cari. Andrea Vitali.
<p style="margin: 0cm; text-align: right;"> <i> "...
e certe volte, nella fantasia, mi sembrava di vedere anche da lassù, </i><o:p></o:p></p><p style="margin: 0cm; text-align: right;"><i>con dentro uno dei miei
figli a mandarla avanti, </i><o:p></o:p></p><p style="margin: 0cm; text-align: right;"><i>sentivo perfino le voci dei
clienti che entravano e dicevano. </i><o:p></o:p></p><p style="margin: 0cm; text-align: right;"><i>Va' che gioiello che t'ha
lasciato tuo padre, </i></p><p style="margin: 0cm; text-align: right;"><i>mica tutti c'hanno 'sta
fortuna!" Pag 165<span style="font-size: 13.5pt;"> </span></i></p><p style="margin: 0cm;"><i><span style="font-size: 13.5pt;"><br /></span></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiS72drutnbYFPu_dzu1THJwiZil9dy7eznzxK0-rIaWLW6RmKpH5hlacJJ17iQ1WAAUKo0XopQKvRmJX75kEvLKwOmypxBG2RXU-7XVXl-NV617Yu8mlXyr7U9wTfpc34lGy6G_4LFGqu3zvlGvZA48nnpni2FGfZE3hy2xhnk30jRFHyuMTV2oX0s/s3019/IMG_20220531_122342_567%5B1%5D.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3019" data-original-width="3000" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiS72drutnbYFPu_dzu1THJwiZil9dy7eznzxK0-rIaWLW6RmKpH5hlacJJ17iQ1WAAUKo0XopQKvRmJX75kEvLKwOmypxBG2RXU-7XVXl-NV617Yu8mlXyr7U9wTfpc34lGy6G_4LFGqu3zvlGvZA48nnpni2FGfZE3hy2xhnk30jRFHyuMTV2oX0s/w199-h200/IMG_20220531_122342_567%5B1%5D.jpg" width="199" /></a></div><br /><p></p><p><i><br /></i></p><p><i><br /></i></p><p><i><br /></i></p><p><i>Andrea Vitali. Sono mancato all'affetto dei miei cari. Edizioni Einaudi, stile libero BIG. 2022. 167 <span style="font-family: inherit;">pagine. </span></i></p><div><i><span style="font-family: inherit;"><br /></span></i></div><div><i><span style="font-family: inherit;"><br /></span></i></div><div><p style="margin: 0cm;"><span style="font-family: inherit;"> <i>Colonna sonora personale: <b>Fade out lines. The avener. </b></i><o:p></o:p></span></p><p style="margin: 0cm;"><span style="font-family: inherit;"><i>We are all plunging straight towards our own decline</i><o:p></o:p></span></p><p style="margin: 0cm;"><span style="font-family: inherit;"><i><span style="background: white;">Without noticing, we slide down, deeper down</span></i><o:p></o:p></span></p><p style="margin: 0cm;"><span style="font-family: inherit;"><i><span style="background: white;">The shadow grows without ever slowing down</span></i><o:p></o:p></span></p><p style="margin: 0cm;"><span style="font-family: inherit;"><i><span style="background: white;">We are heading straight into the fade out line</span></i><o:p></o:p></span></p><p></p><p style="margin: 0cm;"><i><span style="background: white;"><span style="font-family: inherit;">Deeper down.</span></span></i></p><p style="margin: 0cm;"><span style="background-color: white; color: #262626; font-family: inherit; text-align: justify;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="background: white; color: #262626;"><span style="font-family: inherit;">Ho terminato poche ore fa questo fantastico
libro di Andrea Vitali, captato fra mille, in zona Mondadori, ma in principio
un che ne può sapere? A cose finite, direi che è diventato una perlina nel mio
piccolo paradiso cartaceo. Abbiamo passato pochissimo tempo insieme visto che
non riuscivo a smetterla di leggere, e come tutte le più belle cose, è vissuto
pochi giorni, come le rose, parafrasando la nota canzone.</span></span><span style="font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Quest'opera n<span style="background-color: white; color: #262626;">on somiglia a ciò che leggo di solito, a riprova del fatto che i binari portano sempre nelle stesse stazioni.</span></span></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Vitali mi ha portata nella mente di un "serial padre", uno come tantissimi. Ne conosco a decine fatti come lui, e anche tu, sono certa, ma è bello sentirselo raccontare con grazia e leggerezza, rinunciando palesemente all'indagine psicologica, limitandosi allo sguardo ed al punto di vista, quello del padre di famiglia che si è <i>fatto da solo</i> e vuole lasciare ai suoi figli la sola eredità possibile, che è materiale, ferruginosa, faticosa, metodica, oltre che fonte di guadagno sicuro. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Ma i figli che ne pensano? </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">A parte che ogni personaggio viene narrato in funzione delle noie che dà al padre lavoratore costretto a badare a tutto, e quindi la moglie che lo sfinisce a trapano, la figlia che è un'Alice senza meraviglie, l'Alberto è una testa calda che poi <i>la testa la mette a posto</i>, e l'Ercolino, che pensa sempre e solo a mangiare per due ed ai suoi libri, per poi sfociare nel vecchio detto, secondo il quale <i>chi troppo studia, matto diventa.</i> Lui diventa filosofo, e chi non conosce almeno uno che s'è perso lungo le vie della più astratta delle materie umanistiche? A ciò si aggiunga la necessità genetica della specie, che consiste nel portarsi avanti accoppiandosi ed avendo figli con estranei che il povero Cristo si ritrova in casa con un tot di</span><span style="font-family: inherit;"> rogne impreviste, affronti, umiliazioni e truffe e quindi la tragica scoperta, che fa molto Gibran, ovvero che i figli non sono nostri e non possono essere noi perché, molto spesso, non lo vogliono proprio e questo certi padri non possono accettarlo </span><span style="font-family: inherit;">perché è un dato culturale troppo radicato, quello del figlio mio che diventa come dico io e forse deve ancora nascere un padre che, in cuor suo accetti davvero che un figlio sia altro da sé.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Scritto con leggerezza, capace di un affresco su tempi che forse possiamo coniugare al passato prossimo, ha la virtù di far sorridere quasi dimenticando che dietro alle lacrime di quelle persone ci siano vite andate a male. Si ride per lo stesso motivo che ci fa ridere quando qualcuno cade. E' un istinto di sopravvivenza. Ridere del comico, ridere del tragico, ridere e basta. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Consiglio senza esitazione la lettura di questo bellissimo libro! </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Se ti interessa, ti segnalo tre libri che mi è capitato di leggere: </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><p style="margin: 0cm;"><span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: #262626;"></span></span></p><p><a href="https://lestanzeletterarie.blogspot.com/2022/05/niente-di-vero-veronica-raimo.html" target="_blank">Veronica Raimo. Niente di vero. </a><br /></p><p><a href="https://lestanzeletterarie.blogspot.com/2022/05/atti-osceni-in-luogo-privato-marco.html" target="_blank">Marco Missiroli. Atti osceni in luogo privato. </a><br /></p><p><a href="https://lestanzeletterarie.blogspot.com/2021/10/peter-cameron-coral-glynn.html" target="_blank">Peter Cameron. Coral Glynn. </a><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p></p></div>Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com060019 Senigallia AN, Italia43.7197926 13.215222415.409558763821153 -21.941027599999998 72.030026436178844 48.3714724tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-84588431980840754642022-05-30T09:11:00.000+02:002022-05-30T09:11:38.011+02:00Niente di vero. Veronica Raimo. <div style="text-align: left;"><div style="text-align: right;"><i> "Ho sempre avuto un'ambizione posticcia e approssimativa. </i></div><div style="text-align: right;"><i>Coltivare un sogno, alla lunga è noioso quanto coltivare un orto"</i></div><div style="text-align: right;"> Pag 151. Niente di vero. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoxYD2Y5HXif42etpyO2rkJ1zM_JGynIA6_zOfbukUb8MA_VNDwQQ7T4LzmaLJWY5gGs5_6SzKePwzzB9FYDKavHZ39PuHCAXvc4qXb_32ud4OizZ_N2eH3hJRxfdL8SjN8sTjwT7mvNj3gta503yYVdsMtgZdkh0WKmhaUAG8WQpvcqQXbu9Nhkub/s1080/IMG_20220525_114008_988%5B1%5D.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoxYD2Y5HXif42etpyO2rkJ1zM_JGynIA6_zOfbukUb8MA_VNDwQQ7T4LzmaLJWY5gGs5_6SzKePwzzB9FYDKavHZ39PuHCAXvc4qXb_32ud4OizZ_N2eH3hJRxfdL8SjN8sTjwT7mvNj3gta503yYVdsMtgZdkh0WKmhaUAG8WQpvcqQXbu9Nhkub/w200-h200/IMG_20220525_114008_988%5B1%5D.jpg" width="200" /></a></div><i>Veronica Raimo. <b>Niente di vero,</b> edizioni Einaudi. <b>2022.</b> 163 pagine. </i></div><div style="text-align: left;"><i>Colonna sonora personale: i suoni della natura, dalle parti del mare, a un passo dalla spiaggia, incuso gli uccellini bulimici in cerca di cibo.</i></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Mi piace che i libri letti conservino il sapore del caffè e l'odore del mare, alla maniera delle poetiche sinestesie, e mi piace l'idea di visualizzare ad alta voce un percorso immaginario che è solo mio, fra l'ora in cui ho deciso di portarmi un libro a casa e l'istante in cui quella storia mi è finita fra le mani per via dell'inevitabile fine corsa o capolinea, anche detto "ultima pagina".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Mi chiedo spesso per quale motivo mi ostini a scrivere impressioni su alcuni dei libri che leggo e su ogni altra cosa. Forse continuo a farlo per costringermi ad un esercizio di riscrittura sul già scritto, tipo una staffetta fra autore e consumatore a tratti consumato dalla propria idea del consumo di quel che sia. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">E' facilissimo trovarsi incastrati in pareri che non hanno molto a che fare con l'idea che stava dietro agli intenti della creazione. Mi chiedo a quel punto, come si senta lo scrittore. Frustrato? O forse è già altrove? e io, ho capito quello che andava capito? </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Fra la Mondadori, che è dove ho acquistato il libro, e l'ultima pagina letta, ci sono dieci minuti a piedi dalla città verso il mare, sette caffè ed un prosecco. La deviante alcolica l'ho inaugurata a metà del libro precedente, "<a href="https://lestanzeletterarie.blogspot.com/2022/05/atti-osceni-in-luogo-privato-marco.html" target="_blank">Atti osceni in luogo privato. Marco Missiroli</a>" e mi è piaciuta, ma è importante farlo quando gli eventi esigono un approccio più partecipato. Niente sbornia, solo un brindisi alla scelta. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Se è vero che ciò che attiene alla biografia si nutre di "verità" ameno negli intenti, abbiamo verificato tante volte il bisogno da parte degli autori, ma anche di tutti noi, nella vita di ogni giorno, di abbellire, trasfigurare, trasformare in verosimile se non proprio inventare gli eventi narrati al punto da risultare credibili, e così può capitare che un romanzo di formazione, si concentri sulla de-formazione, su ciò che ha incrinato la linea dritta che, a volte, gli adulti non si preoccupano neanche di illustrarti, tanto pensano che non ti appartenga, soprattutto se a casa c'è qualcuno che sembra più brillante di te. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Non ho mai sentito il bisogno della veridicità della storia, a me basta che sia scritta in modo incisivo ed interessante, e che sia quanto più <i>onesta</i> possibile. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Si insinua spesso fra le righe, un improvviso momento di ilarità ed imbarazzo, perché se la gente ride fissando il telefono, nessuno ci vede niente di strano, ma se uno ride leggendo, un attimo viene notato, e si, Zerocalcare l'aveva detto, ma non è questo il punto e neanche la virgola. Il ridere, intendo... </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sii te stesso, sempre! recita il noto slogan di successo.</div><div style="text-align: justify;">Il problema è che "te stesso" non esiste, ma chi si prenderà la briga di informarti sui fatti? E' tutto un lavoro di costruzione di ponti, strade e sentieri nel mezzo di proiezioni che la gente ci tira addosso dall'anno zero. La maestra, mamma e papà, nonna, gli zii, il fidanzato, il passante, e noi assorbiamo o respingiamo, a volte mescoliamo, e finiamo col ricreare un'immagine del nostro essere che raramente somiglia davvero a ciò che siamo, anche se vorremmo pensarci con dei confini esatti addosso.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">La Arnoux che mancava in Italia, leggo. </div><div style="text-align: justify;">La Arnoux non l'ho letta, non ne ho mai voglia perché tutti mi dicono che mi piacerebbe moltissimo, però la Raimo si, e mi è piaciuta la sensazione di lontana sorellanza con una persona che rifiuta di farsi scattare la foto col vestito della festa e quasi si compiace di venire sfocata, per il gusto di non voler somigliare a chi in uno scatto vuole vedere la posa precisa ed immacolata, sapendo benissimo di essere davanti ad un obbiettivo professionale. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1HRZ7PsRonLPRF-E8Mr4xjz46PHwmAAAz48j8WvWObdHy73e8r7WKKoshc0qCp1LQ-_Q0z8MFaZuFdWKuH0l78yWN42WIE2oVWi7wJuu_cw5hKfJPf4gHLy-rLtqGL51HJM50nulfJ_B97A4ysdQk4kaprt8r4pScA-2AQ2Ym7eHDNrCANtjnMGUP/s1080/IMG_20220525_114008_492%5B1%5D.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1HRZ7PsRonLPRF-E8Mr4xjz46PHwmAAAz48j8WvWObdHy73e8r7WKKoshc0qCp1LQ-_Q0z8MFaZuFdWKuH0l78yWN42WIE2oVWi7wJuu_cw5hKfJPf4gHLy-rLtqGL51HJM50nulfJ_B97A4ysdQk4kaprt8r4pScA-2AQ2Ym7eHDNrCANtjnMGUP/w200-h200/IMG_20220525_114008_492%5B1%5D.jpg" width="200" /></a></div><br /><div style="text-align: right;"><i>"una persona sentimentale pensa che le cose dureranno, </i></div><div style="text-align: right;"><i>una persona romantica spera disperatamente che non durino". </i></div><div style="text-align: right;"><i>Pag 159 Niente di vero. </i></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><div><br /></div></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br style="background-color: white; color: #262626; font-family: -apple-system, BlinkMacSystemFont, "Segoe UI", Roboto, Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px;" /><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><br /></div><div style="text-align: left;"><div style="text-align: justify;"><br /></div></div>Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-83658683327461429762022-05-11T10:58:00.001+02:002022-05-11T10:59:49.560+02:00Atti osceni in luogo privato. Marco Missiroli. <p style="text-align: right;"><i>"Alla fine uno si sente incompleto ed è soltanto giovane"</i> Italo Calvino</p><p style="text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0Fzm3tSMJX0UosDfwOhc7olilbJub4E8nTSQth8bwlPPV3JcCNk3f64fbbhJET9qwIHlUrmlXw_VvskXcCZ7VCs6PoFfOAI7Mm1IylhQPdms_Y-Zxoy0ztmeoBuQcVGz_B4Gf8T-KNI5PEegAK1EF4QUexMkfly4BmFdzXpAyeOHXVSIrL4mCRwSy/s720/IMG_20220505_133816_949%5B1%5D.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img alt="Atti osceni in luogo privato." border="0" data-original-height="720" data-original-width="720" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0Fzm3tSMJX0UosDfwOhc7olilbJub4E8nTSQth8bwlPPV3JcCNk3f64fbbhJET9qwIHlUrmlXw_VvskXcCZ7VCs6PoFfOAI7Mm1IylhQPdms_Y-Zxoy0ztmeoBuQcVGz_B4Gf8T-KNI5PEegAK1EF4QUexMkfly4BmFdzXpAyeOHXVSIrL4mCRwSy/w200-h200/IMG_20220505_133816_949%5B1%5D.jpg" title="Marco Missiroli." width="200" /></a> Colonna sonora personale: <i>Lift, Radiohead.</i></p><p style="text-align: right;"><i>"This is the place, sit down, your safe now" </i></p><p style="text-align: justify;">Marco Missiroli. Atti osceni in luogo privato. Prima edizione, 2015. Quinta edizione 2020. Edizioni universale economica Feltrinelli. 249 pagine diviso in sei parti. In copertina:<i> L'origine du monde</i>, fronte retro (mi piace pensarlo così) </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFeIW8RVYqBSVPq24GoZgU8SVRTT28CkYzZ1id_OhnQLxnRwYxIFsGCTRi4klF5xUH3BACTU_5wI2UeSZHqalsnxvRs6HK2VM6RUUQEtnNyJtfXDW4efQtnBYEhwMHq9nURsK6cCXmSNzPjO53mKOMfwfSwz1-RuIRYa2mDMWaBudx-l1fAecvEm_H/s1080/IMG_20220505_133816_587%5B1%5D.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhFeIW8RVYqBSVPq24GoZgU8SVRTT28CkYzZ1id_OhnQLxnRwYxIFsGCTRi4klF5xUH3BACTU_5wI2UeSZHqalsnxvRs6HK2VM6RUUQEtnNyJtfXDW4efQtnBYEhwMHq9nURsK6cCXmSNzPjO53mKOMfwfSwz1-RuIRYa2mDMWaBudx-l1fAecvEm_H/w200-h200/IMG_20220505_133816_587%5B1%5D.jpg" width="200" /></a></div><br /><p style="text-align: justify;">Nel 2017 acquistai questo libro su consiglio di scrittori affermati i quali, all'unisono urlavano "al miracolo" e "correte a leggerlo". Per me era un periodo di lutto e distacco da argomenti e luoghi che qui invece, godono di vita eterna, quindi l'ho detestato a pelle e, tempo sessanta pagine, l'ho regalato. </p><p style="text-align: justify;">Qualche settimana fa ho deciso di riprovarci, ma non so bene per quale motivo, così mi è toccato riacquistarlo e sono ripartita da capo. Cinque anni sono tanti rispetto ad alcuni lutti, e così ho potuto usare il libro per tornare su argomenti che ormai avevo sepolto. Un viaggio "A ritroso", per dirla col titolo di un altro libro per me, essenziale.</p><p style="text-align: justify;">Alla maniera degli "<i>hommes libres</i>" di Fahrenheit 451 di Orwell/Truffaut, quasi tutti i personaggi del romanzo sono legati ad un libro che li identifichi in profondità, e due su tutti sembrano creare un <i>fil rouge </i>fra i personaggi, ovvero: "<i>L'étranger</i>" di Albert Camus, e "<i>Mentre morivo</i>" di William Faulkner. </p><p style="text-align: justify;"></p><blockquote style="text-align: justify;">"Oggi mamma è morta. O forse ieri, non so. Ho ricevuto un telegramma dall'ospizio: <i>"Madre deceduta. Funerali domani. Distinti saluti".</i> Questo non dice nulla: è stato forse ieri... ho chiesto due giorni di libertà al principale e con una scusa simile non poteva dirmi di no, ma non aveva l'aria contenta. Gli ho persino detto "Non è colpa mia" Così inizia L'étranger di Camus. </blockquote><p style="text-align: justify;">Anche nel libro di Faulkner muore una madre.</p><p><i></i></p><blockquote style="text-align: justify;"><i>"..E forse fu quella la prima volta che lo scoprii, che Addi e Burden poteva fare qualcosa di nascosto: lei che aveva cercato di insegnarmi che in un mondo dove c'è l'inganno, nient'altro può essere tanto brutto o tanto grave, nemmeno la miseria. </i>Aggiunsi che il qualcosa di nascosto scoperto in mia madre era la dignità di scegliere". Pag 247 Atti osceni in luogo privato. </blockquote><p style="text-align: justify;">Nel mezzo di una parentesi letteraria "materna", si innesta una trama "figlia" che si presenta al lettore attraverso una madre che parla a suo figlio dell'utero, ponendolo alla base della modernità, e intanto gli cucina dei cappelletti, simbolo per antonomasia di una tradizione "femmina" per nulla moderna, e anzi, molto legata al ruolo di madre-donna custode delle esigenze pratico-alimentari della famiglia. Col tempo però, i cappelletti si trasformano in madelaines prustiane, capaci di tenere in vita ciò che non esiste più, attraverso i sensi, chiamati in causa piuttosto spesso in tutto il libro così come nelle nostre vite, ci piaccia oppure no. Di questo aspetto ho amato la naturalezza. Somiglia alla vita. </p><p style="text-align: justify;">Il figlio della promotrice del binomio utero-modernità si chiama <b>Libero</b>, ed il suo nome suona come un augurio che i genitori gli fanno all'anagrafe. </p><p style="text-align: justify;">Il libro è diviso in sei capitoli che pongono enfasi sulle fasi della vita: </p><p style="text-align: justify;"></p><ol><li>Infanzia (12 anni. 1975. Paris)</li><li>Adolescenza (16 anni. 1980.) </li><li>Giovinezza (19 anni. 1983)</li><li>Maturità (23, 25 anni, Milano) </li><li>Adultità, (sui 30/34) </li><li>Nascita (poco dopo) </li></ol><div style="text-align: justify;">Per tutto il tempo del racconto, il ragazzo cercherà di capire come
somigliare quanto più possibile al suo nome, ad <i style="font-family: inherit; font-size: 12pt; text-align: justify;">un homme libre, ou
mieux, à un homme qui essaie de devenir libre.</i><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt; text-align: justify;"> Ma il punto è, come si diventa liberi? e cosa significa esattamente? </span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt; text-align: justify;">Li</span><b style="font-family: inherit; font-size: 12pt; text-align: justify;">v</b><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt; text-align: justify;">re/Li</span><b style="font-family: inherit; font-size: 12pt; text-align: justify;">b</b><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt; text-align: justify;">re distano appena una lettera in francese, ed anche in italiano: Li</span><b style="font-family: inherit; font-size: 12pt; text-align: justify;">b</b><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt; text-align: justify;">ro/Li</span><b style="font-family: inherit; font-size: 12pt; text-align: justify;">be</b><span style="font-family: inherit; font-size: 12pt; text-align: justify;">ro. </span></div><div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div><div style="text-align: justify;">Nel libro si parla anche di madri cinematografiche portatrici di severi e necessari insegnamenti, una su tutte aleggia, non citata, ma più ingombrante delle altre, ed è Libero stessa ad evocarla: </div><div><blockquote style="text-align: justify;">"...Quel film aveva la capacità di liberarmi. <i>Antoine Doinel</i> ero io e anche io volevo un mare nel mio finale di racconto". Pag 61 Atti osceni in luogo privato. </blockquote><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMim4xNeVF9feVgjTVo5K--P7hu7zOhB0MSxksPd2Hgbi2SLNFPaxkA3bSNDanwBd_LiMzG7ALjve8fJkasP9GFG5gIvZZtukFRqgtyiB-zW34M8Bf0IJKCC9-9lczwfpCFh8KM42UiqQ2H3JOyhk4R0qs4gqwf65RPkf8ykuXWwWnBqOJL8B_CBZy/s792/400colpi.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="337" data-original-width="792" height="85" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMim4xNeVF9feVgjTVo5K--P7hu7zOhB0MSxksPd2Hgbi2SLNFPaxkA3bSNDanwBd_LiMzG7ALjve8fJkasP9GFG5gIvZZtukFRqgtyiB-zW34M8Bf0IJKCC9-9lczwfpCFh8KM42UiqQ2H3JOyhk4R0qs4gqwf65RPkf8ykuXWwWnBqOJL8B_CBZy/w200-h85/400colpi.jpg" title="I 400 colpi, scena finale." width="200" /></a></div><p><span style="text-align: justify;">L'altra madre è "la madre ostile" di </span><i style="text-align: justify;">Antoine Doinel,</i><span style="text-align: justify;"> nel film "I 400 colpi", un'opera cinematografica figlia della Nouvelle vague, che si chiude su un lungo piano sequenza focalizzato sulla fuga di Antoine dal riformatorio verso il mare. Ricordiamo che "la mer", il mare, in francese è femminile è si pronuncia come "La madre" ovvero "la mère".</span></p><p style="text-align: justify;">Ho letto critiche nelle quali il mare, nel film, è un simbolo del liquido amniotico, e dunque evoca il desiderio frustrato di Doinel nei confronti di una madre ostile, che è meta ed al contempo, ostacolo naturale invalicabile. La madre di Doinel aveva un amante, e le sorti di Antoine si incrinano del tutto quando per caso la scopre con lui in città e cerca invano un patto di lealtà col padre. Anche la madre di Libero ha un amante, e anche la vita di Libero, adolescente, subisce un cambiamento quando vede coi suoi occhi, per caso, l'atto carnale del tradimento che infrange un patto, che incarna la menzogna, che fa del male gratuito al padre, e che asseconda un'inclinazione naturale degli uomini e delle donne, senza contare gli effetti collaterali del voyerismo, al quale, a volte, risponde la carne prima che la mente. </p><p style="text-align: justify;">Il <b>tradimento</b> si presenta in questo libro come una tara genetica, un fatto inevitabile, tuttavia, a grandi linee, sopraggiunge la coscienza di una banale evidenza, e cioè che si sopravvive, perché la gente si resetta, ricomincia altrove, come è successo in parte a Marie, meno a Mr Marsell, il padre del ragazzo, e non sappiamo che ne è stato di Mario.</p><p style="text-align: justify;">I corpi si cercano per istinto, si trovano per alchimia, e resistono se c'è quel di più, che fa del corpo un luogo di inizio e non di consumo e fine. </p><p style="text-align: justify;"><b>Duras, Miller o Nabokov, o ancora Kundera? </b></p><p style="text-align: justify;">I libri, come dicevo, sono mappe mentali, stradari generazionali, luoghi che portano verso altri luoghi ed altre persone, possibilmente affini, e la lista è lunga, perché accompagnano tutta la vita del ragazzo, anche quando non riesce a leggere e si affida al karma del cammino, della strada. Tutto suona come qualcosa di udibile, in musica, o guardabile al cinema o leggibile sui libri, ed è bello che ci siano così tanti rimandi, perché non esiste un uomo libero che non abbia attraversato con la mente almeno qualche libro fondamentale, per questo il ragazzo, complice Camus col suo Etranger, decide di studiare giurisprudenza. Vuole stare dalla parte giusta del mondo ed aiutare i senza diritto in lotta contro i titani della legge, ma poi ci ripensa e decide di insegnare, giacché capisce che l'affermazione del soi-mème<i><span style="font-size: 18px;"> </span></i>permette agli individui di crescere, e soprattutto, capisce che il personaggio di Camus era estraneo a se stesso, e dunque era impossibile per chiunque poterlo aiutare. </p><p style="text-align: justify;"></p><blockquote style="text-align: justify;"><i>"Meursault di Camus, il mio Straniero, non doveva essere liberato da qualcuno. Era lui che si sarebbe dovuto liberare, prima della morte della madre, prima della solitudine apatica e dell'istinto omicida che covava, prima di diventare étranger. Giustizia o ingiustizia sono inutili per chi perde soi mème."</i> Pag 213</blockquote><p></p><p style="text-align: justify;">I luoghi cardine del romanzo oscillano fra <b>Parigi e Milano. </b></p><p style="text-align: justify;"></p><blockquote style="text-align: justify;"><i>"Allungai il collo dal finestrino e sbirciai la mia Parigi che dall'alto è d'argento. Adieu, e la disprezzai con tutto me stesso per la sua bellezza folgorante"</i> Pag 110</blockquote><p style="text-align: justify;"><b>Parigi, </b>la <i>ville lumière<b> </b></i>del mito letterario-cinematografico, in particolare, la terra della <i>nouvelle vague, dell</i>'esistenzialismo di Sartre e Camus, passando per <i>Les deux magots</i>, un locale frequentato dal padre di Libero, un uomo mite, di sinistra, sostenitore di rimedi omeopatici, paziente, silente eppure essenziale. Nel 1980, in quel bar succede un fatto enorme, muore un anziano frequentatore, col quale il ragazzo aveva scambiato <i>deux mots;</i> era <i>Jean-Paul Sartre</i>, legato a Camus da un rapporto tutto sommato conflittuale, spesso i due vengono riassunti nei libri di testo, sotto la voce "Esistenzialismo", ma uno dei due non era poi così d'accordo.</p><p style="text-align: justify;">Il decesso dell'autore de "L<i>a nausée"</i> crea una nuvola di orfani bisognosi di padri di ideologie, costretti ad accontentarsi di quel che resta, e soprattutto costretti ad assistere alla nascita di un nuovo polo di attrazione turistica nella città in cui tutto o quasi, nel tempo diventa pseudo museo. Di questa Parigi multietnica e culturale, viene mostrata anche la <i>negritudine</i>, non quella di Cèsar e Senghor, non direttamente, ma quella di Lunette, la farfalla nera, l'attrazione primordiale, l'iniziazione verso un mondo che si scardina dalla prima persona singolare e si avvia alla pluralità. </p><p style="text-align: justify;"><b>Milano</b> è nel libro, il luogo del ritorno, del cambiamento, è un posto caotico ma essenziale, è il traffico di Parigi senza Parigi, è qualcosa di vicino alle atmosfere della dolce vita, fra un'ombra di Mastroianni e l'evocazione di una splendida Cardinale, è il luogo nel quale Libero può vivere da cane sciolto, è l'area dell'accumulo, della "carneficina", della lista per il gusto della lista, con quel senso di attrazione e vuoto che solo le liste sanno generare, è la città degli "atti osceni", questioni private nelle quali, sembrerebbe, ci si sporca le mani, e invece sono essenziali per crescere e forse per consumarsi e poi la fine, la promessa di un nome che sembra essere mantenuta. </p><p style="text-align: justify;">Grazie Missiroli per questo viaggio in autostop che ho consumato di fronte al mare, coi piedi sulla sabbia, ascoltando<i> Lift</i>, dei Radiohead "<i>this is the place, sit down, you're safe now</i>", di fronte alla mia mer, ai miei ricordi, ai libri ed ai film che mi hanno permesso di fare qualche passo in avanti, anche se, <i>melheureusement, je ne m'appelle pas Libera</i>, e Marie mi ricorda qualcuno che conosco, ma poco importa alla fine.<i><b> </b></i></p><p style="text-align: center;"><i><b>"I morti sanno solo una cosa, che è meglio essere vivi". </b></i></p><p> Merci cher Marco. </p><p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><p></p><p> </p><p></p>
<iframe frameborder="0" height="270" src="https://youtube.com/embed/QBGaO89cBMI" width="480"></iframe></div></div></div>Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-18957204427785884692022-04-26T00:29:00.008+02:002022-04-26T00:35:14.484+02:00Vite, a limite.<p style="text-align: justify;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIT_mYsX5XTu0inDj2JIQ-eD6G-Hh_bXUEJUmwldN3ubHkBdrViFJEyiM_kYXAzpG0D39wg8IcMLEy4DT48LeoDS79dbqXDujhOEZ_ugKUfSSRqdeAhzqBBcW_fU-eo9dU53fTMelvLUE50_8lR4STGUs134W3cErmOuWDy2__gsDwmxSon4GAbFuz/s526/piccolo%20mondo.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="526" data-original-width="526" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIT_mYsX5XTu0inDj2JIQ-eD6G-Hh_bXUEJUmwldN3ubHkBdrViFJEyiM_kYXAzpG0D39wg8IcMLEy4DT48LeoDS79dbqXDujhOEZ_ugKUfSSRqdeAhzqBBcW_fU-eo9dU53fTMelvLUE50_8lR4STGUs134W3cErmOuWDy2__gsDwmxSon4GAbFuz/s320/piccolo%20mondo.jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p><p dir="ltr"></p><div style="text-align: justify;">Possiedo questo piccolo mondo in questa piccola mano situata davanti ad un piccolo dipinto ed un piccolo disegno contenente una vecchia storia, in una piccola stanza, in cima ad una grande libreria che dà su una grande finestra, mentre in TV si parla di donne immense, larghe come continenti, delimitate da confini invalicabili.</div><div style="text-align: center;"><b>Vite al limite, e poi?</b></div><div style="text-align: justify;">Mondi sommersi nell'adipe, galere ambulanti, psicopatologie di gruppo, sociologia della materia ingoiata, volgare bulimia, violenza estrema subita due volte, da fuori e da dentro, raccolta in sacchetti o su piatti pieni. Segue incessante masticazione, resa possibile dal costante "aiuto" di bipedi ambulanti ad infermi inchiodati nei loro letti, tipo esilio volontario dal proprio possibile.</div><div style="text-align: justify;">Uomini malsani attratti da donne immobili e sformate, anestesia dei sentimenti, del possibile. Dolore non raccontabile ingrassato ai massimi livelli. Mondi enormi, che non possono essere contenuti da quelle dita, troppo larghe, troppo impegnate a prendere cibo da masticare. Mani di legno che provano a picchiare su pareti di lardo ormai stratificato che non sente più nulla se non il senso del limbo, che recita incessante:</div><div style="text-align: center;"><b>"Così non si va avanti, da qui non si torna indietro".</b></div><div style="text-align: justify;">Non resta che l'ultima spiaggia, il bisturi, preceduto dalla gogna mediatica per ottimizzare i costi di interventi ad altissimo rischio, e poi la lama del dio dei grassi, che segna nuovi confini su terre devastate.</div><div style="text-align: justify;">Solo due su dieci nel lungo periodo sopravvivono a loro stessi. Non conosco tragedie peggiori dell'autoannientamento. Nessuno può salvare nessuno, se il nemico risiede nello corpo della vittima.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Vite a limite, è una trasmissione drammatica, dai toni shakespeariani. Roba amletica, stile "Essere o non essere" e la risposta è <i>non essere</i>, ma provarci come se avesse senso. </div><div style="text-align: justify;">Anche questa è guerra, e richiede liberazione, compassione, che è passione da condividere, non da alimentare.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div>
<span style="background-color: #1877f2;"><div style="text-align: justify;"><br /></div></span>
<p></p>Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-6859734883484108132021-10-25T10:29:00.002+02:002021-10-26T15:29:58.265+02:00Peter Cameron. Coral Glynn.<p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2DvcBP_8pbmDHQoTjnpQ6GCf-2kmINJDzbZqYXlo4bOrLE7LwBjWZBPsiyyGvn5a7heGZn1lVXUjcVGUDoYq48muIUjOWxuyVilX91yptfbLHQ-wV1x74sh-YIGqrOid_wmWeXvbrhy0/s568/download.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="568" data-original-width="364" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2DvcBP_8pbmDHQoTjnpQ6GCf-2kmINJDzbZqYXlo4bOrLE7LwBjWZBPsiyyGvn5a7heGZn1lVXUjcVGUDoYq48muIUjOWxuyVilX91yptfbLHQ-wV1x74sh-YIGqrOid_wmWeXvbrhy0/s320/download.jpg" width="205" /></a></div><br /><p>Peter Cameron</p><p>Coral Glynn 2012. </p><p>Edizioni Adelphi. </p><p>212 pagine. Diviso in 5 parti </p><p>Traduzione di Giuseppina Oneto. </p><p>In copertina: Private passion, dipinto di Duncan Hannah. 2012. </p><p>Mia personale colonna sonora: Keep the streets empty for me. Lana Ray.</p><p><br /></p><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px; text-align: left;"><p style="text-align: right;"><i>"Aveva deciso di non accontentarsi di una vita scialba, quella che si aspettavano da lei i pochi che pensavano di conoscerla... Si sarebbe spinta nel mondo, per vedere se riusciva a trovare qualcuna delle cose piacevoli di cui aveva letto nei libri"</i><span style="text-align: left;"> </span><span style="text-align: left;"> </span></p></blockquote><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px; text-align: left;"><p style="text-align: right;"><span style="text-align: left;">Anthony Trollope.</span><i style="text-align: left;"> Miss Mackanzie 1865.</i></p></blockquote><p style="text-align: justify;">Cameron estrapola questa frase dal romanzo di Trollope per introdurre il lettore alla sua narrazione, quindi immagino ci sia un nesso, a partire dal fatto che le due donne sono infermiere. Sbirciando qualcosa via web, intuisco che sarebbe interessante leggere <i>Miss Mackanzie</i>, per capire dove iniziano le distanze fra questi due libri, e dove il discorso continua, attualizzato fino ai tempi del romanzo, cioè nel 2012. Riporto ciò che leggo, e pare fosse una dichiarazione di Trollope: <span style="font-family: inherit;"><i>"<span style="background-color: white; color: #202122; text-align: left;">Miss Mackenzie was written with the desire that a novel may be produced without any love; but even in this attempt it breaks down before the conclusion."</span></i></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #202122;"><span style="background-color: white;">Come ho già detto, il testo è diviso in <b>cinque parti</b>, quasi rigido e chiuso nel suo schema, e l'ultima, la più breve, è la più distante dalle altre, in ogni senso possibile, oltre che quella nella quale sento di più la presenza del romanziere che, dall'alto, sistema tutti i suoi personaggi, ancorandoli al loro destino. Nei libri, infatti, spesso le vite si evolvono per forza di cose, e tutto sembra allinearsi per permettere al sipario di poter calare sotto gli occhi dello spettatore, un po' inquieto ed un po' grato per questo gioco di illusioni, che porta sempre da qualche parte, lungo la via che, infine, conduce tutti a casa. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #202122;"><span style="background-color: white;">Coral, è il perno attorno al quale tutto si avvolge e si svolge. Lei è un'infermiera e non ha famiglia, un fatto che finisce col catturare le attenzioni generali. Una persona, soprattutto se è donna, ha bisogno di una madre, una sorella, qualcuno. La ragazza è confusa, e quando parla, sbaglia a confidarsi, così come quando tace, dovrebbe invece parlare. Decide di sposare il figlio della sua ultima paziente, appena deceduta, ma ha mille comprensibili dubbi, e poi, per colpa di un tragico equivoco, dovrà lasciare la città per recarsi a Londra, dove potrà iniziare una nuova vita. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #202122;"><span style="background-color: white;">Il maggiore Hart, è un uomo silenzioso e malinconico che ha subito una menomazione alla gamba durante la guerra, e questo gli impedisce di cercare donne in genere. Decide che Coral è la sua ultima possibilità di essere felice, al contempo, non si capisce bene entro che limiti ricambi le attenzioni di Robin, suo amico che si dice innamorato di lui e, in qualche modo, ricambiato. </span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #202122;"><span style="background-color: white;">Siamo tutti soli e figli di circostanze, in parte dettate dalla ragione, in parte dal buon senso, sembrerebbe. Coral non arretra di un passo. Procede fino al suo finale, ai miei occhi inverosimile. La donna della quinta parte, sembra un'altra rispetto a ciò che avevo pensato di lei fino a quel momento. </span></span><span style="background-color: white; color: #202122;">Ciò che conta, è che a quel momento, sono arrivata surfando sulle lettere, trasportata, una pagina dopo l'altra, da un incalzare di eventi e riflessioni, che sono, direi, la ricetta del bravo scrittore che è Cameron, di cui ho parlato anche in merito al suo "</span><a href="https://lestanzeletterarie.blogspot.com/2021/06/peter-cameron-cose-che-succedono-la.html">Cose che succedono la notte</a><span style="background-color: white; color: #202122;">", semplicemente fantastico. (Per chi volesse, allego qui il link al post. Basta cliccare sul titolo del libro). </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #202122;"></span></p><blockquote style="background-color: white;"><span style="color: #202122;"><i>"Amicizia: che parola difficile, insoddisfacente. Un sentimento di scarso valore: di notte non ti scalda, e non si può neanche toccare. L'amicizia ti dà solo un pochino di una cosa di cui hai bisogno in grande quantità, e a poco a poco ti affama, ti debilita, ti distrugge"</i>. Pagina 165. Coral Glynn. </span></blockquote><p><span style="color: #202122;"> E anche... Il Maggiore, informato da Dolly, moglie del suo amico, circa l'imminente divorzio, chiede alla donna se non sentirà la mancanza di Robin e lei risponde:</span></p><blockquote><p><span style="color: #202122;"><i> "Ovvio, ma vedi, io non l'ho mai davvero avuto, mi è sempre mancato. Forse è meglio perdere del tutto una cosa che stare aggrappati ai pezzi che ci sono concessi".</i> Pagina 170 Coral Glynn. </span></p></blockquote><p><span style="color: #202122;"><span style="background-color: white;">Per gioco, mi piace associare i libri che leggo, a dei brani musicali che ascolto mentre leggo. <a href="https://youtu.be/jWFb5z3kUSQ">"Keep the street empty for me"</a>, di Fever Ray, mi sembra molto indicato per questo libro. </span></span></p><p><br /></p><p><br /></p><p><span style="color: #202122;"><span style="background-color: white;"><a href="https://youtu.be/xQZ-uhAyBt0" target="_blank">Cameron presenta il suo libro nel 2012. </a><br /></span></span></p><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="color: #202122;"><span style="background-color: white;"><br /></span></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white; color: #202122; font-family: inherit; text-align: left;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><br /></p>Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-64228070877479594692021-06-12T09:23:00.002+02:002021-06-12T09:33:00.047+02:00Peter Cameron. Cose che succedono la notte <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUKcvLy_836WTyEwnmabX7edhwk2RjcyAPj7w422cypwnzDOYC87VYvjyjP_lzXxMCa3ocJD6sEmYlsz55Oa_GsKAQasrlgn6pHh55AC4QYNlshTvSJI7bxL0VWZ4HtuQxTLZqD3QJqwQ/s519/cameron+cose+che+succedono+la+notte.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="519" data-original-width="330" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUKcvLy_836WTyEwnmabX7edhwk2RjcyAPj7w422cypwnzDOYC87VYvjyjP_lzXxMCa3ocJD6sEmYlsz55Oa_GsKAQasrlgn6pHh55AC4QYNlshTvSJI7bxL0VWZ4HtuQxTLZqD3QJqwQ/w127-h200/cameron+cose+che+succedono+la+notte.jpg" width="127" /></a></div><div>Peter Cameron</div><div><div>Cose che succedono la notte/ <i>What Happens at Night.</i> </div><div>2020.</div><div>Edizioni Adelphi. </div><div><br /></div><div>241 pagine. 7 capitoli. </div><div><div>Traduzione di Giuseppina Oneto. <br />Foto di copertina dal progetto <i>Confederate moons, </i>di Gregory Halpern. </div><div><i>"In memoria di Eric Ashworth e Irene Skolnick con grande affetto"</i></div><p>Mia personale colonna sonora: <i>Street spirit (Fade out), Radio Head.</i></p><div><div style="text-align: right;"><i>"Miss Goering levò gli occhi al cielo, </i></div><i><div style="text-align: right;"><i>sperando ardentemente di vedere le stelle. </i></div></i></div><div><div style="text-align: right;"><i>Rimase ferma a lungo, </i><i>senza mai abbassare lo sguardo, </i></div><i><div style="text-align: right;"><i>ma non riuscì a capire se le stelle ci fossero davvero, </i></div></i><i><div style="text-align: right;"><i>perché apparivano e svanivano così di fretta </i></div></i><i><div style="text-align: right;"><i>da sembrare una visione, e non stelle reali". </i></div></i><span><div style="text-align: right;">Jane Bowles<i><b>, Due signore per bene</b></i> </div></span></div><p style="text-align: justify;">Libri e persone, così come persone e persone, a volte devono il loro incontro al caso, al sentimento del momento, o più banalmente, ad una simpatia istintiva che la frequentazione potrà in seguito confermare o deludere. Io sono giunta a Cameron per motivi, diciamo pure, autobiografici. Mi è capitato di lavorare di notte per tutto l'anno, di dovermi alzare a mezzanotte, come una Cenerentola contromano, così il tempo che, per tradizione, voi riservate ai sogni, io l'ho dedicato ai vostri di sogni, quelli materiali, che acquistate on line e che vi arrivano sotto forma di pacchetti, la mattina dopo. Sogni materiali, vostri al cento per cento. Io ho preso parte al meccanismo <i>magico</i> -se solo fossimo fiabe- che ha permesso a quegli oggetti di arrivare a voi. Le mie notti sono state pertanto, il luogo di gran parte dei miei eventi. Sono state ore in cui succedevano cose. Come resiste ad un titolo così evocativo? </p><p style="text-align: justify;">Altro motivo d'attrazione, l'inizio crepuscolare, in linea col titolo. </p><p style="text-align: justify;"></p><blockquote style="text-align: justify;">"<span style="font-style: italic;">La sera scese con un'immediatezza snervante, come un sipario abbassato in fretta su uno spettacolo amatoriale andato nel peggiore dei modi. E poco dopo l'uomo si rese conto che il buio non era dovuto al tramonto del sole ma al treno, entrato in una fitta foresta dopo aver percorso distese di neve per l'intero pomeriggio. Gli abeti, alti e compatti, si stringevano intorno ai binari, simili a scolari accalcati davanti alla finestra della classe per vedere meglio uno spaventoso incidente accaduto in strada</span>". </blockquote><p></p><p style="text-align: justify;">Inizio crepuscolare, buio, poetico e quasi cinematografico. </p><p style="text-align: justify;">Amo i libri che scelgono di dividere i capitoli con semplici numerazioni, in questo caso, da uno a sette, come i giorni della settimana, quelli che, secondo leggenda, servirono al creatore per crearci. </p><div style="text-align: justify;"><b>Plot per sommi capi.</b> <br />Una coppia di americani di cui non sapremo mai il nome, viaggia su un treno, diretta verso un nord Europa da definire, per adottare un bambino. I due si tuffano letteralmente nella neve e riescono, non senza difficoltà, a raggiungere il <i>Grand Imperial Hotel,</i> ambiente d'altri tempi, luogo freddo ed essenziale che ospita poche ed originali forme di vita, come accade spesso, forse per esigenze di copione, in tutti i libri e film che ambientano le loro trame in Hotel di questo tipo. Se stai pensando a <i>Shining</i>, direi che non sei troppo lontano dalla mia idea di riferimento. Idem per <i>Gran Budapest Hotel,</i> almeno per il setting. </div><p style="text-align: justify;"><i>Livia Pintheiro-Rima,</i> è la figura che, su tutte, ha catturato ogni mia attenzione. Quella donna potrei o vorrei essere io. E' vecchia abbastanza da potersi permettere il lusso della verità, così come della menzogna, passando per perle di saggezza che dispensa con ironia ed affetto ai due di passaggio, risultando, di fatto, il perno del loro cambiamento individuale e di coppia. </p><p style="text-align: justify;">Adottare un figlio, accettare una malattia, cercare soluzioni dove non ce ne sono, depositare il sogno ed arrendersi all'evidenza che non si avvererà. Cedere al sesso ed a tutte le cose che succedono di notte, quando togliersi i vestiti significa spogliarsi anche della maschera che di giorno indossiamo, e poi tornare. Non esiste viaggio che non preveda ritorno, cambiamento incluso, possibilmente, quando il sole si prepara a portare la luce sul mondo. Il libro è dunque un lungo viaggio di due persone su un treno, ai capi estremi del giorno e della notte, senza mezze tinte, durante un tempo che finisce in fretta e che pure sembra non voler più finire. </p><p style="text-align: justify;">Non so bene se abbia senso consigliare la lettura di un libro a qualcuno. Le esigenze che ci muovono verso cose, idee e situazioni, rispondono spesso ad esigenze diverse. I nostri libri siamo noi. Quanto a me, un libro così vorrei leggerlo spesso. E' un'opera letteraria che somiglia alla mia idea di opera letteraria, pertanto si tiene sulle parole più che su complicati intrecci e situazioni. E' un'opera suggestiva, introspettiva, di confine, di un'onestà che invoglia a vedersi con onestà, magari di notte, mentre si viaggia in macchina per andare a smistare due pacchi, o chissà per quale altro motivo, ascoltando i Radio Head. Street spirit, e niente altro. </p><p style="text-align: justify;">Qui di seguito, una riflessione da parte di <i>Livia Pintheiro-Rima, </i>indirizzata all'uomo di cui stiamo leggendo le sorti, al futuro padre che sarà, ma anche a tutti i lettori. </p><p style="text-align: justify;"></p><blockquote style="text-align: justify;"><i>"...Da giovane, quando ero agli inizi ... e anche in seguito, quando giovane non lo ero più, per quasi tutta la vita, in pratica, ho desiderato fare l'amore con chiunque incontrassi. Certo, non proprio con tutti, ma con tanti si, uomini e donne. In un certo senso mi sembrava un delitto essere viva, essere su questa terra, senza fare l'amore con tutti. non ero ninfomane, no. Il fatto è che vedevo con una chiarezza devastante le ferite che rendevano gli altri degni d'amore, vedevo in loro quel meraviglioso spazio sacro che aveva bisogno di carezze. E una volta che hai visto queste cose, è difficile non amare chi hai davanti, uomo o donna che sia. Almeno, era difficile per me. Fece un'altra pausa, ma poiché l'uomo continuava a tacere, riprese: Capisci, ho paura di morire dentro. Certo, con te non posso fare l'amore, lo so, razionalmente lo so, ma in me c'è qualcosa che non va. Questo dovrà pur contare. Dovrà pur valere abbastanza. Questo cosa? chiese l'uomo. Questa cosa qui, starsene seduti insieme qui in macchina. Dovrebbe importare, dovrebbe contare qualcosa. E non è così? chiese lui. Forse si. E' la storia della mia vita: questo conta, tutti i momenti tranquilli come quello che stiamo vivendo contano, ma noi vogliamo solo scopare e raccogliere gli applausi, crediamo sia questo l'importante, e solo alla fine capiamo che è vero il contrario." Pag 205. </i></blockquote><p></p><p style="text-align: justify;">Ed anche...</p><p style="text-align: justify;"><i></i></p><blockquote style="text-align: justify;"><i>"...A volte penso che tu non mi ascolti. So che è il prezzo da pagare per chi parla troppo. Le persone smettono di ascoltarti, ma io preferisco parlare e non essere ascoltata, piuttosto che non parlare affatto. Almeno tiro fuori tutto. Che intendi dire? che tiro fuori le parole, i pensieri, i pensieri, le idee. Se non le esprimi, che senso hanno? muoiono insieme a te. Invece quando li esprimi sono nel mondo. Chi lo sa cosa accade ai suoni? Noi pensiamo che scompaiano, ma potrebbero benissimo continuare a vibrare, restare sospesi nell'universo, e magari fra cento milioni di anni, qualcuno e qualcosa ne percepirà la vibrazione, magari sentiranno per filo e per segno quello che ti sto dicendo adesso. Ma che idea orribile, disse lui. Pensa che frastuono. Secondo me sarebbe meraviglioso. Come un'orchestra che accorda gli strumenti prima di un concerto. Adoro quel momento. E' un momento pieno di speranza. La musica in sé a volte è così prevedibile" Pag. 229 </i></blockquote><p></p><p style="text-align: justify;">Naturalmente, mi sono recata in libreria, in cerca di altre opere di Cameron. Ora sto leggendo "Un giorno questo dolore ti sarà utile". Ne parlerò appena possibile anche qui. </p><p style="text-align: justify;">Qui di seguito, la lettura dell'ultimo estratto che ho proposto, da<a href="https://www.youtube.com/channel/UC83MkKHLEjCKge9qndpkoJA"> Sergio Carlacchiani</a>, che trovate su you tube, al link di riferimento. </p></div></div><div><iframe frameborder="0" height="360" src="https://youtube.com/embed/nKD3rjHJAlU" width="480"></iframe></div><div><b>Alcuni link</b> di riferimento: </div><div><a href="https://youtu.be/LCJblaUkkfc">Street spirit (fade out). Radio Head.</a> </div><div><a href="https://www.amazon.it/Due-signore-perbene-Jane-Bowles/dp/883390489X">Due signore per bene, di Jane Bowles </a></div><div><a href="https://youtu.be/wIf1Lnp02c8">Shining. </a> (Trailer del film) </div><div><a href="https://youtu.be/6bdLeEEOEXA">Grand Budapest Hotel.</a> (Trailer al film) </div>Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com060019 Senigallia AN, Italia43.7197926 13.215222415.409558763821153 -21.941027599999998 72.030026436178844 48.3714724tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-47477631197514664362020-06-11T13:12:00.001+02:002020-06-11T13:14:42.373+02:00Cormac McCarthy. La strada. <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXHQZayUPoDtmiOkB-VwZmuXTChg7mFRS5nZQ-h5bqM-VjxrX8fEHFWo21ajjLqkN3zSndRl7YuqkhwHTAhU4iZI8-tlGG5Sonj0FEkXZRxp-VszYMe54l8qVvG9vrGuBDb5Xw7wnaDZc/s387/la+strada.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="387" data-original-width="250" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXHQZayUPoDtmiOkB-VwZmuXTChg7mFRS5nZQ-h5bqM-VjxrX8fEHFWo21ajjLqkN3zSndRl7YuqkhwHTAhU4iZI8-tlGG5Sonj0FEkXZRxp-VszYMe54l8qVvG9vrGuBDb5Xw7wnaDZc/w206-h320/la+strada.jpg" title="La strada." width="206" /></a></div><div>Cormac McCarthy.</div>The road/La strada.<br />
Edizioni Einaudi.<br />
Traduzione di Martina Testa.<br />
Foto di copertina, Raymond Gehman/ National geographic.<div><br />
Premio Pulizer 2007.</div><div><br /></div><div>Adattato per il grande schermo nel 2009. </div><div>Film, The road. </div><div>Regia, John Hillcoat. </div><div>Padre: Viggo Mortensen. </div><div>Figlio: Kodi Smith-McPhee<br /><br /><div>La mia personale colonna sonora al libro: </div><div><i>For the love of God. Steve Vai. </i></div><div><br /></div><div><br /></div><div> </div><blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;"><i>"...Il mondo che si riduceva a un nocciolo nudo di entità analizzabili. I nomi delle cose che seguivano lentamente le cose stesse nell'oblio. I colori. I nomi degli uccelli. Le cose da mangiare. E infine i nomi di ciò in cui uno credeva. Più fragili di quanto avesse mai pensato. Quanto di tutto questo era già scomparso? Il sacro idioma privato dei suoi referenti e quindi della sua realtà. Ripiegato su se stesso come un essere che cerca di perseverare il calore. Prima di chiudere gli occhi per sempre". </i>Pag 68. </blockquote>
<br />
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Prova a dirlo senza parole, potrebbe essere la sfida di questo strano gioco di società che si svolge appena più in là dei confini del mondo lecito e <i>normale</i>, qualunque cosa significhi <i>normale</i>, in un ambiente ostile, naturale, ma non in senso romantico. Un gioco che, molto volentieri, lasceremmo nelle mani degli altri, di chiunque altro. Qualcosa da leggere e mettere via prima di infilarsi sotto le coperte, o qualcosa da guardare in TV, comodi, annegati fra le braccia del divano, magari con una birra in mano, intenti a goderci la distanza oggettiva che ci separa da ogni sorta di catastrofe irreversibile, di quelle che associamo al nostro limite, in quanto individui, ed ai nostri limiti, in quanto società, insieme di individui sistematicamente organizzati attorno a svariati tipi di follia, con precisi nomi propri. Sono forme di follia abbastanza complesse, ma anche molto semplici, se vogliamo, perché in sintesi estrema, ruotano sempre attorno alle sacre esigenze di bilancio. Persino quelle che si definiscono <i>no profit</i>, al profit ci tengono abbastanza. </div>
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La produttività, la malattia della crescita esponenziale, le borse, lo Spread, la necessità di superare se stessi e gli altri, perennemente in corsa verso una vetta che, ad un certo punto, per forza di cose, dovrà pur costringerci ad una dolente pausa di riflessione, se non proprio alla fine della corsa. </div>
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Non è stata una lettura semplicissima. </div>
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A me è costata fatica, ma sapevo che sarebbe successo prima ancora di acquistarlo. Potrei dire, banalmente, che non è il mio genere, ma merita lo sforzo perché, libri come questo, nel lungo periodo, garantiscono la sopravvivenza del libro ed il bisogno di andarne a cercare altri. </div>
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Lo stile è scarno, essenziale. I personaggi, sono soltanto due, un padre ed un figlio, di cui non sapremo mai il nome, e non ne sentiremo il bisogno perché di loro ci è raccontato l'essenziale. Sono in viaggio verso sud, sulla strada, in cerca di qualcosa che forse non esiste, e che ha a che fare con la speranza di sopravvivenza, quindi non possono fermarsi. Si muovono a piedi, con un carrello della spesa ed una pistola, che è come raccontare gli Stati Uniti d'America in due concetti chiave: I centri commerciali, le armi. Due semplici parole che racchiudono gran parte del discorso economico legato alla crescita, e poi la fine, di cui, presumibilmente, saranno la concausa. </div>
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Pur essendo nel mezzo dell'apocalisse, mancano situazioni avvincenti, in senso filmico, naturalmente. Qualcosa c'è, in realtà, ma è appena accennato. L'autore non si dilunga troppo sui dettagli macabri, ed è una fortuna in termini di economia linguistica. Ho letto qualche commento in giro, ed alcuni lamentano la ripetitività, l'eccessiva semplificazione dei dialoghi fra i due, ma non potrebbe essere altrimenti. </div>
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Ho sentito fra le pagine, la grana spessa, un po' sporca, che è propria dell'idea che ho sempre avuto circa la fine del mondo. Penso a <i>The day after,</i> un film del 1983, che ho visto quando avevo meno di quindici anni. La bomba atomica era esplosa, ed i bunker avevano fatto il loro lavoro, salvando chi ne aveva uno. Mi colpì moltissimo il ritorno sulla terra dei sopravvissuti, perché l'esplosione, alla fine, si era risolta in pochissimo tempo. Il grosso dell'avventura, era tutto il tempo che rimaneva nei polmoni e nella testa di chi a quella esplosione era sopravvissuto. Il titolo, per dire, mi sembrava parecchio emblematico. "Il giorno dopo", solo uno, perché oltre era impossibile andare. Ero piccola, vivevo in un piccolo paese, dove tutto sembra programmato per continuare in eterno, senza eventi, senza drammi, senza niente di eclatante, eppure capivo che una semplice esplosione, avrebbe cancellato tutto l'eterno di quel piccolo posto. </div>
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Questo libro, nella mia testa, è il sequel ideale di quel film. E' quel che segue, e si trova oltre la fine del mondo. Restano avanzi, immondizia, scatolame, abusi del consumo talmente eclatanti da garantire la sopravvivenza alle anime desolate che sono state così sfortunate da sopravvivere, per moltissimo tempo. Questo libro ci lascia orfani, ci pone nella condizione di sentire la mancanza di una forza superiore che ci tuteli, sia essa dio o il padre. Il compito dei figli, è quello di proseguire senza i loro genitori, e così continuano il loro viaggio, con una coperta, una pistola, qualche scatoletta di cibo sopravvissuta ai banchetti del<i> giorno prima,</i> e poi la strada, da affrontare mezz'ora la volta, con una visuale sul futuro ridotta ai minimi termini. </div>
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<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>"...Sapeva solo che il bambino era la sua garanzia. Disse: Se non è lui il verbo di Dio allora Dio non ha mai parlato"</i>. Pag 4 (Vedi link a fine pagina) </blockquote>
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Ho acquistato il libro qualche giorno prima che il Covid ci riempisse la testa e l'esistenza tutta, di una serie di limitazioni ed urgenze mondiali, dalle tinte apocalittiche. Ne avevo sentito parlare e riparlare negli anni, avevo visto il film, presto dimenticato, ed alla fine, nonostante la sensazione che non mi sarei trovata comodissima fra queste pagine, ho ceduto alla curiosità. Ora ho un'altra esigenza, ed è quella di rivedere il film, diretto da Jill Hillcoat, nel 2009. Viggo Mortensen recita il ruolo del padre, ed ho voglia di rivederlo. </div>
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Link di riferimento:<br />
<a href="https://www.raymondgehman.com/">https://www.raymondgehman.com/</a> Fotografo per la National Geographic.<div><br /></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/ezqxrEmZAMM" width="320" youtube-src-id="ezqxrEmZAMM"></iframe></div></div></div>Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com060019 Senigallia AN, Italia43.7197926 13.215222443.6279861 13.0538609 43.811599099999995 13.3765839tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-47445337020555169382020-05-28T16:33:00.001+02:002020-05-28T16:33:42.344+02:00I figli del cinema non invecchiano mai. Jean-Pierre Léaud. <div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: left;">I figli del cinema non invecchiano mai.</span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjX3xfLTlMtktlIGpuXPTWdPYiK3ileXpW5d23wi1Z26Lu1PzAxLmtCZ18rVHbMWtuGbHQGT7fg742U2aXVow4WoBH_BwqxPwYQZ10rlxFfiGkHTzR3UUHDGOsQJnf156_jTKaOfW97Aa8/" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="258" data-original-width="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjX3xfLTlMtktlIGpuXPTWdPYiK3ileXpW5d23wi1Z26Lu1PzAxLmtCZ18rVHbMWtuGbHQGT7fg742U2aXVow4WoBH_BwqxPwYQZ10rlxFfiGkHTzR3UUHDGOsQJnf156_jTKaOfW97Aa8/s320/l%25C3%25A9aud.jpg" width="320" /></a></div></div><br /><div style="text-align: justify;">Questo bambino, nato il 28 maggio nel 1944, è Jean-Pierre Léaud. </div><div style="text-align: justify;">L'abbiamo conosciuto nelle vesti di Antoine Doinel, nel film "<i>I 400 colpi</i>" di François Truffaut. Il titolo potrebbe suonare bizzarro, ma significa, all'incirca, <i>fare il diavolo a quattro</i>. </div>
<div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Al casting per il ruolo di Antoine Doinel, c'erano tantissimi ragazzini accompagnati dalle madri, che forse volevano quel ruolo più dei loro figli. Truffaut sceglie lui perché sa che è un figlio del cinema. Ha genitori che frequentano i set, egli stesso ha già partecipato alle riprese di un film, e soprattutto, il ragazzino vuole davvero quella parte.</div>
<br /><div style="text-align: justify;">Il film è autobiografico, ed il regista si rivede in quel ragazzino, così lo sceglie e la storia gli darà ragione. Con lui girerà tutti i film del <i>Ciclo Doinel</i>, una serie di lavori dedicati alla crescita, soprattutto sentimentale, del personaggio di Antoine. Con lui, Truffaut ha girato anche Le due inglesi e il continente, adattamento di un romanzo di Henri-Pierre Roché, lo stesso che aveva scritto Jules et Jim, altro successo senza tempo del regista, ma nell'immaginario collettivo, Léaud rimarrà per sempre Doinel, e poco altro. </div>
<br /><div style="text-align: justify;"><i>"Non si piange quando si è soli"</i> afferma lapidario il regista mentre girano scene che, in mano ad altri, sarebbero state molto diverse. Penso a <i>Riccioli d'oro</i> ed a quel modo, per me fastidioso, di raccontare l'infanzia nel cinema.</div>
<br /><div style="text-align: justify;">Un ragazzino solo, lungo le vie di Parigi, senza nessuno che si preoccupi per lui, finito addirittura in galera, avrebbe più di un motivo per piangere, ma si adegua alla vita e non lo fa, perché sa che è inutile. Deve crescere in fretta se vuole sopravvivere nel mondo dei grandi. Solo una volta, il regista gli concede il diritto di versare poche lacrime, sobrie, da adulto, e succede quando la polizia lo porta via.</div>
<div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Il più bel finale della storia del cinema, dicono in tanti, ma al regista quel finale è dispiaciuto. La telecamera che stringe sul volto del ragazzo alla fine di una lunga corsa che lo porta fino al limite della terra, dove inizia il mare, ci porta tutti a simpatizzare con lui, a provare compassione per il suo sguardo perduto, che poi è lo sguardo del bambino che cerca la madre* e Truffaut non lo voleva. </div><div style="text-align: justify;">*I<i>l mare</i>, in francese <i>la mer</i> si pronuncia come <i>la mère</i>, la madre, e con lei aveva parlato di voler vedere il mare, che allora non immaginava come un confine.</div>
<div><br /></div><div><a href="https://youtu.be/i89oN8v7RdY">Les 400 coups. Trailer.</a><br /></div><div><br /></div><br /><div style="text-align: justify;">Naturalmente, per lui come per tutti noi, il tempo è passato. </div><div style="text-align: justify;">Il regista nel è morto nel 1984, lasciando svariati orfani elettivi in giro. Léaud è di certo uno di loro. La sua carriera è stata piena di ruoli importanti con registi di grande livello. Ha lavorato con Truffaut e Godard, legati alla nascita della Nouvelle Vague francese, ma anche con Pasolini, Bertolucci, Kaurismaki e diversi altri. </div><div style="text-align: justify;">È invecchiato "male", si direbbe, perché capita e non solo a lui, ma per me e per tanti altri, Léaud sarà sempre il ragazzino che vaga lungo le vie di Montmartre, aspettando con impazienza di diventare grande, e poi, quando diventa grande e, come il ciclo Doinel ci ha mostrato, non sconvolge il mondo come si era riproposto, ma si adegua, come fanno in troppi, ma ai tempi dei 400 colpi, non poteva saperlo.</div>
<div style="text-align: justify;"><br /></div>
Joyeux anniversaire cher enfant du cinéma.<br />
<br />
<div style="text-align: justify;"><br /></div>
Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-35830815711286129252020-04-11T06:16:00.001+02:002020-04-11T13:44:37.710+02:00Follia. Romanzo di Patrick McGrath.<div style="text-align: right;">
<b>Follia/Asylum</b></div>
<div style="text-align: right;">
<b>Adizioni Adelphi</b><br />
<b>Edizione 2012</b></div>
<div style="text-align: right;">
<b>Tradotto da </b><b>Matteo Codignola</b></div>
<div style="text-align: right;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #050505; white-space: pre-wrap;"><span style="font-family: inherit;">Si può fare meglio, si può fare peggio, si può anche scegliere di non fare nulla, in ogni caso, il tempo scorre e ci cancella, un'ora la volta. Chi ci sta attorno può scegliere a sua volta di osservarci, di farci a pezzi, di camminare con noi, o può limitarsi a raccontarci, riscrivendoci una storia addosso. Ci può giudicare o ci può assolvere. Ci può ignorare, anche. La domanda che mi pongo, ancora di più, alla luce di questo libro, è se ci può aiutare davvero, dopo che abbiamo allungato lo sguardo al di là dello specchio ed abbiamo visto, fino alle vene, la realtà di ciò che ci circonda. Esiste gente incapace di compromessi. Questa gente, da secoli, è malata di follia. </span></span></div>
<div dir="auto" style="animation-name: none !important; background-color: white; color: #050505; text-align: start; transition-property: none !important; white-space: pre-wrap;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEia6NUhiaVcRQ-zzL1EsR06Xg7j-VcOF-tjbRN9C6ueIRHABWhgycpZem08ZXAliprf96WUQu2ulIC_637r-SLQsXjQE5alc59P1JVlvY0Gp-ykWMQHNsRXe3hS1fniHL-oJw9uj_IdmNg/s1600/patrick+mcgrath+Follia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="323" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEia6NUhiaVcRQ-zzL1EsR06Xg7j-VcOF-tjbRN9C6ueIRHABWhgycpZem08ZXAliprf96WUQu2ulIC_637r-SLQsXjQE5alc59P1JVlvY0Gp-ykWMQHNsRXe3hS1fniHL-oJw9uj_IdmNg/s200/patrick+mcgrath+Follia.jpg" width="129" /></a></div>
<b><i>Il corpo del reato. </i></b></div>
<div style="text-align: justify;">
Ho opposto più di vent'anni di resistenza al libro di McGrath, e non saprò mai per quale motivo è successo, o forse si. Temevo un'accozzaglia di sensazionalismi e di cliché sul tema <i>follia</i>. Non ne sentivo l'esigenza e non so su che basi le dessi per scontate. Due mesi fa, senza apparenti motivi, devo averci ripensato, così l'ho acquistato, ed è rimasto sulla scrivania per un mese ulteriore. Infine, il <i>nove aprile</i> del duemilaventi, a un passo dalla mezzanotte, l'ho preso fra le mani come chi si ricorda all'improvviso di avere un appuntamento, e mi è parso naturale consumarmi gli occhi in penombra, riempiendo ore gelide, claustrofobiche, incerte, potenzialmente contaminate da virus aerei e chissà da che altro ancora, ed ho continuato, incessantemente, quasi senza pause, fino al giorno dopo, cioè oggi,<i> dieci aprile,</i> a pochi minuti dalle diciassette. Anche gli orari, alla luce di qualche dettaglio dell'articolata trama del libro, per me hanno il sapore delle strane coincidenze.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non <i>divoro i libri </i>e detesto l'espressione, non associo la lettura al piacere, dunque tempi così brevi per un testo di 296 pagine, dipendono da due possibili fattori, forse intercambiabili. Il primo si chiama Insonnia, ed è l'incubo che sembra, il secondo si chiama bisogno di proseguire la lettura per capire che accadrà a quella gente. </div>
<div style="text-align: justify;">
I miei libri li associo spesso a <i>corpi del reato</i>, perché hanno un prima e dopo di me. Li sottolineo, li evidenzio, ci scrivo, li coloro, ed alla fine, a guardarli, sembrano vittime di un abuso. Li ho contaminati. Loro, quando possono, mi ricambiano lasciando segni ovunque, come se un assassino mi si fosse accanito contro per<i> aprirmi</i> e farmi vedere certi confini che ho dentro. Non è piacevole come immagine, ma quando avviene, molto di rado, è questo il meccanismo. Io ci metto la spesa, la vista, il tempo, e lui mi fa l'autopsia, da viva. Ne usciamo entrambi più <i>vissuti</i>. Anche per questo, tendo a rigettare l'idea del <i>piacere della lettura</i>. Preferisco i testi che non si fermino alla superficie, e per insediarsi in profondità, bisogna che facciano un po' male. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Personal Soundtrack.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Per tutto il tempo, ho avuto nelle orecchie un brano che continuava a ripetersi come un mantra, portandomi in altri luoghi rispetto alla mia stanza ed al libro, e anche ora, in effetti, ascolto <b>Rain plains</b>, di <i>Israel Nash</i>. L'ho captato in un frammento di film che voglio rivedere quanto prima, ovvero <i>Captain fantastic</i>, col divino Viggo Mortensen, e mi è scesa nelle vene, facendosi spazio fra i globuli rossi con discreta arroganza. Mi piace quando accadono questi strani innesti, perché d'ora in avanti, questa musica sarà per sempre la strada che mi porterà da Stella ed Edward, e mi ricorderà di questa notte irrequieta dalla quale io ed il mio <i>corpo del delitto</i>, siamo usciti a fatica dalle trame di un altro, sentendoci entrambi più <i>vissuti,</i> come dicevo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><b>L'autore.</b></i> </div>
<div style="text-align: justify;">
L'autore di <i>Asylum</i>, <i>Follia </i>in italiano<i>, </i>si chiama<b> Patrick McGrath</b>, è nato a Londra nel 1950, ha settant'anni, e vive fra gli Stati Uniti e L'Inghilterra. Suo padre, psichiatra con ruolo dirigenziale in un manicomio criminale, lo fa crescere in un ambiente presumibilmente simile a quello che egli racconta nel libro, ricordandomi la figura del piccolo Charlie, figlio di Stella e Max. Il padre si aspetta che il figlio segua le sue orme, ma egli si laurea in Letteratura inglese ed americana, a Birmingham, e sceglie di raccontare il disagio psichico in questo splendido libro, piuttosto che provare a curarlo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Follia </i>viene pubblicato nel 1996, ed è un successo di fama internazionale, che molti già definiscono un classico, a ragione. Anni fa, in classe, qualcuno chiese all'insegnante di letteratura americana, se non ricordo male, come fa un libro a diventare un classico. Lei rispose che un classico diventa tale perché oltre alla storia del suo tempo, racconta qualcosa che è proprio dell'umanità, dunque è atemporale. </div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><br /></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: inherit;"><i><span style="background-color: white; text-align: left;">Fuggi lontano da questi miasmi morbidi;</span><br style="background-color: white; text-align: left;" /><span style="background-color: white; text-align: left;">vai a purificarti in un'aria superiore,</span><br style="background-color: white; text-align: left;" /><span style="background-color: white; text-align: left;">e bevi, come un puro e divino liquore,</span><br style="background-color: white; text-align: left;" /><span style="background-color: white; text-align: left;">il chiaro fuoco che colma spazi limpidi.</span></i></span></div>
<div style="text-align: right;">
<span style="background-color: white;"><i><b>Elevazione. Charles Baudelaire. III strofa</b>. </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b>
<b>Il titolo</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b style="font-style: italic;">Asylum, </b>è stato tradotto<span style="font-style: italic;"> </span><b><i>Follia</i>, </b>in italiano. Immagino che dipenda dal fatto che la follia sia più vendibile rispetto ad un qualunque concetto di asilo, ma sono mie supposizioni. La Adelphi ha scelto di porre enfasi sulla causa piuttosto che sul rimedio, o dovrei dire, sul<i> sintomo </i>piuttosto che sul<i> luogo</i> preposto al suo contenimento, ed è un cambio di prospettiva importante, perché accresce l'idea dell'isolamento di chi soffre di questa patologia e, apparentemente, non ha un asilo nel quale andarsi a rifugiare. </div>
<div style="text-align: justify;">
Da un libro che si intitola <i>Follia</i>, ci aspettiamo <i>storie di confine , </i>magari torbide,<i> </i>in cui la ragione subisce gli effetti di una debordante immaginazione, e in cui la normalità diventa un concetto astratto. Più di uno, negli anni, ha evidenziato quanto spesso si sia fatto uso del termine <i>follia</i> per punire chi non si conformava alle regole sociali, e quindi è difficile stabilire con esattezza, in quale punto della storia di un individuo, la linea si spezza, ed egli si avvia verso la strada del non ritorno. Siamo fin troppo affezionati al cliché del matto saggio, di colui che vede cose che noi non vediamo o che non osiamo pronunciare. Poi ci sono i matti che fanno cose strane, che ci minacciano con la loro alterità, e allora ci sentiamo più relativi, spaventati, o diversi, quindi ci occorre sapere che queste persone vivono tutte raggruppate in luoghi nascosti allo sguardo, magari fuori città, lontano da noi. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Personaggi chiave. </b><br />
<i><b>Stella, Max, Charlie, Brenda, Jack, Peter, Edgar. </b></i><br />
<b style="font-style: italic;">Stella, Max e Charlie Raphael, </b>sono rispettivamente moglie, marito e figlio, e sono legati a<b> Brenda Raphael</b>, madre di Max, benestante e motivata ad orientare le scelte di vita del figlio finché morte non la separi da lui. Sono legati anche all'Istituto di recupero mentale, di cui Max è vicedirettore, e vivono a pochi metri dalla follia. <i>Max </i>ci è raccontato come un uomo ambizioso che aspira al ruolo di direttore dell'Istituto, visto che ne ha le doti, come marito però, è un uomo senza fantasia, e si intuisce che chi ce lo racconta, per motivi fin troppo facili da individuare, non lo ha particolarmente in simpatia.<br />
<b><i>Jack Staffen </i></b>è il direttore dell'Istituto, ed è in buoni rapporti con Max, ma anche con <i><b>Peter Cleave</b></i>, psichiatra a sua volta, amico di Stella e di Max, nonché nostra voce narrante. Ho trovato divertente oltre che indicativa, la parte in cui racconta di aver chiesto a sua moglie di fare il <i>giuramento di Ippocrate</i>, usualmente riservato a chi abbraccia la professione medica, così che al loro matrimonio, non sarebbe successo nulla di male.<br />
<br />
<b><i>Edgar Stark,</i></b> l'artista, la voce fuori dal coro. Per una strana coincidenza, <i><b>stark </b></i>in inglese, significa <i>forte, netto, crudo</i>, e quindi egli somiglia al suo nome. Stark è uno scultore, e lo scultore, per creare forme dall'informe, è costretto a riscrivere la realtà con simboli personali, deve operare una incessante sottrazione di materia, modellando forme dall'argilla, come secondo la Bibbia, fece il nostro creatore, a martellando la materia fino a renderla simile alla propria idea di creazione. "<i>Martellare</i>" è d'altronde, l'altro nome dell'ossessione, la quale, come l'arte, si crea a volte a tavolino e col ragionamento. Edgar finisce in quell'Istituto per aver ammazzato brutalmente la sua compagna e modella, Ruth, per causa della sua <i>gelosia ossessiva, </i>raccontataci come immotivata. Quando conosce Stella, non può resisterle, e soprattutto, i due vivono una pulsione reciproca e sensuale che nasce sulla pista di ballo, quel giorno di giugno, e parte dai suoi pantaloni, per istinto, per motivi di sangue che pulsa, e che a fatica si riesce a reprimere.<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Che fosse rimasta con lui mi sembrava tutto sommato logico. In fondo credo che, nonostante tutto, lo amasse, o almeno, si dicesse che lo amava, e in queste cose le donne sono ostinate"</i> Pag. 150.</blockquote>
Certo, bisogna considerare, col narratore, anche l'ipotesi che lei gli facesse comodo per arrivare al suo obbiettivo, cioè la fuga, una nuova vita, e una nuova modella per completare la sua Opera, ma vale fino ad un certo punto.<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ho trovato molto incisiva l'idea di far convergere i personaggi, letteralmente, fra le mani di Edgar intento a terminare <i><b>una statua.</b></i> Edgar era rimasto a metà dell'opera quando Ruth era morta, ed ora, per completarla, doveva usare la testa di Stella, quindi eseguiva schizzi a matita, subendo tutte le fasi del travaglio creativo, e alla fine, aveva iniziato a lavorare l'argilla, senza mai arrivare alla fine del lavoro. Anche i medici in quel posto, lavorano sulle teste, cercando o illudendosi di essere totalmente sani, di aggiustare gli altri usando medicine, metodi, studi pregressi in ambito psicologico e psichiatrico. Spesso falliscono, così come gli artisti, così come le modelle, che si prestano e poi non si riconoscono nello sguardo dell'altro. </div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>"Edgar passò l'intero pomeriggio nello studio, a lavorare la testa. Credo di immaginare quale sforzo sovrumano gli sia costato dominarsi. Penso che tutto quel suo accanirsi sulla testa fosse in realtà un modo per cercare di vedere Stella con chiarezza, di cogliere la sua verità, nella speranza di riuscire prima a dominare, poi a sconfiggere la pazzia". </i>Pagina 161</blockquote>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
"<i>La colpa di tutto tutto era nella testa, pensò</i>". pagina 155 <i>"...Aveva passato altri tre giorni nel sottotetto, lavorando senza interruzioni alla testa..."</i> Pagina 279 "<i>...Come fosse un blocco di argilla umida.</i>" pagina 281. E soprattutto: "..." pagina 296 </blockquote>
<br />
<b>Stella, la storia di un altro.</b> </div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Stella,</b> come Edward, somiglia al suo nome; è un punto di luce che brilla nel buio e che, nel culmine del suo splendore, così come a un passo dallo schianto, desta attenzione in chi la osserva. Non è una persona comune, non segue le regole, non ci riesce, e forse non le interessa poi tanto. <i><b>La donna</b> incarna la storia di un altro, anzi, di diversi altri</i>. Ufficialmente, a parlarci di lei è un medico psichiatra esperto in <b>ossessioni sessuali</b> e relative storie d'amore catastrofiche ad esse connesse. A questo punto il lettore potrebbe aspettarsi scene torbide, erotiche, che per fortuna non ci sono, a tutto vantaggio della tensione sessuale che viene trasmessa per cenni e che arriva potente come non avrebbe potuto fare se ci avessero riempiti di dettagli anatomici e meccanici. Il sesso, come tutto il resto, dimora nella mente prima che nei corpi, perché è mosso dal desiderio, ed il desiderio è uno stato d'animo profondo, per quanto mi riguarda. </div>
<div style="text-align: justify;">
Da un medico, esperto in quel che sia, ci si aspetta una <i>visione oggettiva, clinica, distaccata</i>, eppure sin dall'inizio, quest'uomo parla di lei con trasporto emotivo. Nonostante la sua lunga carriera, ci dice che quella di Stella, è una delle<i> storie più tristi </i>che abbia mai conosciuto, e che lei era una donna <i>romantica,</i> con tutto ciò che ne consegue, penso a tantissime eroine romantiche ed al loro destino. Sappiamo anche che <i>è figlia di un uomo fallito</i> per uno scandalo, è moglie di un uomo ambizioso e senza fantasia, ed <i>è madre </i>di un ragazzino, che di fatto farà fatica a seguire, salvo poi scegliersi un <i>amante</i> che si comporta come un ragazzino da accudire. </div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Figlia-moglie-amante-madre</i>, e questo è quanto. E' anche bellissima, e molto desiderata.<br />
<b><br /></b>
<b>L'architettura morale, ovvero l'Asylum. </b></div>
<div style="text-align: justify;">
Entriamo nel vivo della storia, passando da una sala da ballo, con la leggerezza e l'euforia che si addice agli eventi mondani. A stonare è l'ambiente. Siamo in una <i>struttura psichiatrica, </i>un posto spaventoso, ci è detto, un <b>Istituto di massima sicurezza</b>, una cittadella fortificata, in cima ad una collina, costruito in stile vittoriano. </div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote class="tr_bq">
<i>"... è un architettura morale, che esprime regolarità, disciplina, organizzazione"</i> Pag.10 </blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
La casa di <i>Max, Stella e Raphael,</i> si trova solo ad un centinaio di metri dal cancello principale, a un passo dalla linea di confine, che Max, per lavoro, non fa che superare, salvo poi rientrare a casa, ogni sera, nella sua famiglia, e anni di studio sulla psiche non gli hanno suggerito alcuna evidenza sul fatto che la sua famiglia sia solo una struttura sociale.<br />
<br />
<b>Mental Health act. 1959. </b><br />
L'abilità del narratore fa combaciare la <i>data </i>in cui una legge viene approvata ad un <i>ballo</i> liberatorio. Ho aggiunto dei link a fine post, comunque si tratta di un primo passo legale importante, sulla via di una crescente<i> umanizzazione </i>di<i> </i>questi luoghi infernali, di cui abbiamo sentito raccontare da Virginia Woolf per esempio, se vogliamo rimanere a Londra e dintorni, che è dove la nostra storia si svolge. Trovo che questo elemento sia importante, perché ci dice che gli eventi combaciano con un momento storico in cui la linea che separa la follia dalla normalità, veniva ammorbidita. Qualche effetto collaterale andava messo in conto, qualcosa tipo <b>l'evasione</b> del detenuto più irrequieto, vestito con gli abiti del vicedirettore, al quale, in qualche modo, porta via tutto. La cosa mi ha portata sul circuito dell'ovvio, ovvero, a pormi domande del tipo: dove finisce l'integrità mentale e dove inizia la pazzia? Chi, fra questi due è realmente pazzo? E quanto, la pazzia combacia col bisogno di libertà assoluta?<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La voce narrante del Dottor <b>Peter Cleave</b>, parzialmente amico di tutti, sembra una voce inadeguata rispetto agli eventi, anche un po' scettica quando parla di amore, riferito a persone ossessionate dal sesso, come Stella ed Edgar. La storia di Stella è la più triste che abbia mai sentito perché riassume anche i suoi più grandi fallimenti, quello di uomo e quello di medico, che però plana al sicuro sulla routine del suo lavoro, della quotidianità. Mancando di forti emozioni, o evitando di raccontarcele, egli è praticamente al sicuro.<br />
<br />
Stella ci viene mostrata in tutti i suoi rapporti umani, come amica di Cleave, come amante di Edgar, e dello stalliere del Galles, ma anche di Nick, amico di Edgar, pur essendo la moglie di Max, e la madre di Charlie. Sembra mancare di qualcosa in ogni occasione, è raccontata come fosse anaffettiva, ed il punto di non ritorno per lei, è quello in cui evoca la tragica e per me spinosissima Medea.</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi chiedo, nel solito girone delle ovvietà, esiste davvero un modo per aggiustare una testa? la gente cambia davvero, o siamo noi che cambiamo attorno all'illusione di voler vedere altre verità?<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Struttura circolare. </b> </div>
<div style="text-align: justify;">
A fine lettura mi sono sentita una mosca sulla tela del ragno. Difficile liberarsi. Ho chiuso tutto, ho guardato la copertina, poi ho riaperto il libro ed ho ripreso a leggere la prima pagina, scoprendo che i dati essenziali sulla storia di <b>Stella Raphael</b>, mi erano stati dati sin dal principio, ma li avevo dimenticati, perché questo fanno i bravi scrittori; ti danno degli elementi, poi ti conducono lungo un sentiero, ti lasciano supporre cose, te ne raccontano altre, e alla fine, tornando indietro, ti rendi conto che gli elementi li avevi tutti.<br />
Consiglio quindi di rileggere le prime pagine appena finito il libro, così da apprezzare meglio la circolarità della trama, e quindi il ritorno di elementi, a partire dalle stagioni, passando per il ballo, un evento che si svolge soltanto una volta l'anno, a giugno, e che permette a tutti, degenti e personale, passando per direttori e medici, di riunirsi per ballare insieme, tipo l'ora d'aria collettiva, prima che ognuno torni ai suoi posti, ed è un ballo che, al pari di quello di certe favole, genera l'inizio di cambiamenti irreversibili per alcuni dei partecipanti.</div>
<br />
<br />
<br />
<b>Divagazioni </b><br />
Leggendo alcuni passi dell'opera, mi è venuto da pensare alla figura tormentata di <i>Heatcliff</i>, in Cime tempestose, ossessionato per la sua donna anche dopo morto. Ho pensato anche a <i>Dracula</i> e alla sua Mina. Storie romantiche, dicevamo. In ultima analisi, essendo lievemente fissata con l'eremita di Croisset, mi è parso di scorgere nel mestiere di Cleave, tracce dell'ormai vecchissimo Flaubert, ancora impegnato nel tentativo di ammazzare il romanticismo con l'espediente del solito veleno, con scarsissime possibilità di successo.<br />
<br />
<b>L'ho molto amato, si sarà capito.</b><br />
Non consiglio niente a nessuno di solito, ma questo libro, fossi in voi, me lo leggerei, e fossi in me, lo rileggerò fra qualche tempo, ascoltandoci sopra Rain plains.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcnnk3yDmwGzv13Hv_LgA9Zz2h8iqrGVHAtYpEUp6LVp7wUYggKub4DIAwaYKlZF1rphoRF0fo5YvcdS9vgt-d8fK-O5Hoe02IqTWccFi7ybqbIAa3U2eIFv6fc_HLQxVyCfapF64_in8/s1600/patrick+mcgrath+Follia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="323" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcnnk3yDmwGzv13Hv_LgA9Zz2h8iqrGVHAtYpEUp6LVp7wUYggKub4DIAwaYKlZF1rphoRF0fo5YvcdS9vgt-d8fK-O5Hoe02IqTWccFi7ybqbIAa3U2eIFv6fc_HLQxVyCfapF64_in8/s320/patrick+mcgrath+Follia.jpg" width="207" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large; text-align: left;"><b><i>Follia.</i></b> </span></div>
<div style="text-align: left;">
<i><b>Patrick McGrath.</b></i><br />
<i><b><br /></b></i></div>
<div style="text-align: left;">
XII capitoli, 296 pagine. </div>
<div style="text-align: left;">
Tradotto da:<b style="font-style: italic;"> Matteo Codignola.</b><br />
<b style="font-style: italic;"><br /></b></div>
<div style="text-align: left;">
Edizioni <b>Adelphi.</b></div>
<div style="text-align: left;">
Periodico mensile <b>408/2012.</b></div>
<div style="text-align: left;">
Prima pubblicazione Adelphi: 1996 </div>
<div style="text-align: left;">
<br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
Dipinto in copertina: </div>
<div style="text-align: left;">
<b><i>Pierre Soulages.</i></b> Peinture,1963. (Centre Pompidou, Paris)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Link</b>: </div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://openlibrary.org/authors/OL385692A/McGrath_Patrick">Open library </a> Testi dell'autore in lingua inglese. </div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Mental_Health_Act_1959">Mental health act.</a> 1959 Allego il primo paragrafo qui di seguito...In sintesi, questa legge vuole abolire la distinzione fra ospedali psichiatrici ed altri tipi di ospedali, e vuole in qualche modo ridurre le distanze fra la vecchia idea di manicomio, e nuove soluzioni di cura, più umane. </div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="background-color: white; color: #222222; font-size: 14px;">"The </span><span style="background-color: white; color: #222222; font-size: 14px;">Mental Health Act 1959</span><span style="background-color: white; color: #222222; font-size: 14px;"> was an act of the Parliament of the United Kingdom concerning England and Wales which had, as its main objectives, to abolish the distinction between </span><a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Psychiatric_hospital" style="background: none rgb(255, 255, 255); color: #0b0080; font-size: 14px; text-align: start; text-decoration-line: none;" title="Psychiatric hospital">psychiatric hospitals</a><span style="background-color: white; color: #222222; font-size: 14px;"> and other types of hospitals and to </span><a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Deinstitutionalisation" style="background: none rgb(255, 255, 255); color: #0b0080; font-size: 14px; text-align: start; text-decoration-line: none;" title="Deinstitutionalisation">deinstituitionalise</a><span style="background-color: white; color: #222222; font-size: 14px;"> mental health patients and see them treated more by community care.</span><span style="background-color: white; color: #222222; font-size: 11.2px; white-space: nowrap;">"</span></span></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.souqonline.it/home2_2.asp?idpadre=804&idtesto=811">Mental health act, articolo in italiano. </a><br />
<br />
<a href="https://youtu.be/Lur7cI1Sq4Y">Rain plans. Israel Nash. </a> Finché rimane su you tube, questo è il link. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com260019 Senigallia AN, Italia43.7197926 13.215222443.6279861 13.0538609 43.811599099999995 13.3765839tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-63577539143643915292020-04-04T10:25:00.000+02:002020-04-04T10:25:04.774+02:00Le Sénégal en ULM - Echappées belles<div style="text-align: justify;">
Ho approfittato del canale You Tube per fare un viaggio notturno, nonché virtuale, in Sénégal, Africa, la terra della Teranga. Il video è in francese ed è molto comprensibile, Il conduttore segue un itinerario geografico in compagnia di nativi, che raccontano i loro usi e costumi. Viene voglia di partire à jamais. Fra le cose più strane che possano capitare, ci metto il mal d'Africa a distanza. Può mancarci qualcosa che non abbiamo mai conosciuto? Non l'avrei detto, ma sembrerebbe di sì. </div>
<div style="text-align: justify;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="270" src="https://www.youtube.com/embed/Pi5tRjkoKeY" width="480"></iframe></div>
<br />
A proposito di Teranga: <a href="http://www.teranga.it/teranga-senegalese/">http://www.teranga.it/</a><br />
Dal sito appena citato:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<h3 style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-size: 24px; font-weight: 500; line-height: 1.1; margin-bottom: 10px; margin-top: 20px; text-align: justify;">
<span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: inherit;">Teranga come una virtù</span></span></h3>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #50545c; font-size: 15px; margin-bottom: 10px; text-align: justify;">
<span style="box-sizing: border-box; color: black;"><span style="font-family: inherit;">L’<strong style="box-sizing: border-box;">ospitalità</strong> è <strong style="box-sizing: border-box;">accoglienza</strong>, ma l’ospitalità può anche essere un attenzione fornita a fini fittizi, di immagine per così dire. La teranga non ha finalità di immagine<em style="box-sizing: border-box;">, è reale attenzione è rispetto, cortesia, gioia</em> e rappresenta anche il piacere di ricevere un ospite nella dimora personale.</span></span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #50545c; font-size: 15px; margin-bottom: 10px; text-align: justify;">
<span style="box-sizing: border-box; color: black;"><span style="font-family: inherit;">La persona che arriva in <strong style="box-sizing: border-box;">Senegal</strong> viene accolta nella casa dell’ospitante e viene trattata con il massimo del riguardo. Molte persone quando sentono <strong style="box-sizing: border-box;">la parola teranga accennano a sorrisi che lasciano trasparire emozioni sincere</strong>, questo avviene proprio in virtù del trattamento che hanno vissuto e anche alle “<em style="box-sizing: border-box;">coccole</em>” che hanno ricevuto.</span></span></div>
<h3 style="background-color: white; box-sizing: border-box; font-size: 24px; font-weight: 500; line-height: 1.1; margin-bottom: 10px; margin-top: 20px; text-align: justify;">
<span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: inherit;">Solidarietà & Rapporti sociali</span></span></h3>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; margin-bottom: 10px; text-align: justify;">
<span style="box-sizing: border-box;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 15px;">La </span></span><strong style="box-sizing: border-box; color: black; font-family: inherit; font-size: 15px;">solidarietà</strong><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 15px;"> connessa </span></span><span style="font-size: 15px;">all'accoglienza</span><span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: 15px;"> è la quintessenza della teranga in Senegal, e tale solidarietà si va riversando in tempi successivi anche nei contatti che si possono prendere sul territorio per sviluppare rapporti che siano essi lavorativi o di altro genere con le persone residenti.</span></span></span></div>
<div style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #50545c; font-size: 15px; margin-bottom: 10px; text-align: justify;">
<span style="box-sizing: border-box; color: black;"><span style="font-family: inherit;">Un modo di concepire dei valori quindi, <strong style="box-sizing: border-box;">che accompagna la permanenza in Senegal dei turisti</strong> e di chi visita il Paese.</span></span></div>
</blockquote>
Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com060019 Senigallia AN, Italia43.7197926 13.215222443.6279861 13.0538609 43.811599099999995 13.3765839tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-20292530987793410842020-04-02T15:12:00.001+02:002020-04-09T13:12:36.063+02:00Il senso di una fine. Romanzo di Julian Barnes. <div style="text-align: right;">
<div style="text-align: right;">
<b>Il senso di una fine/ The sense of an ending </b></div>
<div style="text-align: right;">
<b>Einaudi Super ET </b></div>
<div style="text-align: right;">
<b>Tradotto da Susanna Basso</b></div>
<div style="text-align: right;">
<b> Edizione 2011</b>.</div>
<div style="text-align: start;">
<br /></div>
<div style="text-align: start;">
"Mi conosceva meglio di chiunque al mondo. E aveva lo stesso voglia di pranzare con me". Pag 101.</div>
<div style="text-align: start;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFvps3_mw75cE-zGyuv96pqnqg9A9ejWWvBvIXAcED23uLJTJq-j-Ku2i9vG-4j0Mi8ejBze_f-oTroF7c_cgCJOXRw8hvVPWCZn3AUBF6urvBJ-lIjNNwZDn-HwPgrg_4CLUXonYV_bk/s1600/il+senso+di+una+fine.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="325" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFvps3_mw75cE-zGyuv96pqnqg9A9ejWWvBvIXAcED23uLJTJq-j-Ku2i9vG-4j0Mi8ejBze_f-oTroF7c_cgCJOXRw8hvVPWCZn3AUBF6urvBJ-lIjNNwZDn-HwPgrg_4CLUXonYV_bk/s320/il+senso+di+una+fine.jpg" width="208" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="font-size: 12.8px;">Julian Barnes<br />
Il senso di una fine<br />
Einaudi Super ET<br />
Il libro vince il<b> man Booker Prize 2011. </b></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<b>Tony Webster</b>, inglese, sulla sessantina, definito in quarta di copertina,<i> un uomo senza qualità</i>, è la voce narrante della storia che andremo a leggere. Una storia piacevole e scorrevole, lunga appena 150 pagine, divisa in due ampi capitoli. Fra battute di spirito ed intrigo della trama, la prima parte racconta della gioventù del personaggio, la seconda parte invece, ci parla di un uomo maturo, che cerca di fare il punto sulla sua esistenza alla luce di<i> un evento che gli accade </i><br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"...esiste una scuola di pensiero secondo la quale, l'unica affermazione possibile riguardo a un evento storico qualsivoglia... è che "qualcosa è accaduto" -pag 7.</i></blockquote>
Secoli di grandi classici, ci hanno abituati al personaggio "X" che, ad un certo punto, eredita soldi e palazzi dalla lontana zia di turno, o dal benefattore più improbabile, penso a Pip, di Grandi speranze - Dickens, e fine del problema economico, così che egli possa dedicarsi anima e corpo alle varie paturnie sentimentali ed alle sue ambizioni, al netto di spiacevoli questioni monetarie.<br />
Tony eredita una somma modesta, da una persona praticamente estranea, cioè la madre di Veronica, la sua ex dei tempi dell'università, che si è messa col suo migliore amico, Adrian Finn, subito dopo che loro due si erano lasciati. Tony non la prende bene, ma volta pagina. La morte di Adrian, suicida, a 24 anni, rende le distanze definitive. Tony invece, va avanti. <i>Si sistema</i>, nel senso più borghese del termine. Lavoro, moglie, figlia, routine, noia, finché un giorno arriva questo strano lascito, ovvero, una modesta somma di denaro, dicevamo, ed il diario di Adrian, da cui la domanda, ovvero: perché me? e l'altra domanda, ovvero: cosa c'è scritto su quel diario che Veronica non vuole fargli avere?<br />
Questo è il motore che genera gli eventi.<br />
Tony è uno storico, pertanto dovrebbe essere in grado, più di altri, ad indagare sul passato, analizzandolo in base alle fonti di cui dispone. Esistono però, passati diversi. C'è un passato prossimo che, sebbene più vicino, risulta difficile da vedere con chiarezza, e c'è anche un passato remoto, sul quale, più o meno, gli storici, nel tempo, si sono messi d'accordo. Tony è più a suo agio coi fatti del passato remoto.<br />
<br />
Nel corso delle sue <i>indagini</i>, alla ricerca di un senso, Tony conversa con noi lettori, ci rende partecipi dei suoi ragionamenti, delle sue analisi. Fra i vari: "<i>se...</i>", "<i>pensavo...</i>", "<i>mi son chiesto...</i>" e "<i>non trovate</i>?", si confessa e non risparmia a se stesso nessun colpo basso, per questo motivo, ai miei occhi, non è un "<i>uomo senza qualità</i>", è solo un uomo come tanti, che non brilla per perspicacia.<br />
<br />
Facendomi condizionare dall'indicazione dell'editore, ho cercato in Tony Webster, tracce tipiche di un uomo senza qualità, e per familiarità col <i>tipo umano</i>, ho pensato a Charles Bovary, anti eroe per antonomasia, sempre <i>sfocato</i> rispetto ai fatti della sua vita. Poi ho scoperto che Barnes, ha scritto un libro intitolato "<b>Il pappagallo di Flaubert</b>", ed immagino tragga ispirazione dal racconto: "<b>Un coeur simple</b>", dell'autore di "<b>Madame Bovary"</b>, quindi forse, qualcosa di Charles potrebbe averlo ispirato. Resta il fatto che il confronto non regge, ed il motivo è presto spiegato. Charles non ha coscienza dei fatti, non li vede né li sa analizzare, neanche di fronte alla tragedia, quando incolpa la fatalità per la morte di sua moglie, ricadendo su uno dei tanti cliché romantici che hanno ucciso Emma. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tony, a differenza di Charles, diventando grande, sembra essere consapevole dei suoi limiti, li elenca con cognizione di causa, ciò lo rende un personaggio cosciente, in qualche modo drammatico, e la coscienza è, a mio avviso, una importante qualità. Egli non ci nasconde le sue debolezze, incluso il fatto che, quando ha la verità sotto gli occhi, non riesce ad interpretarla, "<i>non ci arriva</i>", e può succedere che alcuni fatti, siano chiari a noi che leggiamo, prima che a lui che ce li racconta. </div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>"...Se non avessi già optato per la cremazione e la successiva dispersione delle ceneri, avrei potuto utilizzare la frase<b>*</b> come epitaffio, incisa su una lastra di pietra o di marmo: "<b>Tony Webster -Che Non Ci È Mai Arrivato</b>", ma sarebbe suonato un po' troppo patetico, vittimistico, quasi".</i> </blockquote>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: start;">
<i><b>*</b>"<b>Ancora non ci arrivi</b>. Non hai mai capito, e non capirai mai. Perciò lascia perdere, è inutile"</i>. Pag 114 Veronica a Tony. </blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Come il titolo ci suggerisce, il personaggio è alla ricerca di <b>un senso,</b> e la mia impressione è che, interrogandoci di tanto in tanto, nelle vesti di lettori, ci suggerisca di fare lo stesso insieme a lui, sulle nostre vite oltre che sulla sua. Non stiamo cercando un senso, in generale, ma <b>il senso di una fine</b>. </div>
<div style="text-align: justify;">
Penso si possa parlare di <i>romanzo introspettivo</i>, percorso, in lungo e in largo, da un' incessante analisi dei fatti, alla maniera di scavi archeologici nei sotterranei della memoria. La prima parola che incontriamo è infatti: "<b>Ricordo</b>". Il termine compare tre volte nelle prime due pagine. </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul style="text-align: start;">
<li style="text-align: left;"><i><b>Ricordo, </b>in ordine sparso... </i></li>
<li style="text-align: left;"><i>...Quel che si finisce per <b>ricordare</b> non sempre corrisponde a ciò di cui siamo testimoni. </i></li>
<li style="text-align: left;"><i>...su alcuni <b>ricordi </b>approssimati che il tempo ha deformato in certezze.</i> </li>
</ul>
<div style="text-align: start;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Siccome il ricordo, è strettamente legato al "<b>tempo</b>", anche questa parola compare più volte nelle prime due pagine del libro. Quattro volte, per l'esattezza, e per puro caso, tre è il numero degli amici a scuola, prima dell'arrivo di Adrian, il quarto elemento. Tony ci informa che il tempo ha deformato le sue certezze, quindi non può garantire sulla verità dei fatti, ma sulla <b>verità delle impressioni</b>. Il dato, a limite ironico, potrebbe derivare dalla sua laurea in storia, e dall'evidenza che, uno storico, dovrebbe focalizzarsi quanto più possibile, sulla verità dei fatti, passando per l'analisi dei documenti a disposizione, per le testimonianze varie, da interrogare fino a trarne logiche e sensate conclusioni. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il <b>tempo</b>, quello dei calendari e degli orologi, viene maneggiato da Webster come fosse un elastico, o una visione che passa attraverso una lente deformante. In merito al tempo "ufficiale", ci dice, a pagina 25, che erano gli anni Sessanta, ma solo per qualcuno, e solo in determinate zone del paese. Allude alla libertà sessuale, che molti avrebbero conquistato nel decennio successivo. Il resto del tempo, in senso cronologico, è intuibile, ma a lui interessa il tempo della memoria e delle emozioni.<br />
Gli occorre un intero capitolo, lungo poco meno di sessanta pagine, per raccontarci dei suoi trascorsi scolastici, soprattutto ai tempi delle superiori, quando aspettava che la vita iniziasse. In seguito, quando la vita è iniziata davvero, qualcosa è cambiato in termini di entusiasmo, lo intuiamo dal fatto che gli sono sufficienti due pagine per raccontarci del suo matrimonio con Margaret, della nascita, tre anni dopo le nozze, della loro unica figlia Susie ed, a seguire, del matrimonio di lei, presto madre di due figli. (pag. 55, 56). Si intuisce anche che, come padre, egli sia piuttosto distante. Lo era stato anche come marito, e prima, come fidanzato della sua ex. Con Adrian, forse si era impegnato, e forse neanche tanto. Negli studi, non aveva puntato alla lode, ma non voleva rinunciare al massimo dei voti. </div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>"Viviamo nel tempo, il tempo ci forgia e ci contiene, eppure non ho mai avuto la sensazione di capirlo fino in fondo... esiste al mondo una cosa più ragionevole di una lancetta dei secondi? Ma a insegnarci la malleabilità del tempo basta un piccolissimo dolore, il minimo piacere. Certe emozioni lo accelerano, altre lo rallentano; ogni tanto sembra sparire, fino a che, in effetti, sparisce sul serio e non si presenta mai più" </i>Pag. 6 </blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Siamo nella mente del narratore, e insieme a lui, indaghiamo sui fatti della sua vita. <b>"È a scuola che tutto e cominciato"</b>, ci anticipa. Sapremo più avanti nel libro che, quando è ormai adulto, riceve il testamento da parte della madre di Veronica, e la cosa lo stupisce oltremodo. Perché proprio a lui? e perché, dopo tutto quel tempo? Così, alla maniera della detective story, Tony va in cerca della verità, del puzzle mancante, che gli permetterebbe la visione d'insieme di questa strana storia, apparentemente poco sensata. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I "documenti" sui quali "l'indagine storica" dello storico Webster può focalizzarsi, sono dei frammenti di diario di Adrian, delle lettere, scritte e ricevute, una vecchia foto di gruppo, a Londra, e per tutto il resto, non ha che la sua memoria, non può neanche confrontarsi con qualcuno, a parte Veronica e suo fratello, ma lei è sempre irritata e lui è sfuggente.<br />
Non gli resta che tornare fra i banchi di scuola, e di quel periodo, ci racconta soltanto delle ore di storia col vecchio e noioso, Joe Hunt, e delle ore di letteratura, con l'amato professore Phil Dixon. <b>Enrico VIII</b>, contro T.S Elliot. "La storia" e le sue fonti, contro "<b>Eros e Thanatos</b>", ovvero, <b>sesso e morte</b>, e tutte le affascinanti teorie che la letteratura ci racconta nei libri, per poi deluderci, alla resa dei conti, quando capiamo che la vita, quasi sempre, non è in grado di raggiungere quelle vette. Infine, e non meno importante, il problema dell'<b>accumulo</b>, e quello della <b>responsabilità.</b> <b> </b></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>"...Procediamo a casaccio, prendiamo la vita come viene, ci costruiamo a poco a poco una riserva di ricordi. Ecco il problema dell'<b>accumulo,</b> e non nel senso inteso da Adrian, bensì nel semplice significato di vita che si aggiunge alla vita. E, come ricorda il poeta, c'è differenza tra addizione e crescita". </i>pag 89 </blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Ed anche: </div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>"Il problema dell'<b>accumulo</b>" aveva scritto Adrian ...Nella vita, scommetti su una relazione, non funziona, vai alla successiva, e non funziona neanche quella, forse non perdi solo la somma di due sottrazioni, bensì un multiplo di quanto avevi puntato. L'impressione è questa, comunque. La vita non è solo fatta di somme e sottrazioni. C'è anche l'accumulo, la moltiplicazione delle perdite, dei fallimenti". Pag 104 </i></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Quanto alla responsabilità: </div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>"Parti dal principio di essere l'unico ed il solo <b>responsabile</b>, a meno di avere prove schiaccianti sul contrario. Adria era molto più intelligente di me - lui usava la logica dove io ricorro al buonsenso -ma credo che alla fine siamo giunti entrambi alla stessa conclusione... Ad Adrian non invidio la morte, ma la trasparenza della vita." pag 104 </i></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Fra i protagonisti "urbani" del libro, c'è il ponte. Ne vediamo uno anche in copertina, è il <i>millennium Bridge</i>, fra i più recenti, costruiti a Londra. All'inizio tremava un po', per il vento, per via della quantità di gente che lo attraversava, e per la sua struttura moderna, poi hanno rimediato, ma a Tony la cosa non dispiaceva. Sapere, tutti, che procediamo su passi incerti, di tanto in tanto, aiuta.<br />
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
Il mio post precedente, su questo blog, è dedicato ad Haruki Murakami, nello specifico, al suo romanzo <a href="https://lestanzeletterarie.blogspot.com/2020/03/murakami-haruki-after-dark.html">"After dark"</a>. Dicevo in quell'occasione, che i suoi libri contengono spesso delle autentiche colonne sonore. Anche nel libro di Barnes troviamo molti brani, uno su tutti, compare alla maniera di un refrain, mediamente ironico, ovvero: </div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: center;">
<b>Time is on my side, Yes it is, </b>dei Rolling stones. </blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEDY7n0iI4E9cuuxEfaMWxuwlEAaDNJdiIR3_f1v_ovtLbskISn4RNXktBCdk2FOSL7-5B5rVFtIgyjKJYnUlNRORz8LAiwMibGw6AyZq3ukx_Zg8MyLT0gZd7rCI5FzWxPGoR7u4XlCs/s1600/il+tocco+del+male.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="252" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEDY7n0iI4E9cuuxEfaMWxuwlEAaDNJdiIR3_f1v_ovtLbskISn4RNXktBCdk2FOSL7-5B5rVFtIgyjKJYnUlNRORz8LAiwMibGw6AyZq3ukx_Zg8MyLT0gZd7rCI5FzWxPGoR7u4XlCs/s320/il+tocco+del+male.jpg" width="201" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<span style="text-align: justify;">Questo brano, in linea col testo, al punto da somigliare, così mi sembra, ad una sua eventuale colonna sonora, mi fa pensare puntualmente a Denzel Washington, nel film: </span><i style="text-align: justify;">Fallen</i><span style="text-align: justify;"> </span><span style="text-align: justify;">del 1998, tradotto in italiano col titolo:</span><span style="text-align: justify;"> </span><i style="text-align: justify;"><b>Il tocco del male</b></i><span style="text-align: justify;">. Alla luce delle sinistre ombre che il Coronaviurs ha gettato sul mondo in questi mesi, non ho potuto non ripensare ad alcune immagini del film, </span><span style="text-align: justify;">sinistra metafora sul male che si spande fra gli uomini per il semplice fatto di essere vicini, lungo la stessa strada. In quel caso, il male col quale gli uomini vengono contagiati, è di tipo morale, quindi è legato al cattolico <i>Diablo</i>, e serve al regista, per glorificare un'idea molto amata dagli americani, ovvero quella del buon poliziotto che si sacrifica per il bene della comunità. Tuttavia, ricordo il dettaglio del metro di distanza fra le persone, e l'inquietudine che alla fine mi era rimasta addosso. </span><br />
<span style="text-align: justify;"><br /></span>
<span style="text-align: justify;">Esiste una versione filmica anche per il nostro romanzo, solo che io non l'ho ancora visto. Mi accorgo ora che su You tube, pagando, è possibile guardarlo. Il ruolo di Tony Webster è stato interpretato dal "padre" di Bridget Jones, attore sublime, mi piace molto. </span><br />
<span style="text-align: justify;"><br /></span>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="270" src="https://www.youtube.com/embed/pYLNTQGpNQ0" width="480"></iframe><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Nb: Il giorno dopo aver pubblicato il post, ho deciso di acquistare il film e di guardarlo via You Tube. Il film è quotato tre stelle su 5, da My movies. Nel film, Tony non è laureato in storia, ma in letteratura, ed il solo poeta citato è <i>Dylan Thomas</i>, invece nel libro veniva citato Ted Hughes a più riprese. Nel film, Tony possiede un negozio di macchine fotografiche usate, che nel libro non esiste. Sua figlia, nel film, non si sposa perché teme di ricreare il modello fallimentare dei suoi genitori, ha un solo figlio, tramite inseminazione artificiale. Nel libro invece, è sposata con un medico, dal quale avrà due figli. Ci sono diverse varianti per motivi di regia. La sua ez moglie è molto più "arrabbiata" con lui rispetto al romanzo, e Veronica, compare sporadicamente. </div>
<div style="text-align: justify;">
Per finirla con tono da bar, nonostante i bravissimi attori, preferisco di gran lunga il libro, perché i personaggi, nella mia mente, erano diversi rispetto a quelli del film. Comunque merita di essere visto. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
🔍🐭🔍🐭🔍<br />
<b>Qualche link su cose citate nel corso del post. </b><br />
<b><br /></b>
<b><a href="https://www.einaudi.it/autori/julian-barnes/">Link alla pagina Einaudi dedicata a Julian Barnes. </a></b><br />
<b><br /></b>
<a href="https://lestanzeletterarie.blogspot.com/2020/03/murakami-haruki-after-dark.html">After Dark.</a> Murakami. Dal mio blog. (l'ho citato in merito alla musica nei libri)<br />
<br />
<a href="https://www.einaudi.it/catalogo-libri/narrativa-straniera/narrativa-di-lingua-inglese/il-pappagallo-di-flaubert-julian-barnes-9788806214401/">Il pappagallo di Flaubert. </a>Einaudi edizioni.<br />
<br />
<a href="https://www.ibs.it/madame-bovary-libro-gustave-flaubert/e/9788807900983">Madame Bovary</a>. Edizioni Feltrinelli.<br />
<br />
<br />
<a href="https://youtu.be/_oSRvcdlgSI">Time is on my side. The rolling stones. </a> Sperando che You tube non cancelli il link.<br />
<a href="https://youtu.be/uU9urfWuHu8">Il tocco del male, film. </a> Nb. You tube permette anche la visione integrale del film, a pagamento.<br />
<br />
<a href="https://youtu.be/55ltZe2RbeE">L'altra metà della storia. Film. </a> Versione filmica in italiano dell'adattamento del libro "il senso di una fine".<br />
<br />
<a href="http://www.minimaetmoralia.it/wp/pare-che-il-senso-della-fine-di-julian-barnes-sia-un-capolavoro-ecco-e-tuttaltro-che-cosi/">www.minimaetmoralia.it </a> In questo link, invece, una recensione drammaticamente negativa sul libro.<br />
<br />
<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Millennium_Bridge">Millennium Bridge, Wikipedia. </a><br />
<br />
Grazie per essere passato da queste parti!Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com060019 Senigallia AN, Italia43.7197926 13.215222443.6279861 13.0538609 43.811599099999995 13.3765839tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-82857641285314818242020-03-27T19:33:00.000+01:002020-03-28T13:35:25.391+01:00Murakami Haruki. After dark. <div style="text-align: justify;">
<b>After dark</b> è un romanzo di Murakami Haruki, pubblicato in Giappone nel 2004, e tradotto in italiano, quattro anni dopo, da Antonietta Pastore per le edizioni Einaudi Super ET. L'immagine di copertina è dell'artista <b>Noma Bar.</b> </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJDweq63woiRoE6yJif5aRI_IzKsi66ADZkNe-WzeJASXlgLM0DlMCAjsEPTK4UDjdAbTtMGocvNCE1TjWWPvHKY5tV3Wme4KKRaJ966a4RLBqO8TrvnoLTGzUFouefZXNI33xRWRKfzE/s1600/after+dark.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="280" data-original-width="180" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJDweq63woiRoE6yJif5aRI_IzKsi66ADZkNe-WzeJASXlgLM0DlMCAjsEPTK4UDjdAbTtMGocvNCE1TjWWPvHKY5tV3Wme4KKRaJ966a4RLBqO8TrvnoLTGzUFouefZXNI33xRWRKfzE/s200/after+dark.jpg" width="128" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Da un libro intitolato "After dark" mi aspetto una trama <i>luminosa,</i> perché<i> </i>dopo il buio c'è la luce, e non può essere altrimenti. La luce che troverò nel libro, sarà però artificiale come il bagliore dei neon, il cono di luce proveniente dai lampioni, la luce riflessa dallo schermo di un computer, o di una telecamera intenta a registrare vite inconsapevoli di essere protagoniste di una qualsivoglia regia. Il libro ci getta nel mezzo della <i>darkness</i> quindi, al massimo, possiamo sperare di progredire verso la luce, che è la nostra destinazione, ma intuiamo che non ci è vicina. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il tempo viene scandito, nel corso dei<b> diciotto capitoli</b> che compongono l'opera, tutto sommato breve rispetto agli standard dell'autore, attraverso degli orologi, graficamente illustrati, che segnano le ore. Mancano cinque minuti alla mezzanotte quando iniziamo il nostro viaggio, " a volo d'uccello". </div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>"E' una metropoli che abbiamo sotto gli occhi. La vediamo attraverso lo sguardo di un uccello notturno che vola alto nel cielo..." </i></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nelle fiabe, <b>mezzanotte</b> è l'altro nome del limite invalicabile. Bisogna rientrare prima che l'incantesimo finisca se si vuole diventare principesse del domani. Nella storia del mondo, la notte è il tempo della paura, popolata da ombre e minacce. In principio era il tempo della caverna, per nascondersi dalle belve e dai cani sciolti, che di notte sembrano poter vivere il loro unico tempo possibile. Poi le città si sono gradualmente riempite di luci, più o meno nitide, e sono nati locali, sempre più numerosi, come luoghi alternativi alle case che ci contengono. La loro vocazione è quella di trarre guadagno, ospitando anime variamente composte che si muovono in cerca di convivialità, di sesso, di silenzio o di isolamento. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ci tocca sperimentare l'amara realtà del virus che uccide, la quarantena, <i>l'era del sospetto</i>, per dirla in letteratura, e la paura ci sta divorando. Stiamo vivendo la castrazione di restare confinati in uno spazio che definirei ufficiale, istituzionale, tradizionale, quale è la casa, e più di uno sta serenamente sbroccando. Per questo, forse, ho apprezzato leggere un libro d'evasione, incentrato su una lunga uscita notturna. Approfitto delle trame degli altri per uscire anche io, almeno con la testa. Esco con Mari, leggo un libro insieme a lei, la ascolto, come se fossi anch'io una passante con la quale la ragazza si ritrova a parlare. Osservo Takahashi col suo trombone al seguito, e mi è simpatico, perché a tratti sembra sprovveduto, ma non lo è. Unisco i miei occhi allo sguardo dall'alto, del regista, della telecamera, del narratore, ed osservo pedine in movimento sulla grande scacchiera che è Tokio, anche se potrebbe essere una qualsiasi metropoli del mondo, tanto si assomigliano. Queste pedine umane si muovono, agiscono, si raccontano, e poi, seguendo il ritmo naturale del tempo, che è circolare, come l'orologio, e come la struttura narrativa del testo, si arriva per forza al punto in cui tutto ricomincia da capo. L'antitesi della notte sarà sempre il giorno. </div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>"Diventati un puro punto di osservazione, siamo nel cielo della città. Lo spettacolo della gigantesca metropoli che sta per svegliarsi è sotto ai nostri occhi..." </i></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
La scrittura di Murakami, in questo testo è piuttosto semplice. Chiunque potrebbe leggerlo senza affaticarsi, anche chi non apre un libro da diverso tempo. Segue una struttura binaria, quindi in ogni capitolo si occupa di un personaggio specifico, semplificandoci ulteriormente le cose. Detto ciò, pochissimi sarebbero in grado di scrivere un racconto come questo, perché la mente che ha generato After dark, ha un solidissimo successo editoriale alle spalle. Il suo autore è noto ovunque nel mondo, e se ha dei detrattori<b>*</b>, ha anche tantissimi ammiratori estasiati che non fanno che aggirarsi negli scaffali in cerca del prossimo suo libro da leggere.<br />
<div style="text-align: right;">
<b>*</b>Vedi nota in fondo al post. </div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Io ho iniziato la mia libro-dipendenza giapponese con <i>Norwegian wood.</i> Non mi aspettavo grandi cose, quindi è stato fantastico trovarle. Poi ho letto <i>Kafka sulla spiaggia,</i> ed ho sentito che si era creato un legame con l'autore. A seguire, Nel segno della pecora, che aspetta ancora di essere concluso. Infine, <i>After Dark.</i><br />
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
Tendiamo a non porre attenzione sul ruolo fondamentale che i <b>traduttori</b> rivestono nella nostra conoscenza del mondo. Per After Dark, il merito della traduzione è di Antonietta Pastore, invece, per libri come Norwegian Wood, o Kafka sulla spiaggia, fondamentale è stato il ruolo di Giorgio Amitrano, Insegnante, traduttore, direttore dell'istituto di cultura italiana in Giappone dal 2012. Lui è il nostro uomo ponte. Prende da lì e porta qui, cose che, almeno a me, altrimenti sarebbero precluse. Vorrei tanto ringraziarlo per questo. E' un signore nato a Jesi, a due passi da dove vivo io, ed ha un curriculum impressionante, sapientemente incastonato in una modestia che gli fa immenso onore. </div>
<div style="text-align: justify;">
Pare che si sia prodigato molto per ottenere una pubblicazione in italiano di Murakami, prima con la Feltrinelli, poi con la Einaudi, quindi gli dobbiamo molto. Nelle sue pregiate introduzioni, ci ha anche spiegato il contesto che ha generato la nascita del fenomeno Murakami, e mi sembra importante per passare da un pigro "non mi è piaciuto" ad un più sensato: "forse non ho capito?" e/o, ad un eventuale: "cosa devo sapere?". </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Leggendo in giro, ho trovato recensioni di ogni tipo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Una signora si dice indispettita perché, in questo romanzo, a differenza che in altri dell'autore, alcuni personaggi non sono approfonditi, e lei ne è delusa. Quando cammini e sbatti contro le persone, non hai una voce fuori campo che ti dice tutto di loro. Devi fare da solo, e disponi soltanto delle tue impressioni, che devono bastarti. Pertanto, a mio avviso, si tratta di un romanzo che somiglia alla vita.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Altri lettori non resistono alla tentazione di creare uno spartiacque fra opere maggiori ed opere minori. Murakami scrive come un posseduto, e non lo fa solo perché gli piace. Stando alle parole di Amitrano, in Giappone i contratti con gli editori comportano si, per autori del suo calibro, vite molto agiate, ma su di loro, viene esercitata grande pressione perché devono produrre fatturato, ed ecco spiegata la necessità di scrivere moltissimo per rimanere a galla in quel settore, e per dare da vivere a tutta la filiera di gente che lavora grazie a loro.</div>
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<br /></div>
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Scrivere tanto e conservare un'identità riconoscibile, piacevole, oso dire, rara nella modernità, mi pare davvero la fortuna che sembra. Adoro quest'uomo ed il suo universo, si sarà capito, e lo consiglio a chi vuole farsi un viaggio <b>nell'oriente più occidentalizzato che ci sia,</b> a partire dal titolo, in inglese, passando per nomi di locali, come la caffetteria <i>Denny's,</i> lo <i>Starbucks</i>, ma anche il supermercato S<i>even/Eleven</i>, o il tipico <i>Love hotel</i> giapponese, ovvero un luogo destinato ad incontri sessuali, che si chiama, nello specifico, <i>Alphaville</i>, in omaggio al cinema di Godard, e poi c'è lo <i>Skykark</i>, che significa "allodola" e che poeticamente, annuncia l'alba. Poi il berretto da baseball della ragazza, con la scritta "<i>B</i>" dei<i> Boston Red Sox;</i> e non parliamo della colonna sonora. Si perché, molto spesso, i romanzi di Murakami hanno anche una <b>colonna sonora</b>, ed è bellissimo andarsi a cercare on line un brano qualunque, fra quelli inseriti nella testo, e trovare commenti senza fine da parte di utenti di ogni angolo di mondo, finiti lì perché condotti da un libro. Mi piace questa sua abilità di mescolare le arti. Il genere musicale che predilige, a quanto pare, è il Jazz, ancora una volta, un genere americano, quindi occidentale. Il brano cardine di After dark, è "<b>Five Spot after Dark</b>", un brano che contiene il titolo del libro ed è facile cogliere l'assonanza che è stata volutamente creata dall'autore.</div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<i>"...il primo pezzo sul lato A si intitolava Five Spot After Dark. Era fantastico. Al trombone c'era Curtis Fuller. La prima volta che l'ho sentito ho avuto l'impressione che mi cadessero delle squame dagli occhi. E' lui, mi sono detto, è il mio strumento! Il trombone e io. Un incontro fatale. Il giovane si mette a canticchiare a bocca chiusa le prime otto battute di Five Spot After Dark...." Pagina 18. </i></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Questo è il punto in cui, chi legge, potrebbe aver voglia di verificare se conosce quella musica. Mari, che è la sua interlocutrice, ha già sentito quelle note, ed il ragazzo ne è sorpreso.<br />
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<br /></div>
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𝅘𝅥𝅰𝅘𝅥𝅯𝅘𝅥𝅰𝅘𝅥𝅯𝆕</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
I brani presenti nel testo sono, e spero di averli elencati tutti: </div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://youtu.be/Gmfdv6deRGM">Go away little girl. </a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://youtu.be/_BlHRPXPx-4">Five spot after dark.</a> (Cap 1, pagina 18) </div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><a href="https://youtu.be/OyvN46uSA8o">April fools: Burt barchorach</a>. </span></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://youtu.be/5D_GRh_0ZXE">My ideal. Ben Webster</a>. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://youtu.be/brqxEdwsTQs">Sophisticated lady Duke Ellinghton</a>. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://youtu.be/chq885RKXAI">Pet shop boys. Jealousy</a> <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://youtu.be/ccenFp_3kq8">I can’t go for that. Hall & Oates </a> <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><a href="https://youtu.be/5PC0FrLlO5E">Ivo Pogorelich - Bach - English Suite No. 2 in A minor</a> </span><o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://youtu.be/wRGpVraPsi4">Brian Asawa in un’aria di Scarlatti </a><o:p></o:p></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://youtu.be/wRGpVraPsi4">Sonnymoon for two di Sonny Rollins.</a> <o:p></o:p></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: center;">
🔍🐭🔍 </blockquote>
S<span style="text-align: justify;">poiler alert! </span><br />
<div style="text-align: justify;">
<b>Da qui in poi potrebbe esserci qualche dato di troppo, per chi non ama avere informazioni circa il libro che leggerà.</b> </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Come ho detto, il personaggio principale di questa storia, sembra essere <b>Tokio</b>, definita in modo generico, come <i>"una metropoli che abbiamo sotto gli occhi"</i>. Città cosmopolita, dunque occidentalizzata. L'ultimo capitolo, così come il primo, ci ricordano che è la capitale che stiamo osservando, solo che prima dormiva, ed alla fine si sta svegliando. Ora come allora, noi siamo sguardo che osserva dall'altro. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E' un testo circolare, per ovvie ragioni. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Partendo da questa visione corale, ci caliamo in un ambiente chiuso, dentro una caffetteria della catena Denny's, e qui, troviamo una ragazza sola che legge un libro, quanto manca poco a mezzanotte. Una <i>Cenerentola</i> contro corrente. Si chiama Mari, ha 19 anni, studia Cinese all'università e non ha voglia di stare a casa, per questo ha deciso di restarsene in giro, incurante dei pericoli. Un ragazzo, Takahashi, che ha conosciuto tempo prima tramite sua sorella Eri, si trova nello stesso locale. E' lui a riconoscerla ed a cercarla, iniziando una conversazione che somiglia più ad un monologo. Si intuisce che si è invaghito di Eri, come tutti del resto. Pare sia una bellissima ragazza, molto più di Mari, che soffre per questa loro differenza. Takahashi è un musicista, ma ha deciso che smetterà per studiare diritto. Racconta molto di sé all'altra, e sembra stupito che l'altra lo capisca. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Come in ogni trama che si rispetti, poi succede qualcosa. Un incidente. Sangue e violenza. Mari sfrutterà le sue conoscenze in cinese per tradurre dal cinese al giapponese. Una ragazza della sua età, prostituta, è stata malmenata all'interno del Love hotel. </div>
<div style="text-align: justify;">
La notte prosegue, scandita puntualmente dal tempo degli orologi, a inizio di ogni capitolo. Sappiamo che Eri è confinata in un letto, come <i>Biancaneve,</i> nelle fiabe. Dorme da due mesi e non sembra volersi svegliare... e poi basta! o vi dico tutto io. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<div style="text-align: center;">
<b>"... prima che le tenebre tornino a visitarci, c'è ancora tempo". </b></div>
</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPYbmM7S02QO7yZL6EYhDEPmCVDeo7Gww6wZ_P8qK78FKJ1ce3rb7guMzgxiK5fLj1ojTnAtGh1Vq8Dg8_-r8sddXIOuWgqQpKQcqsetBtPSbShMe5VxL36KIJgb1SHy13trg9svvWM24/s1600/murakami+ritratto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="194" data-original-width="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPYbmM7S02QO7yZL6EYhDEPmCVDeo7Gww6wZ_P8qK78FKJ1ce3rb7guMzgxiK5fLj1ojTnAtGh1Vq8Dg8_-r8sddXIOuWgqQpKQcqsetBtPSbShMe5VxL36KIJgb1SHy13trg9svvWM24/s1600/murakami+ritratto.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b>Murakami Haruki. </b></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<span style="text-align: start;"><i><span style="font-family: inherit;">«</span><b style="font-family: inherit;">Amo la cultura pop</b><span style="font-family: inherit;">: i Rolling Stones, i Doors, David Lynch, questo genere di cose. </span><b style="font-family: inherit;">Non mi piace ciò che è elitario</b><span style="font-family: inherit;">. Amo i film del terrore, Stephen King, Raymond Chandler, e i polizieschi. Ma non è questo ciò che voglio scrivere. </span><b style="font-family: inherit;">Quello che voglio fare è usarne le strutture, non il contenuto.</b> <b style="font-family: inherit;">Mi piace mettere i miei contenuti in queste strutture. Questa è la mia via, il mio stile. Perciò *non piaccio né agli scrittori di consumo né ai letterati seri. lo sono a metà strada, e cerco di fare qualcosa di nuovo</b><span style="font-family: inherit;">. [...] Scrivo storie strane, bizzarre. Non so perché mi piaccia tanto tutto ciò che è strano. In realtà, </span><b style="font-family: inherit;">sono un uomo molto razionale</b><span style="font-family: inherit;">. Non credo alla New Age, né alla reincarnazione, ai sogni, ai tarocchi, all'oroscopo. [...] Ma quando scrivo, scrivo cose bizzarre. Non so perché. </span>Più<span style="font-family: inherit;"> sono serio, </span>più<span style="font-family: inherit;"> divento balzano e contorto». </span></i></span><span style="border: 0px; box-sizing: inherit; font-family: inherit; font-stretch: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Murakami Haruki «The Salon Magazine», 16-12-1997</span></blockquote>
Estratto da: <a href="https://www.einaudi.it/autori/murakami-haruki/">https://www.einaudi.it/autori/murakami-haruki/</a><br />
<br />
Il senso delle recensioni? A volte mi sfugge. Diciamo che mi occorre per conservare l'impressione del momento, quando, più avanti, il tempo avrà voglia di cancellarla, ed è anche un modo per esercitarsi nella scrittura, nella comunicazione, quindi è utile, e tutti dovremmo provare.<br />
Ho dimenticato di farmi due domande sul genere di questo libro. Di notte si sogna, quindi c'è un forte elemento onirico, e poi c'è il thriller, paura! e il giallo... chi è stato? Il romance, ma poi si metteranno insieme? Il sesso, assente. I gatti, cameo immancabile, e poi la <i>brevitas</i>, che mi appare una somma virtù.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.harukimurakami.com/">Qui c'è il link al sito ufficiale di Murakami. </a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://www.dutchuncle.co.uk/noma-bar">Noma Bar:</a> Artista israeliano. Link al sito <b>"Dutch oncle"</b> per sapere qualcosa in più sull'autore delle immagini usate per le copertine Einaudi delle ultime ristampe.<br />
<br />
<b>Buona lettura, e grazie per essere passato da queste parti! </b></div>
Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com260019 Senigallia AN, Italia43.7197926 13.215222443.6279861 13.0538609 43.811599099999995 13.3765839tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-64008580655572945172020-03-26T15:28:00.002+01:002020-03-26T22:35:56.821+01:00Saggezza. Poesia di J. K. Keeflr<div style="text-align: right;">
<b> Janice Kulyk Keeflr</b><b> </b></div>
<div style="text-align: right;">
<b>Wisdom/saggezza, da:</b></div>
<div style="text-align: right;">
<b>Midnight stroll 2007.</b></div>
<div style="text-align: right;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: right;">
English/Italian version<b>.</b></div>
<div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgucYEcjYFVBVcIL0klUqUdHYtjTAFG5Nq9pRDwMDoTPgMmAjz8ozW-BsBkDbHczEofgAFrscKXXBHZ7Va3oVv_RIhILxoBIOcFI9v_3CmjTA3tfVaGKmcqHJSQCm0kNK1_Q-hE4R_8tz8/s1600/janice+k+k+poetessa.+per+blog.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="275" data-original-width="183" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgucYEcjYFVBVcIL0klUqUdHYtjTAFG5Nq9pRDwMDoTPgMmAjz8ozW-BsBkDbHczEofgAFrscKXXBHZ7Va3oVv_RIhILxoBIOcFI9v_3CmjTA3tfVaGKmcqHJSQCm0kNK1_Q-hE4R_8tz8/s320/janice+k+k+poetessa.+per+blog.jpg" width="212" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: 12.8px;">Janice Kulyk Keeflr </span><br />
<span style="font-size: 12.8px;">poetessa, autrice, insegnante canadese,</span><br />
<span style="font-size: 12.8px;"> nata il 2 febbraio 1952 a Tornonto </span></td></tr>
</tbody></table>
<b><span style="font-size: large;"><br />Wisdom </span></b><br />
<b><br /></b>
I who have decided to love mankind<br />
instead of men<br />
<br />
to love life's contradictions,<br />
imposibilities.<br />
<br />
I who have grown into a fine old<br />
philosopher, when suddenly<br />
<br />
the telephone rings, his voice<br />
prickling the lenght of my neck<br />
<br />
or, he teases me, calls me<br />
<i>Sweet little goes</i><br />
and my heart careens.<br />
<br />
what we love in another<br />
is the life in that person;<br />
that is why we must never<br />
seek to possess him.<br />
<br />
<i>Sweet little goose. </i><br />
(Da Midnight Stroll, 2007)<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: right;">
<i>Versione italiana. </i></div>
<b><span style="font-size: large;">Saggezza.</span></b><br />
<b><br /></b>
Io che ho deciso di amare l'umanità<br />
invece degli uomini;<br />
<br />
di amare le contraddizioni della vita,<br />
le impossibilità.<br />
<br />
Io che sono diventata una bella attempata<br />
filosofa, quando improvvisamente<br />
<br />
il telefono suona, la sua voce<br />
mi solletica il collo.<br />
<br />
Mi prende in giro, mi chiama<br />
<i>ochetta</i><br />
e il mio cuore sbanda.<br />
<br />
Quello che amiamo di un'altra persona<br />
è la vita che ha dentro,<br />
per questo non dobbiamo mai<br />
cercare di possederlo<br />
<br />
<em>Ochetta.</em><br />
Da "Poesia" n. 249. Aprile 2010 Traduzione di Valentina Morana. Crocetti Editore.<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
🔍🐭🔍🐭🔍<br />
<br />
<div style="text-align: left;">
<a href="https://lestanzeletterarie.blogspot.com/2010/06/alchimia-di-janice-kulyk-keefer.html">Alchimia, di Janice kulyk keefer. </a> Link ad un'altra poesia dell'autrice, in questo stesso blog. </div>
</div>
<br />
Per saperne di più:<br />
<i><a href="https://www.guernicaeditions.com/title/9781550713107">Essays on her works. </a></i><br />
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: "georgia" , "times new roman" , "times" , serif; font-size: 14px;">"A writer, teacher and traveller, Janice Kulyk Keefer reflects her experiences with various cultures of Eastern and Western Europe and Canada in her works. The critical essays in this volume examine themes such as family history, redefining gender, ethnic politics, identity in transnational contexts, and the Canadian writer's place in world literature. This collection includes essays by Coral Ann Howells, Anna Pia De Luca, Britta Ilinder, Colin Nicholson, Elisabeth Marald, Lindy Ledohowski and Deborah Saidero. There is also an interview with Janice Kulyk Keefer and a useful bibliography" </span></blockquote>
<i><br /></i>
<i><br /></i>
<i><a href="https://forumeditrice.it/percorsi/lingua-e-letteratura/centro-di-cultura-canadese/reading-janice-kulyk-keefer">Reading Janice Kulyk Keefer.</a> Libro di Deborah Saidero. </i><br />
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
"Questa raccolta di saggi critici approfondisce vari aspetti dell'opera della scrittrice canadese Janice Kulyk Keefer, dalla sua ossessione per il tema del viaggio con tutte le sue implicazioni metaforiche, alla riscoperta delle sue origini etniche ucraine e della sua storia familiare. I saggi esplorano questioni care all'autrice, quali la preoccupazione di ridefinire le politiche etniche e di genere, di riformulare l'identità in termini transculturali e transnazionali e di stabilire un dialogo intertestuale con altri scrittori e testi." </blockquote>
<br />
<a href="https://www.thecanadianencyclopedia.ca/en/article/janice-kulyk-keefer">From the canadian encyclopedia. </a> ...</div>
<div>
<br />
<br />
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Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-58391404527542379032019-10-22T14:22:00.001+02:002020-06-21T11:55:08.427+02:00Spazi silenti Passavo da quelle parti quando...<br /><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJfuRNygPNpNfSBUq5A55LQJXBaQU-BQ53SXMsfOQ98ACsZjEGX-j1JVQSwxGkAM70LQ4cOR9awH2SpBVIu2TQ2IupB-WvIxsJBhdZWxigrB8AW6oHNEe7g5Q2q4DFropILyb0hqR0nRQ/s1600/il+passetto+2018+foto+mia.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="720" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJfuRNygPNpNfSBUq5A55LQJXBaQU-BQ53SXMsfOQ98ACsZjEGX-j1JVQSwxGkAM70LQ4cOR9awH2SpBVIu2TQ2IupB-WvIxsJBhdZWxigrB8AW6oHNEe7g5Q2q4DFropILyb0hqR0nRQ/s400/il+passetto+2018+foto+mia.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">IL PASSETTO. Ancona. <br />La foto è volgarmente ...mia, il posto è di tutti. </td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
In città, zona lungomare, c'è una villa di tre piani con giardino che sembra un orto botanico, ma è nascosto agli occhi dei più, causa recinzioni e vegetazione tutta. E' un edificio grande quanto cinquantuno monolocali (per piano), e si estende fin sopra l'alto dei cieli, con tanto di terrazzino dal quale ammirare il porto, quindi il molo e forse anche la Rotonda, semplicemente ruotando il collo di mezzo millimetro. Ad oggi, lo spettacolo se lo godono solo i gabbiani visto che è tutto chiuso da decenni. </div>
<div style="text-align: justify;">
L'assenza è una delle massime prerogative dell'eleganza urbana, soprattutto quella sfarzosa. Altro presupposto della <i>sciccheria</i> (vedi nuova canzone che impazza nelle radio, made in... <i>teenager</i>), sta nel fatto che in quei tremila metri quadri, ci vivano due persone al massimo, o suona volgare. Poi c'è l'Ikea, col suo senso di adattamento estremo. In un posto del genere, ci incastrerebbero ventimila persone, e ci starebbero anche comode per quanto sono geniali! Ora, siccome in città siamo sui quarantamila, mi rendo conto che qualcosa non torna in termini "<a href="http://www.treccani.it/vocabolario/etica/">etici</a>", che strana parola. </div>
<div style="text-align: justify;">
Oggi succede l'impensabile per chi passa da quelle parti. </div>
<div style="text-align: justify;">
Le finestre che danno sulla via, sono lievemente aperte, o dovrei dire, socchiuse, per dare aria ai locali. La cosa non passa inosservata perché, si sarà capito, quel posto si dà arie anche quando è chiuso-sigillato. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sbirciando gli interni della ricca eleganza, si può notare una specie di rosa dei venti, fatta coi venti, alla lettera, che si compone nel punto vuoto che sta fra le stanze sontuose e rare, come il vento che ci passa e smuove polvere "nobile", diciamo così. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lo spazio, come concetto, è bellissimo da pensare, e se è vuoto, finisce col sembrare ancora più bello. <i>"Spazi voti per menti piene"</i>, si diceva una volta. All'Ikea, le menti piene le sistemano in comode scatole antiuomo, eppure necessarie all'uomo moderno, perché non ci sono alternative. </div>
<div style="text-align: justify;">
Verrebbe da farsi due domande sul criterio di ripartizione degli spazi urbani fra gente più o meno abbiente e "degna di abitare", diciamo così. Sarebbe interessante capire perché qualcuno debba campare stipato, o senza stipo, mentre altri si concedono il lusso dell'assenza su suolo pubblico, edificato ed occupato per tenerlo chiuso. La famosa "proprietà privata". Il famoso "benessere". Poi vanno tenuti in considerazione anche i meriti, ovviamente. Chissà quali gesta eroiche per meritarsi una tal dimora! In giro c'è anche gente pagata meno di dieci euro l'ora che viene licenziata via WhatsApp, ma questa è davvero tutt'altra storia. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJfuRNygPNpNfSBUq5A55LQJXBaQU-BQ53SXMsfOQ98ACsZjEGX-j1JVQSwxGkAM70LQ4cOR9awH2SpBVIu2TQ2IupB-WvIxsJBhdZWxigrB8AW6oHNEe7g5Q2q4DFropILyb0hqR0nRQ/s1600/il+passetto+2018+foto+mia.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="720" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJfuRNygPNpNfSBUq5A55LQJXBaQU-BQ53SXMsfOQ98ACsZjEGX-j1JVQSwxGkAM70LQ4cOR9awH2SpBVIu2TQ2IupB-WvIxsJBhdZWxigrB8AW6oHNEe7g5Q2q4DFropILyb0hqR0nRQ/s200/il+passetto+2018+foto+mia.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In foto, il Passetto di Ancona. </div>
<div style="text-align: justify;">
E' una foto mia, del 2018. Amo questo posto perché somiglia alla mia idea di spazio "sostenibile". Si tratta di un monumento ai caduti, quindi è fatto di sangue versato per la patria, ed è anche un monumento fascista, di marmo bianco eccetera, ma è bello, è senza tetto, è per tutti e dà sul mare. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span class="text_exposed_show" style="background-color: white; display: inline;"><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #1c1e21; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px;"><div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</span></span>Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com060019 Senigallia AN, Italia43.7197926 13.21522240000001643.6279861 13.053860900000016 43.811599099999995 13.376583900000016tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-20774758541981426832019-10-16T00:51:00.000+02:002019-10-22T14:23:05.508+02:00"Silenzio"<div style="text-align: justify;">
Esiste un grande assente nel mio tempo ed anche nel vostro. Mi spiace, forse l'abbiamo perso per sempre.<br />
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><img border="0" data-original-height="554" data-original-width="960" height="184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8GfHP6fjlNtKxVlW1ekrYHnZpIKDoOGroNdYVSy8VcjD6-KOV02U4dM6AwFZfjdBZq0bW_pqnymqmtA-K7p7VPGgeJxhKHDXaKRO9YHxqzZLsq-X0T6kOqxJy5-riA48m8EZ9Elx_h1o/s320/silence-2054838_960_720.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="320" /></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'immagine proviene dal sito:<a href="https://pixabay.com/it/users/geralt-9301/"> Pixabay</a></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Se dico "Silenzio" a cosa pensi? </div>
<div style="text-align: justify;">
Io penso ai Depeche mode "<i>enjoy the silence</i>", a Vercors e al suo:"<i>Le silence de la mer</i>". Penso anche a Scorsese che, di recente, ci ha regalato un film sul drammatico silenzio del divino, e che si chiama "<i>Silence</i>" anche lui. Poi penso a quel film, al ragazzo che vuole andare in Alaska, ma muore, insomma, pensieri rumorosi. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E' che il silenzio, troppo spesso, si può dire solo a parole. </div>
<div style="text-align: justify;">
Trova un bar nel quale puoi sederti con un libro, un giornale, o anche solo coi tuoi pensieri. Se ci riesci, fammi sapere, ti prego! io posso darti due dritte, ma sono luoghi rari, a volte scomodi. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Un giorno, per esempio, sei seduto davanti al tuo computer. Devi scrivere qualcosa, ed è importante che questa cosa venga scritta in tutta concentrazione, e la concentrazione, forse non per tutti, ma per me passa per il silenzio. Perduto. Per sempre. Porca miseria.<br />
Silenzio, dicevamo, però fuori i bambini giocano, urlano "Tana libera tutti!" e la maestra sussurra un timido "silenzio ragazzi!" ovviamente, nessuno l'ascolta. E' la loro ora d'aria. Sarebbe strano il contrario. <i>Silenzio,</i> gli ordino in silenzio, con la sola forza del pensiero. Basterà? mi chiedo. Certo che no. E' solo una forma di esaurimento nervoso, la mia, e dunque devo sentirmi come se avessi il potere di fermare il mondo e sistemarlo come serve a me, almeno per i prossimi cinque minuti.
Silenzio, dicevamo.<br />
Di sotto, i graziosi inquilini del primo piano, sposi da un anno, sposi e musicisti, musicisti da tanti anni, suppongo. Insomma, prima inizia lei con l'arpa, poi lui, col pianoforte. Sento la fatica dei miei neuroni, sento che si inceppano, che saltano a ostacoli perché provano a mettere insieme una frase, e quella si sfalda all'ennesimo urlo collettivo dei <i>mammocci</i> di fuori. Ho capito che urlare è liberatorio, ma vi odio, dannati esseri in miniatura. E poi l'arpa, che si intreccia alle urla e stride, quando sono le dieci del mattino. L'arpa produce un suono dolce, le ugole forsennate grattano tutto ciò che trovano. Insieme, questi suoni, creano dissonanze ingestibili per un qualsiasi sistema nervoso, soprattutto per il mio.
Quindi il rimedio. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quale? La musica nelle orecchie! ovviamente. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un terzo rumore, possibilmente più alto degli altri due, conficcato nel cervello tramite provvidenziali cuffiette, per neutralizzare gli altri rumori. Presto, questo rimedio diventerà una causa, e l'effetto si chiamerà "acufene", ma per ora non è saggio pensarci. Un suono fisso nelle orecchie, ad ogni ora del giorno della notte. Voci indiscrete dicono che Dante pensò al purgatorio proprio per questo problemino dell'ultim'ora che gli capitò in un orecchio. Sono voci inventate, da me, ovviamente. Ai tempi di Dante c'era ancora l'educazione, o almeno, mi piace raccontarmela così. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ascolto, per volere di <i>you tube,</i> l'app, intelligente, che mi conosce molto meglio di mamma e papà, un brano che egli stesso ha scelto per me la volta scorsa, quando, per lo stesso motivo, ho cliccato "musica per concentrarsi".<br />
Di che si tratta? </div>
<div style="text-align: justify;">
Beethooven! che fa grandemente fico, ammettiamolo.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il brano, per altro bellissimo, che you tube ha scelto per me, si intitola, nientemeno che... Silence! </div>
<div style="text-align: justify;">
Enjoy!! </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="344" src="https://www.youtube.com/embed/YFD2PPAqNbw" width="459"></iframe></div>
<br />
<span style="text-align: justify;"><br /></span>
<span style="text-align: justify;">Link sul tema: </span><br />
<span style="text-align: justify;"><br /></span>
<span style="text-align: justify;">"</span><i style="text-align: justify;"><a href="https://youtu.be/aGSKrC7dGcY">enjoy the silence</a></i><span style="text-align: justify;">", Depeche mode </span><br />
<span style="text-align: justify;"><br /></span>
<span style="text-align: justify;">"<a href="https://youtu.be/IqrgxZLd_gE">Silence</a>" Martin Scorsese</span><span style="text-align: justify;">. </span><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
"<a href="https://youtu.be/mEzZMPItqSo">Into the wild</a>" Sean Penn. </div>
Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com060019 Senigallia AN, Italia43.7197926 13.21522240000001643.6279861 13.053860900000016 43.811599099999995 13.376583900000016tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-31655991595568514662019-10-12T02:00:00.000+02:002019-10-13T00:31:31.345+02:00VOLÙMINA atto secondo. Le artiste e il libro.<i>XV Giornata del contemporaneo.</i><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Sabato <b>12 ottobre 2019</b>, dalle ore<b> 17:30</b> presso il Museo Nori De'Nobili. Trecastelli. AN. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<b>Ingresso gratuito.</b> </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV27c27WQjjxux3MtblcRmQ-kXDgyN0EoKH0do7_iLe5Z9oIfegWHlUTNqkKsz9qnk1KdZzbOvosRXDTy99XlWa5ftY3Pjg6ohXtM2-Qq4dFv9eYzbPA_9rF1KFcRBgctD4iWuSBjisnI/s1600/volumina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="842" data-original-width="595" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV27c27WQjjxux3MtblcRmQ-kXDgyN0EoKH0do7_iLe5Z9oIfegWHlUTNqkKsz9qnk1KdZzbOvosRXDTy99XlWa5ftY3Pjg6ohXtM2-Qq4dFv9eYzbPA_9rF1KFcRBgctD4iWuSBjisnI/s400/volumina.jpg" width="282" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;"><br /></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;">L’Associazione Musei d’Arte
Contemporanea Italiani, </span></i><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">AMACI,</span></b><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;"> ha organizzato
anche quest’anno, una giornata interamente dedicata all'arte contemporanea. I
musei d’ Italia hanno risposto all'invito più numerosi che in passato. </span><span style="font-size: 12pt;">Il fine è quello di creare un’occasione
in più per avvicinare le persone all'arte che ci è più prossima in senso
strettamente cronologico ovvero, quella che nasce, vive e si diffonde oggi, e
che a volte, per forza di cose, ci appare più illeggibile e lontana. L’importanza
di questi eventi sta proprio nella possibilità che ci forniscono, di
familiarizzare con il linguaggio usato dagli artisti contemporanei.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">Per quanto ci riguarda, </span><b><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">sabato 12 ottobre 2019,</span></b><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"> il </span><b><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Museo Nori De ‘Nobili</span></b><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">, aderisce al progetto AMACI: </span><b><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">“XV giornata del contemporaneo</span></b><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">” con una mostra dal titolo: </span><b><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">VOLÙMINA atto secondo – Le artiste e il libro.</span></b><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;"> È prevista,
a partire dalle </span><b><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">17:30</span></b><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">,</span><b><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"> una visita guidata straordinaria alla mostra.</span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;">Per chi non lo sapesse, il museo </span><span style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 12pt; line-height: 115%;">Nori De ‘Nobili</span></span><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;"> si trova a Trecastelli, in provincia di
Ancona, ed ospita, al piano superiore, un’esposizione permanente dedicata alla
pittrice di cui porta il nome, Nori De’ Nobili (di lei abbiamo parlato in altri
post che potrete consultare a fine articolo). Il primo piano è invece
utilizzato per mostre temporanee, come quella che andremo a vedere sabato 12
ottobre. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;">Di che si tratta? <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;">Sono stati selezionati dei </span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">libri-oggetto</span></b><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;">, realizzati da </span><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">quarantadue artiste</span></b><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;"> italiane e
di altri paesi d’Europa, oltre che del nord e del sud America, e del Giappone.
L’idea, suppongo, vuole essere quella di “sconfinare”, di aprirsi ed aprire, di
incontrarsi e mescolarsi, in controtendenza rispetto al richiamo del confine
che ci divide, e che in questi anni, ha sempre più <i>appeal</i> nell'immaginario
collettivo. <o:p></o:p></span><br />
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;">Cito dal comunicato stampa di Simona Zava: <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;">“La visita guidata straordinaria
vedrà la presenza di alcune delle artiste in esposizione e sarà un’occasione
imperdibile per approfondire le tematiche del libro-oggetto, attraverso un <span style="background: white; color: black;">"viaggio
emozionale", ricco di suggestioni, con la lettura e l’interpretazione di
scritti che daranno modo al pubblico di apprezzare le opere di </span>VOLÙMINA<span style="background: white; color: black;"> atto secondo –
le artiste e il libro in maniera inconsueta e coinvolgente”. </span><span style="background: white;"><o:p></o:p></span></span></i><br />
<i><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;"><span style="background: white; color: black;"><br /></span></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background: white; color: black; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">L’</span><span style="background: white; color: black; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">evento
è promosso dalla Città di Trecastelli e dal Museo Nori De’ Nobili in
collaborazione con l’Associazione Carlo Emanuele Bugatti Amici del Musinf. </span><span style="background: white; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span><br />
<span style="background: white; color: black; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="background: white; color: black; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">La partecipazione è ad ingresso libero.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></b><span style="background: white; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-weight: bold;"><o:p></o:p></span><br />
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="background: white; color: black; font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"><span style="mso-spacerun: yes;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Per Informazioni:</span></b><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;"> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<i><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Ufficio Turistico
Museo Nori De’ Nobili</span></i><span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">
–Villino Romualdo- <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Piazza Leopardi, 32
loc. Ripe – Trecastelli (Ancona); <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Telefono: 071 7957851 <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Mail: <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><a href="mailto:trecastelliufficioturistico@gmail.com">trecastelliufficioturistico@gmail.com</a>
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 12.0pt; line-height: 115%;">Sito: <a href="http://www.museonoridenobili.it/">www.museonoridenobili.it</a> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIkmQelhNYLoGHMFWFsZgOnpAzbTuIWGsJLZx6Inuqdwfyf3eEZ-OlG6IfGTJl8avLkurJ5U9i6fHOoa8ZbRCKaxgNoBCpKVzvGwKLmPMB27PW_tle-DKRUrgy1HwOygMf5MBYWLHCsAs/s1600/nori+mostra+marzo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="800" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIkmQelhNYLoGHMFWFsZgOnpAzbTuIWGsJLZx6Inuqdwfyf3eEZ-OlG6IfGTJl8avLkurJ5U9i6fHOoa8ZbRCKaxgNoBCpKVzvGwKLmPMB27PW_tle-DKRUrgy1HwOygMf5MBYWLHCsAs/s320/nori+mostra+marzo.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Link: <u><span style="color: blue;"><a href="https://lestanzeletterarie.blogspot.com/2014/12/nori-de-nobili.html">https://lestanzeletterarie.blogspot.com/2014/12/nori-de-nobili.html</a></span></u><o:p></o:p><br />
<u>Link: <a href="https://www.amaci.org/gdc/lista-eventi?id=16334">https://www.amaci.org/listaeventi. </a></u></div>
<br />Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com0Trecastelli AN, Italia43.6896089 13.11637389999998543.597749400000005 12.955012399999985 43.7814684 13.277735399999985tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-76477398120246148052017-10-02T00:10:00.002+02:002019-03-06T00:16:43.436+01:00Liberi di fare. <div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
In questo post, una lettera aperta che Elena e sua sorella Maria Chiara Paolini indirizzano al Presidente del Consiglio ed ai Ministri tutti. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<i>"A te che stai leggendo: abbiamo bisogno di te. Abbiamo bisogno del supporto di tutti. Saremo più ascoltati se tante persone conoscono il problema: Per cominciare, per favore aiutati a diffondere la lettera" </i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDNMVSPlhNYwgaElo2Vp_A1Uuu7DxgJOMrRpXtmXl8__GSq__Rzu0MOax4CDJSYil5nyBYtR6OlyER0thcVLI-eGqgDMX1kCGay3TtVmRZO0d4RWHAWv8ZLUTB-QRdbb4q0y-JN-11pr4/s1600/Elena+Paolini+e+Maria+Chiara.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="960" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDNMVSPlhNYwgaElo2Vp_A1Uuu7DxgJOMrRpXtmXl8__GSq__Rzu0MOax4CDJSYil5nyBYtR6OlyER0thcVLI-eGqgDMX1kCGay3TtVmRZO0d4RWHAWv8ZLUTB-QRdbb4q0y-JN-11pr4/s400/Elena+Paolini+e+Maria+Chiara.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="_1nb_ fwn fcg" data-ft="{"tn":"C"}" style="background-color: white; color: #90949c; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 12px;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="_1nb_ fwn fcg" data-ft="{"tn":"C"}" style="background-color: white; color: #90949c; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 12px;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="_1nb_ fwn fcg" data-ft="{"tn":"C"}" style="background-color: white; color: #90949c; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 12px;"><span class="fwb" data-ft="{"tn":";"}" style="font-family: inherit; font-weight: bold;"><a data-hovercard-prefer-more-content-show="1" data-hovercard-referer="ARQNLOsguZf_t0tFN_iQYP1P7Ut9Gaj2FinainNLIktdzUkxzL_stHRKvIr7gWIT_vI" data-hovercard="/ajax/hovercard/user.php?id=100002539698159&extragetparams=%7B%22hc_ref%22%3A%22ARQNLOsguZf_t0tFN_iQYP1P7Ut9Gaj2FinainNLIktdzUkxzL_stHRKvIr7gWIT_vI%22%2C%22fref%22%3A%22nf%22%7D" href="https://www.facebook.com/elena.paolini.7?hc_ref=ARQNLOsguZf_t0tFN_iQYP1P7Ut9Gaj2FinainNLIktdzUkxzL_stHRKvIr7gWIT_vI&fref=nf" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: inherit; text-decoration-line: none;">Elena Paolini</a></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="_1nb_ fwn fcg" data-ft="{"tn":"C"}" style="background-color: white; color: #90949c; font-family: "helvetica" , "arial" , sans-serif; font-size: 12px;"><br /></span></div>
<div class="_171_" style="background-color: white; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; padding-right: 80px;">
<div class="_5pcp _5lel _232_" style="font-family: inherit; position: relative;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #1d2129; font-size: 14px; text-align: left;">Caro Presidente del Consiglio e cari Ministri,</span><br />
<br style="color: #1d2129; font-size: 14px; text-align: left;" />
<span style="color: #1d2129; font-size: 14px; text-align: left;">Come butta?</span><br />
<br style="color: #1d2129; font-size: 14px; text-align: left;" />
<span style="color: #1d2129; font-size: 14px; text-align: left;">Siamo due sorelle, Elena (quella con la maglia bianca) e Maria Chiara (quella con la maglia gialla).</span><span class="text_exposed_show" style="display: inline; font-size: 14px; text-align: left;"><br /><br /><span style="color: #1d2129;">Siamo disabili. Più precisamente, da sole, non riusciamo a fare quelle cose che la gente di solito fa se vuole restare viva. Quindi mangiamo, ci laviamo, puliamo casa e abbiamo una vita sociale innanzitutto grazie a delle assistenti personali. </span><br /><span style="color: #1d2129;">Le nostre assistenti agiscono al posto delle nostre gambe e braccia, e questo ci permette di "fare cose vedere gente" e in generale vivere come c***o ci pare.</span><br /><span style="color: #1d2129;">Le paghiamo grazie a due cose: i fondi ridicoli che lo Stato ci dà e gli enormi sforzi economici della nostra famiglia.</span><br /><br /><span style="color: #1d2129;">Ma questi soldi finiranno presto, e allora dovremo limitare seriamente la nostra vita, e indipendenza, e felicità. La nostra libertà ha una data di scadenza.</span><br /><br /><span style="color: #1d2129;">È molto semplice. Senza assistenti, non potremo più uscire liberamente. Magari perché non avremo qualcuno che guidi la nostra macchina per andare dagli amici. O magari non potremo fare la doccia quando vogliamo. O non avremo nessuno che cucini al posto nostro. </span><br /><span style="color: #1d2129;">Farsi un toast, arrivare a uno scaffale alto, scostare le coperte e scendere dal letto, fare la doccia, mettere il reggiseno, caricare il cellulare, depilarsi. Sono funzioni basilari, eppure c'è una categoria di cittadini che per soddisfarle deve tirare fuori i soldi e pagare, oppure rinunciare.</span><br /><br /><span style="color: #1d2129;">Sì, perché i contributi statali attuali, di entità diversa di regione in regione, sono niente più che un'elemosina, una presa per i fondelli neanche tanto sottile. </span><br /><span style="color: #1d2129;">"Non c'è budget", e intanto una persona non esce di casa da un mese. "Hanno tagliato i fondi", e intanto qualcun altro non si può lavare da una settimana. "Non ci sono i soldi", e intanto un ragazzino non può uscire con gli amici.</span><br /><span style="color: #1d2129;">Eppure paghiamo le tasse, e ci aspettiamo che ci tornino.</span><br /><br /><span style="color: #1d2129;">I fondi che ogni tanto vi vantate di stanziare per i disabili in realtà vengono destinati in gran parte alle case di cura, perché dietro alla case di cura - diciamolo ad alta voce - ci sono lucrosi interessi.</span><br /><span style="color: #1d2129;">È lì che va chi non ha parenti, partner o amici che possano lasciare il loro lavoro per assisterlo. Ma cosa succede in una struttura residenziale per disabili? </span><br /><span style="color: #1d2129;">Immaginate di non poter uscire, non poter vivere con chi vi pare, non poter compiere scelte e non avere libertà di movimento. Che tutto questo sia legale, solo perché sei disabile. Che tutto questo sia sconosciuto e sotterraneo, perché i reporter là dentro non ci arrivano.</span><br /><br /><span style="color: #1d2129;">Siamo assolutamente pronte – e con noi tanti altri – a lottare fino a che sarà necessario contro una vita di costrizioni e di rinunce.</span><br /><br /><span style="color: #1d2129;">Lo Stato ha il dovere di intervenire: proteggere le persone più vulnerabili e oppresse è proprio la sua funzione primaria. Andate a ripassarvi la Costituzione la Carta dei diritti ONU del 2009, e le leggi specifiche. Poi applicatele. </span><br /><span style="color: #1d2129;">È imbarazzante, sembrate un bambino che non ascolta la maestra e poi si fa male o sporca dappertutto, e piange. Adesso però non frignate, potete ancora pulire questo gran casino.</span><br /><br /><span style="color: #1d2129;">Abbiamo bisogno di assistenza ora, per vivere le nostre vite adesso. Al momento ce la caviamo alla meno peggio e perdiamo opportunità, facendo con quel che c'è e rimanendo schiacciati: molti di noi stanno in pratica morendo, sprecando la vita. </span><br /><span style="color: #1d2129;">Spesso non possiamo neanche fare una cosa normale come cercare lavoro, perché semplicemente non possiamo permetterci una persona che ci vesta tutte le mattine, e lo spiegate voi al mio capo che non dispongo pienamente del mio tempo?</span><br /><br /><span style="color: red;">Diciamo chiara una cosa. La tragedia non è il non essere autosufficienti: la tragedia è vivere in un paese che pensa di essere ancora nel Medioevo.</span><br /><span style="color: red;"><br />Siamo qui per assicurarvi questo, semmai ce ne fosse bisogno: non siamo passivi oggetti di cura da rabbonire e lisciare con promesse di cartapesta o briciole di diritti. Abbiamo una lunga lista di ambizioni e aspirazioni, e nessuna intenzione di lasciar perdere.</span><br /><br /><span style="color: #1d2129;">Siamo stanchi di sacrifici, fondi insufficienti e in ritardo, continue attese, contentini temporanei e rimbalzi di responsabilità. La clessidra della nostra sopportazione sta finendo, e siamo pronti a scendere in piazza se non vediamo risposte concrete.</span><br /><br /><span style="color: #1d2129;">Vogliamo che venga dato a ciascuno secondo il proprio bisogno di assistenza. Sappiamo che quando volete vi muovete veloci, quindi aspettiamo azioni, e in fretta. Siamo qui, e non ce ne andiamo.</span><br /><br /><span style="color: #1d2129;">Maria Chiara e Elena </span><br /><br /><span style="color: #1d2129;">A te che stai leggendo: abbiamo bisogno di te. Abbiamo bisogno del supporto di tutti. </span><br /><span style="color: #1d2129;">Saremo più ascoltati se tante persone conoscono il problema: per cominciare, per favore aiutaci a diffondere questa lettera.</span><br /><br /><a class="_58cn" data-ft="{"tn":"*N","type":104}" href="https://www.facebook.com/hashtag/liberidifare" style="color: #365899; cursor: pointer; font-family: inherit; text-decoration-line: none;">#liberidifare</a></span></div>
</div>
</div>
Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-29056226700658739862017-09-29T18:21:00.000+02:002019-10-12T18:59:42.249+02:00Nori ospita Frida. <div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<b>-Arte a parte-</b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYPOPn7oxSOj0DbUrJBbJL8l0WxATdwG3PVt2Gxn54S1SisysjSi7_eIVGnqyfUCWYg47G11z2nasWdnlMQwn01eSg7Fvpqh3JYZVVcojpa5H8He22ZaIT14HbpycD5jq3jCO3CprFGt0/s1600/capelli+lunghi+frida+kahlo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="418" data-original-width="418" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYPOPn7oxSOj0DbUrJBbJL8l0WxATdwG3PVt2Gxn54S1SisysjSi7_eIVGnqyfUCWYg47G11z2nasWdnlMQwn01eSg7Fvpqh3JYZVVcojpa5H8He22ZaIT14HbpycD5jq3jCO3CprFGt0/s400/capelli+lunghi+frida+kahlo.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: small;">"L’angoscia e il dolore, il piacere e la morte <br />non sono nient’altro che<br /> un processo per esistere" <br />Frida Kahlo. </span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-size: large;"><br />Il museo Nori De' Nobili ha ospitato ieri sera, una conferenza tenuta dalla
Professoressa <i>Anna Pia Giansanti</i> avente
a tema la vita e le opere di <i>Frida Kahlo,</i>
pittrice messicana e moglie del noto pittore muralista Diego Rivera. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Frida è nell'immaginario collettivo, la bizzarra e coloratissima donna messicana coi baffetti ed il monociglio, la donna coi capelli intrecciati sulla testa, con numerosi anelli e collane, le unghie sempre laccate di rosso, la sigaretta e lo sguardo che, ammiccando al fotografo di turno, sembra cosciente del suo destino postumo e chiede con uno sguardo che non ammette replica, di essere vista da chiunque incrocerà i suoi occhi. La sua personalità è talmente dirompente che a volte capita di dimenticare che stesse male. In principio era la moglie dell'artista che si dilettava coi pennelli, presto è diventata l'artista, moglie di Rivera, e non era così logico che accadesse. </span><br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiS5l9o5zxy7tAoWgJwVbrFd_gTxysexlHn5FWpw02B2X1eFMCYVs9Cd6J37R95CvQg9QQbekdlnBfh6d5z9O6x9N5AhXHoNs5Z0frfv3rkP1T4sgKpNbVY7QcmbHvibEnfsIjQOXOx_ws/s1600/1931+Frida+e+Diego+Rivera..jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="700" data-original-width="547" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiS5l9o5zxy7tAoWgJwVbrFd_gTxysexlHn5FWpw02B2X1eFMCYVs9Cd6J37R95CvQg9QQbekdlnBfh6d5z9O6x9N5AhXHoNs5Z0frfv3rkP1T4sgKpNbVY7QcmbHvibEnfsIjQOXOx_ws/s400/1931+Frida+e+Diego+Rivera..jpg" width="312" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Frida e Diego Rivera. 1931.<br />
<span style="font-size: small;">In teoria <br />fa un passo indietro rispetto al marito, <br />in pratica<br />precisa che il quadro l'ha dipinto lei. </span></td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: large;">L’Europa si accorge di Frida ed inizia ad apprezzarla quando lei è ancora in vita, e molto in questo senso si deve all'interessamento di </span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: large;">André Breton,</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: large;"> surrealista che, venuto a conoscenza delle sue
opere sul finire degli anni trenta, battezza la pittura di Frida come<b> </b></span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: large;">surrealista,</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: large;"> anche se lei non pare entusiasta all'idea, e anzi, in occasione della sua mostra a Parigi, voluta dallo stesso Breton, non manca di criticare la decadenza di Parigi e dell'élite
artistica e culturale del tempo, che si identifica con l'appellativo di “avanguardia”. Quando Frida muore, nell'aprile del 1954 Breton la ricorda definendola: </span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: large;">“</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: large;">Una bomba avvolta in nastri di seta</span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: large;">” ed è un'immagine molto suggestiva.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSdAgQuGCAhuc55wNNXnJ1VBO-nQ9KrCmq2smxGfRSGzqk6T3exHVnnTDhnnzQulVuMddrhpAGjxfYqr-hSfm2HQiAt4cV2EqsaTjdPYi4iow9mxbVxhLQWZPpORagECOrtrk-9r2D2IE/s1600/quello+che+l%2527acqua+mi+ha+dato+Frida+1939.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="815" height="243" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSdAgQuGCAhuc55wNNXnJ1VBO-nQ9KrCmq2smxGfRSGzqk6T3exHVnnTDhnnzQulVuMddrhpAGjxfYqr-hSfm2HQiAt4cV2EqsaTjdPYi4iow9mxbVxhLQWZPpORagECOrtrk-9r2D2IE/s400/quello+che+l%2527acqua+mi+ha+dato+Frida+1939.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: small;">Quello che l'acqua mi ha dato. 1939<br />Uno dei dipinti di Frida più "surrealisti"ma,<br />come abbiamo detto, lei rifiuta questa etichetta.</span></td></tr>
</tbody></table>
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Il cinema</span><span style="font-family: "times new roman" , serif;"> le</span><span style="font-family: "times new roman" , serif;"> ha reso due contributi che forse hanno favorito la “volgarizzazione” di questa esistenza vivissima e travagliata. </span></span><span style="font-size: large;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;">Il primo nel 1986: </span><i style="font-family: "Times New Roman", serif;">“Frida, naturalezza viva”</i><span style="font-family: "times new roman" , serif;"> di Paul Leluc, in cui Frida è interpretata da Ofelia Medina, e il secondo nel 2002: </span><i style="font-family: "Times New Roman", serif;">“Frida”</i><span style="font-family: "times new roman" , serif;"> in cui la pittrice è interpretata dalla nota Salma Hayek.</span></span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 18px;"> </span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKtyjy9mXNfaLCMOocVOZzXFvCxyCo_zseIXrFF8E723QVi2W66u8XWWMfLQ5lR0y5M5xC3RWt5E_BsBTse33kZ81pvH9ZSErrdeU5doP6R4T141jfk1F1zCPvZcuvm89tImYL6M19LbE/s1600/foto+di+nickolas+muray.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="584" data-original-width="411" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKtyjy9mXNfaLCMOocVOZzXFvCxyCo_zseIXrFF8E723QVi2W66u8XWWMfLQ5lR0y5M5xC3RWt5E_BsBTse33kZ81pvH9ZSErrdeU5doP6R4T141jfk1F1zCPvZcuvm89tImYL6M19LbE/s400/foto+di+nickolas+muray.jpg" width="281" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: small;">Foto di Nickolas Muray</span><br />
<span style="font-size: small;">suo amante per un periodo.<br /><a href="http://nickolasmuray.com/frida-kahlo">http://nickolasmuray.com</a></span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i><span style="color: #20124d;">“Sono nata con lo scroscio della pioggia battente</span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i><span style="color: #20124d;">e la Morte, la
Pelona, mi ha subito sorriso, </span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i><span style="color: #20124d;">danzando intorno al mio letto. </span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i><span style="color: #20124d;">Ho vissuto da
sepolta ancora in vita, </span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i><span style="color: #20124d;">prigioniera di un corpo che agognava la morte </span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i><span style="color: #20124d;">e si
aggrappava alla vita”</span><o:p></o:p></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
<i><b>Frida Kahlo</b> </i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Non starò a ripetere ciò che è stato detto nel corso della serata, perché sarebbe un lungo lavoro e forse non è troppo necessario visto che, ridotti ai minimi termini e in forma scritta su un blog, i pensieri della Giansanti risulterebbero forse banalizzati.</span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Non mancano in giro per il web, svariati modi per avere qualche informazione in materia, a</span><span style="font-family: inherit; font-size: large;">llego a tal fine un documentario sulla sua vita ....<a href="https://youtu.be/pBsUVYU_-CY">(Frida Kahlo. Documentario su You Tube) </a> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-size: large;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">La conferenza si è tenuta nel museo Nori De' Nobili, come ho già detto, così a fine serata, parlando con Simona Zava e Annalisa Filonzi, è capitato di riflettere su eventuali elementi che accomunano Frida e Nori, a parte i pennelli. Ci ho pensato un po'... </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Frida e Nori sono figlie del primissimo novecento (1907, Frida, 1902, Nori); sono state pittrici donne quando ancora non era così "legittimo" praticare un mestiere da uomini, e questo valeva per l'entroterra marchigiano così come per il Messico. Entrambe amavano truccarsi e presentare un aspetto impeccabile che, in qualche modo, nascondesse "la ferita" ovvero ciò che non si può vedere ad occhio, se non nell'occhio dell'altro. Hanno scelto entrambe l'autoritratto per raccontare la loro visione dell'arte e della vita. In comune, se dovessi dirlo a parole mie, hanno anche ... il senso ultimo della trappola, però le trappole non sono tutte uguali. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b>Nori</b> ha vissuto molta della sua vita in una clinica per persone "diverse", pertanto, il suo sguardo</span><span style="font-size: large;"> non può che essere quello di una donna reclusa in stanze accessibili solo dall'esterno, i suoi occhi devono cercare punti di fuga nello specchio o fuori dalle finestre, ma è sempre da sola mentre si confronta col tutto. Cerca infatti scappatoie da ambienti claustrofobici passando attraverso la mente che, le è stato detto dalla medicina ufficiale, è il luogo in cui vive il suo disagio, la sua colpa di esistere e di non somigliare agli altri. </span></div>
<div style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif; line-height: 21.56px; text-align: right;">
<i><span style="color: #20124d;">Pallida fronte sotto scura chioma</span></i></div>
<div style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif; line-height: 21.56px; text-align: right;">
<i><span style="color: #20124d;">occhi incavati in espression febbrile</span></i></div>
<div style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif; line-height: 21.56px; text-align: right;">
<i><span style="color: #20124d;">torbido sguardo contro il mondo vile</span></i></div>
<div style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif; line-height: 21.56px; text-align: right;">
<i><span style="color: #20124d;">tragica donna, che non fu mai doma</span>.</i> </div>
<div style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif; line-height: 21.56px; text-align: right;">
<b>-Frammenti di pensieri </b><br />
<b>di Nori De'Nobili-</b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-size: large;"><b>Frida</b> è rinchiusa nel suo corpo sin dalla nascita, è un corpo che si ostina ad ammalarsi, a rompersi, e siccome il caso non possiede senso del pudore, le è capitato anche un terribile incidente, che ha peggiorato una situazione già complessa. Frida è stata imprigionata nel suo letto per anni, poi però, a differenza di Nori, è uscita dalla sua stanza, ha incontrato una comunità di intelligenze poco legate alle convenzioni anche se Frida si affeziona molto al concetto di tradizione, inteso come affermazione di identità derivante dalla terra madre, e lo dimostra in molti suoi lavori oltre che tramite gli abiti che indossa. La comunità abbracciata da Frida sceglie l'impegno sociale e lei ne sposa il senso ultimo, che passa per il comunismo, le cui idee spingono l'individuo ad una visione d'insieme, e di ciò risentono la sua arte e la sua vita. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="color: #20124d; font-family: inherit; font-size: large;">"Sono molto preoccupata per la mia pittura. Soprattutto voglio trasformarla in qualcosa di utile per il movimento comunista, dato che finora ho dipinto solo l'espressione onesta di me stessa, ben lontana dall'usare la mia pittura per servire il partito. Devo lottare con tutte le mie energie affinché quel poco di positivo che la salute mi consente di fare, sia nella direzione di contribuire alla rivoluzione. La sola vera ragione per vivere" Frida K.</span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;">Di solito, parlando di Frida, il discorso si chiude su un'immagine che smuove in me emozioni molto forti, ed è il suo ultimo dipinto. Angurie con su scritto<b> "Viva la vida"</b>. Detto da lei, ha un sapore irresistibile. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD8aFi0wlGRN3nc87lx0izL5aYEVZDoJUWXS67U18Tg-z9xipZVRafdMh1l6z4_BniC4R1TjjBfTX4kEu8-tBasyUvO8thyZwmh78J12ekJK46uVgkaPwq4YoClqZ8nBDaT2wIyWOHxXI/s1600/2_6768bc6c80.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD8aFi0wlGRN3nc87lx0izL5aYEVZDoJUWXS67U18Tg-z9xipZVRafdMh1l6z4_BniC4R1TjjBfTX4kEu8-tBasyUvO8thyZwmh78J12ekJK46uVgkaPwq4YoClqZ8nBDaT2wIyWOHxXI/s320/2_6768bc6c80.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="border: solid windowtext 1.0pt; mso-border-alt: solid windowtext .5pt; mso-element: para-border-div; padding: 1.0pt 4.0pt 1.0pt 4.0pt;">
<div class="MsoNormal" style="border: none; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-border-alt: solid windowtext .5pt; mso-padding-alt: 1.0pt 4.0pt 1.0pt 4.0pt; padding: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 13.5pt;"><i>Anna Pia Giansanti</i> è una storica dell’arte che ha al seguito più di trent'anni di insegnamento. Si occupa da sempre di didattica dei beni
culturali e archeologia. Insegna discipline storiche, artistiche e
letterarie, di creatività e comunicazione nell’arte. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="border: none; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-border-alt: solid windowtext .5pt; mso-padding-alt: 1.0pt 4.0pt 1.0pt 4.0pt; padding: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 13.5pt;">Svolge attività di docente e conferenziera
in molti atenei universitari, istituti ed associazioni culturali sia pubbliche
che private. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="border: none; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-border-alt: solid windowtext .5pt; mso-padding-alt: 1.0pt 4.0pt 1.0pt 4.0pt; padding: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 13.5pt;">Ha pubblicato saggi ed articoli in materia di arte e archeologia e
i libri:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="border: none; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-border-alt: solid windowtext .5pt; mso-padding-alt: 1.0pt 4.0pt 1.0pt 4.0pt; padding: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 13.5pt;"><i> "La Maddalena di Senigallia, cronaca di
un viaggio da leggenda e realtà" </i></span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 13.5pt;">Mediateca delle Marche, 2011</span></div>
<div class="MsoNormal" style="border: none; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-border-alt: solid windowtext .5pt; mso-padding-alt: 1.0pt 4.0pt 1.0pt 4.0pt; padding: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 13.5pt;"> <i>“Angelica Catalani, la cantatrice dei re”</i></span><span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 13.5pt;">Affinità Elettive Edizioni, 2014 </span></div>
<div class="MsoNormal" style="border: none; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-border-alt: solid windowtext .5pt; mso-padding-alt: 1.0pt 4.0pt 1.0pt 4.0pt; padding: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; font-size: 13.5pt;"><i>“ Facciamo la Santa Monica? – Storia e
storie di un rito predittivo tra devozione, arte e magia”</i> Edizioni Ventura,
2016. <o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br />
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Segnalo infine un evento che si terrà domenica al Museo Nori De' Nobili: </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWtb0Koq_-WfYz_wJxTBA9KeDcab2TdYvJAdoHedNXMI5F3pNmimy7G8_sV_lPv1bXD82ceVtA3yR3pYZ20eWnTjM9vKJv6uTHIbxc9UFM0bo9CKjvybKH9kVGYpOk7-qN4Cfh0lgbnOs/s1600/21764849_1523229197716572_7351664766361760369_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="960" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWtb0Koq_-WfYz_wJxTBA9KeDcab2TdYvJAdoHedNXMI5F3pNmimy7G8_sV_lPv1bXD82ceVtA3yR3pYZ20eWnTjM9vKJv6uTHIbxc9UFM0bo9CKjvybKH9kVGYpOk7-qN4Cfh0lgbnOs/s400/21764849_1523229197716572_7351664766361760369_n.jpg" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-size: large;">Domenica 1 ottobre 2017 il Museo Nori De’ Nobili di Trecastelli ospiterà una delle tappe del 5° Raduno Fotografico nelle Marche, promosso dall’Associazione Sena Nova e dal Gruppo Fotografico Primo Piano. Per l’occasione il museo sarà aperto al pubblico alle ore 11.00, per ammirare la collezione permanente dell’artista Eleonora De’ Nobili ed effettuare una visita guidata straordinaria alla mostra “<i>UN PASSO VERSO LA RINASCITA</i>”, le fotografie delle ragazze yazide nel campo profughi di Khanke...</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.valmisa.com/128836/a-trecastelli-una-visita-guidata-straordinaria-in-occasione-del-5-raduno-fotografico-nelle-marche">-Link all'articolo- </a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #5e6066; font-family: "georgia" , "times new roman" , "times" , serif; font-size: 12px; font-style: italic;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; text-align: start;"><span style="font-family: inherit; font-size: large;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: start;">
<span style="background-color: white;"><span style="font-family: inherit; font-size: large;">Qui di seguito, un link riferito ad Arte a parte del 2015: </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><a href="http://lestanzeletterarie.blogspot.it/2015/12/arte-parte.html"><span style="font-size: large;">Arte a parte -2015- Shirin Neshat- Vanessa Beecroft - Marina Abramovich</span></a></i></div>
Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com0Trecastelli AN, Italia43.6896089 13.11637389999998543.597749400000005 12.955012399999985 43.7814684 13.277735399999985tag:blogger.com,1999:blog-2980451239824450848.post-43323910832161539902017-09-08T17:50:00.001+02:002019-03-06T00:21:10.227+01:00Edward mani di forbice. <div style="background-color: white; text-align: justify;">
<div style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif;">
<div style="text-align: right;">
<div style="text-align: left;">
<b style="font-size: large; text-align: justify;">Spettacolo di danza</b><span style="font-size: medium; text-align: justify;"> del Nirvana club.</span></div>
</div>
</div>
<div style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif;">
<span style="font-size: medium;"><b>Teatro </b><i><b>La Fenice,</b> </i>via Cesare Battisti,<i> 19, </i>Senigallia. </span></div>
<div style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif;">
<span style="font-size: medium;"><i><b>16 settembre 2017,</b></i> dalle ore <b>21:00</b></span></div>
<div style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif;">
<span style="font-size: medium;"><b>Ingresso a offerta libera. </b></span><br />
<div style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif;">
<span style="font-size: medium;">Il fine: </span><b style="font-size: large;">Raccolta fondi per un orfanotrofio in Sierra Leone. </b></div>
<span style="font-size: medium;"></span><br />
<div style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif;">
<span style="font-size: medium;">Responsabili del progetto: <b>I compagni di Jeneba. </b></span><br />
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbW5kHvYOytUwBI960hfmNZT_6XZOKffSNVsI3BbfGkhcs9fhsUkXXK157nuh0QrrztQVPgkNs4tSVF26c7cSXrEd7Uct9lGLa8cwitSeDNNDwr8UfYDcDxFF6AxcGC-_3BYL6CM2_j5U/s1600/edward+mani+di+forbice.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="686" data-original-width="480" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbW5kHvYOytUwBI960hfmNZT_6XZOKffSNVsI3BbfGkhcs9fhsUkXXK157nuh0QrrztQVPgkNs4tSVF26c7cSXrEd7Uct9lGLa8cwitSeDNNDwr8UfYDcDxFF6AxcGC-_3BYL6CM2_j5U/s640/edward+mani+di+forbice.jpg" width="444" /></a></div>
<span style="font-size: medium;"><b><br /></b></span>
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">Spazi, tempi, luoghi e nessi. </span></div>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;"><br /></span>
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">La
costruzione di una stanza è un tema che ben si addice ad un luogo virtuale
come questo, che con le stanze ha a che fare, e che delle stanze comprende
l'importanza.</span></div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">Partendo da molto lontano, che
accadeva sul grande schermo nel <b>1990</b>? Grandi cose, col senno
di poi, o almeno, cose rimaste nell'immaginario collettivo, oltre che in
videoteca. Qualche esempio...<o:p></o:p></span></div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<i><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">Julia
Roberts</span></i><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">, con la trovata della <i>belle de nuit</i> che si
accasa col miliardario, complice il filo interdentale in borsetta, si sarebbe
garantita tutta una carriera sul comodo andante, grazie anche ad un sorriso a
32 denti forse un po' troppo statico col passare dei secoli! Parlo di <b>Pretty
Woman</b>, naturalmente e del relativo <i>Richard Gere</i>, che ai tempi
faceva tornare in vita i morti...e un po' ci riesce anche oggi. Vero però, che
se la giocava con <i>Kevin Costner</i>, il quale, sempre nel 1990, usciva
con un filmone tipo <b>Balla coi lupi,</b> francamente bellino oltre
che del tutto dimenticato. Negli anni, l'attore è passato dal grande cinema
agli spot per le calzature Valleverde, e senza nulla togliere alla comodità del
plantare, diciamo che Richard se l'è giocata meglio su tutta la linea. <o:p></o:p></span></div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">Se volevi
sentire un brivido lungo la schiena, nel 1990 andavi a vederti <b>Misery
non deve morire</b>, e capivi una volta per tutte che un' attrice hollywoodiana
può essere grande d'età e di stazza solo ed esclusivamente a patto di essere
eccellente come <i>Kathy Betes</i>. Vietato dissentire, naturalmente. Sul
fronte romanticismo che contorce le budella, c'era <b>Revenge</b>, Kevin,
ancora! e con lui una tizia che finiva male. Imbattibile quanto a raccolta
differenziata della lacrima corposa, c'era <b>Ghost</b>, col granitico
b-side di <i>Patrick Swayze</i>, pronunciato nei modi più originali che
uno potrebbe formulare, eppure, era di quelli che finiva col mettere quasi
tutti d'accordo sulla via del magone che non solo finisce male, ma inizia che è
già un dramma universale, e ti pareva? Per ridere c'era una comicità infantile
come quella di <b>Mamma ho perso l'aereo,</b> col quale mia nipote mi
torturò quei due anni buoni, pretendendo di guardarlo con una frequenza che
avrebbe scoraggiato anche i santi. Senza andare troppo oltre, il 1990 è
stato anche l'anno in cui <b>Tim Burton </b>ha dato la vita ad una
delle sue creature più sublimi, grazie ad un emaciato <i>Jonny Deep,</i> capelli
pseudo-punk, cerone bianco in faccia che faceva molto "<i>Close to me</i>"
dei Cure, e forbici al posto delle mani, nelle vesti di <b>Edward mani di
forbice</b>. Esiste qualcuno a cui quel film non sia piaciuto? lo escludo, e se
fosse, non lo giudico, anzi... un po' si. <o:p></o:p></span></div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<br /></div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<i><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">Jonny
Deep </span></i><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">era ai tempi un gran bel ragazzo in attesa di una gran bella
parte, e la ottenne quando Burton si accorse di quegli occhi così malleabili e
bendisposti ad una gamma di emozioni che vanno dal magone alla follia pura.
Seppe sfruttarli ovviamente, e non sono mancate occasioni per rinnovare il
patto emozionale, vedi il cappellaio matto di un'Alice per lo meno
psichedelica. <i>Burton, </i>quanto a lui, era un regista
stravagante, ansioso di non avere troppe rotture di scatole dall'establishment,
così si è creato una casa di produzione autonoma, e questo è stato il primo
film interamente suo. Nel cast c'è anche Winona Rider, ma è di Deep la scena,
idem per cuore e umore; è rispetto a lui che lo spettatore decide da che parte
vuole stare. Io sono rimasta con lui fino alla fine, affranta e sollevata al
contempo. <o:p></o:p></span></div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin: 0cm 0cm 0.0001pt;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;"><br />
Il Nirvana Club e i suoi spiriti creativi hanno pensato di andare oltre la mera
partecipazione dello spettatore, e si sono calati nella parte, decidendo di
adattare questo film gotico e meraviglioso, facendone uno spettacolo di
danza. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
</div>
<div style="background-color: white; text-align: justify;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoaDHdBlKB70A-3pwM_UQnc6N4DGVDR5x8gqEiOFM_av3s8ZZ4JnIfX_VjdNMnZtSVLNXi2jeJ_UpQ52KaaihIHglq3mpM9QqqlrxmxpmIMPgUh41N7f78XYZ9XilZB35yJqdZRKjJcqY/s1600/hqdefault.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="360" data-original-width="480" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgoaDHdBlKB70A-3pwM_UQnc6N4DGVDR5x8gqEiOFM_av3s8ZZ4JnIfX_VjdNMnZtSVLNXi2jeJ_UpQ52KaaihIHglq3mpM9QqqlrxmxpmIMPgUh41N7f78XYZ9XilZB35yJqdZRKjJcqY/s320/hqdefault.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: small;">Una scena del film "Edward mani di forbici".</span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif; text-align: center;">
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<b><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">Le coreografie </span></b><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">sono state realizzate
da: <o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;"><a href="https://www.facebook.com/pg/BERNARDSHEHUPAGE/about/?ref=page_internal"><span style="color: blue;">Bernard Sehu</span></a><o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;"><a href="https://www.facebook.com/davide.fronzi"><span style="color: blue;">Davide Fronzi</span></a><o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">Lizardh <o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">e <o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;"><a href="https://www.facebook.com/giorgia.demidio"><span style="color: blue;">Giorgia D'Emidio</span></a>...<o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">che si occupa anche della<b> regia</b>. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">Le <b>scenografie </b>sono state realizzate dal team<a href="https://www.facebook.com/Nirvanasenigallia/"><span style="color: blue;"> Nirvana
Club.</span></a> <o:p></o:p></span></div>
</div>
</div>
<div style="background-color: white; font-family: "Times New Roman", Times, FreeSerif, serif; text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaNIqfBjxSr243JbYsZMqSTtF1TcggNOcsPaR3x-BXkJD04RzoCWEFF2c_NfKBxjhAr9SJemwPJjWjptO-eMC81G5YmEpdXWs8vDjaHFg8QGanpJSrR5w-e19Ac3b6efnwXU1jIZgEOcE/s1600/nelson-mandela-e-la-scuola.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="262" data-original-width="591" height="176" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaNIqfBjxSr243JbYsZMqSTtF1TcggNOcsPaR3x-BXkJD04RzoCWEFF2c_NfKBxjhAr9SJemwPJjWjptO-eMC81G5YmEpdXWs8vDjaHFg8QGanpJSrR5w-e19Ac3b6efnwXU1jIZgEOcE/s400/nelson-mandela-e-la-scuola.jpg" width="400" /></a></div>
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div style="background-color: white; text-align: justify;">
<div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">Certo, sono successe anche cose molto importanti nel 1990, una di queste ha
a che fare con un uomo che ritorna alla libertà dopo 28 anni di prigionia. Lui
è <b>Nelson Mandela</b>, la causa di tanta sofferenza, non solo sua, si
chiama <b>Apartheid,</b> una legge abolita nel 1991, poco dopo la sua
liberazione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">A questo punto della storia provo a mettermi nei panni del lettore, e
l'immagino sconcertato all'idea che si possano mischiare soggetti come Pretty
woman, Balla coi lupi, Edward mani di Forbice, passando per uno spettacolo di
danza, un'associazione Onlus, e pure Mandela! Si può in effetti, se parliamo di
argomenti che hanno un filo conduttore. Abbiamo uno spettacolo, che è il mezzo,
un orfanotrofio da sistemare, che è il fine, e tutto il resto se ne sta più o
meno serenamente in mezzo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<i><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">"Bisogna fare nesso, nesso senza precauzioni"</span></i><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;"> dice Alessandro
Bergonzoni, che naturalmente, odia le citazioni. Fare nesso è, fra le
tante cose, una delle missioni dei<a href="http://www.compagnidijeneba.org/"><span style="color: blue;"> Compagni di Jeneba</span></a>. Cliccando sul link
che segue: <a href="http://www.compagnidijeneba.org/attivita-e-progetti/sostieni-un-progetto/"><span style="color: blue;">-Sostieni un progetto-</span></a> potrai leggere come
funziona questa Onlus, fondata da Massimo Fanelli con Monica Olioso. Intanto,
il 16 settembre c'è uno spettacolo da vedere, e sarà di certo piacevole visto
che il Nirvana a Senigallia, è una vera istituzione nel mondo della danza da
anni ormai. I fondi raccolti per la serata andranno alla realizzazione di un
progetto legato all'orfanotrofio a Goderich, in Sierra Leone.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;"><i><br /></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;"><i>"Quando il nostro Bockarie Daboh ci ha informati dell'esistenza di
questa struttura di minori diversamente abili, gestita da una signora
paraplegica, abbiamo fatto un'analisi dei bisogni e l'abbiamo adottata. All'inizio
non è stato facile. Quando li abbiamo conosciuti c'erano 20 bambini, che sono
diventati 18 perché 2 erano troppo malati e poveri per sopravvivere. E quando
abbiamo deciso di includere l'orfanotrofio fra i nostri progetti di sostegno,
siamo intervenuti sulla struttura e abbiamo poi cercato personale per garantire
assistenza ed igiene. Ora ci sono 26 bambini orfani con problematiche diversi,
ma tutti accuditi e seguiti dal nostro staff. Abbiamo bisogno di costruire una
nuova stanza per loro, per rispondere ai loro bisogni fisici ed educativi. A
volte i bisogni sembrano uguali, ma non lo sono. Quella stanza in più, per
esempio, che desidero per ospitare i miei libri... è nulla davanti al bisogno
di potersi muovere e fare e agire e apprendere di questi bambini che, fino a
poco tempo fa, mangiavano per terra, in condizioni igieniche indicibili. No, i
bisogno non sono tutti uguali. A Loredana Paparelli, Giorgia D'Emidio, a tutti
i fantastici coreografi e ai generosissimi ballerini del Nirvana... un immenso
grazie per voler regalare l'arte della danza ai nostri bambini. Perché ai
bisogni dobbiamo rispondere con la generosità e la bellezza." </i><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 4.5pt;">
<div style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif;">
<span style="color: #1d2129; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16.0pt;"><a href="https://www.facebook.com/lucia.mazzoli1?fref=mentions"><span style="color: #365899;">Lucia Mazzoli</span></a> - <span style="color: #365899;"><a href="https://www.facebook.com/ICompagniDiJenebaOnlus/?fref=mentions">I Compagni di Jeneba-ONLUS</a>.</span> </span><br />
<span style="color: #1d2129; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16.0pt;">In bocca al lupo, e in mano le pale per una nuova
stanza. </span><br />
<span style="color: #1d2129; font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16.0pt;"><br /></span></div>
<span style="color: #1d2129; font-family: "arial" , sans-serif;"><span style="font-size: 21.3333px;">Nb: Spero non me ne voglia, ma ho dimenticato di precisare che Monica Olioso è l'attuale presidente dell'associazione Onlus "I compagni di Jeneba"! E' lei che si occupa di tutto l'apparato organizzativo, aiutata da un team di supporters che si impegnano a tutto campo per la giusta causa. </span></span></div>
</div>
<div>
<div style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
</div>
<div style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif;">
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif; margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdlo32ZCZ0xe9Djq6gSsTX-I16gRvTN-a9BU5y5EBrU9OUFuZuFb2vUH9GfcQk1AZekaQBvVIsK2qCGh286XByy-9USxPJDnh5GQ_XYioNHO-y-KhK-Uykl0ig4ffTCTYMjimkEncXvSo/s1600/PA230163.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdlo32ZCZ0xe9Djq6gSsTX-I16gRvTN-a9BU5y5EBrU9OUFuZuFb2vUH9GfcQk1AZekaQBvVIsK2qCGh286XByy-9USxPJDnh5GQ_XYioNHO-y-KhK-Uykl0ig4ffTCTYMjimkEncXvSo/s400/PA230163.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: small;"> Max Fanelli ed Umuro.</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif;">
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">Il ragazzino nella foto, insieme a Max Fanelli, è stato per molti di
noi, la porta d'ingresso nel mondo di Jeneba e dei suoi amici. La vita non è un
film, direbbe l'ovvietà, ma questo post l'abbiamo impostato tenendo a mente
alcuni grandi classici cinematografici che raccontano alla fine un po' di noi, e così mi
è venuto in mente, guardando "la stanza" originaria di Umuro, una
storia che al cinema ha avuto successo proprio per l'epica che raccontava: Into
the wild, libro-film-storia vera, però Umuro non ha scelto di vivere in un
mezzo, almeno quanto Chris non intendesse morirci. Nel mezzo c'è sempre una
strada, o un fiume. Dipende dal caso, banalmente, dalla fortuna di trovarsi in
un posto o altrove. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<b><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;"><a href="http://www.compagnidijeneba.org/la-vera-favola-di-umuro/"><span style="color: blue;">"Happyness only real when shared" Umuru ha
incontrato Max.</span></a></span></b><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">Sempre dal sito dei Compagni di Jeneba: <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">Ubuntu significa "Io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti
siamo", ovvero "Come è possibile che uno sia felice e tutti gli altri
siano tristi?" L'ubunto esorta a sostenersi e aiutarsi reciprocamente, a
prendere coscienza non solo dei propri diritti, ma anche dei propri doveri. Da
questa filosofia nasce il nostro motto <i>"Noi siamo il futuro che
vogliamo" -Max Fanelli. </i><o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;"><i><br /></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-size: large;"><a href="https://youtu.be/VwDeQsVpFTg">Jeneba ...raccontata da Max Fanelli. </a> Ho trovato via you tube, questo bellissimo video in cui Max Fanelli parla dei Compagni di Jeneba. Non avevo mai sentito la sua voce. Incredibile che possa mancarmi qualcuno che in sostanza, non ho mai conosciuto. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<i><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">I biglietti sono reperibili: </span></i><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<ul type="disc">
<li class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;"><i><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16.0pt;">Al
Nirvana, con prenotazione di poltrona. </span></i><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16.0pt;"><o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;"><i><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16.0pt;">A
teatro, la sera dello spettacolo, dalle ore 18:00.</span></i><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16.0pt;"><o:p></o:p></span></li>
<li class="MsoNormal" style="line-height: normal; text-align: justify;"><i><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16.0pt;">Scrivendo
a: info@compagnidijeneba.org </span></i><span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16.0pt;"><o:p></o:p></span></li>
</ul>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif; font-size: 16pt;">"L'anima del poeta vola nel suo cuore, l'anima del cantante vibra
nella sua gola, l'anima del danzatore vive in tutto il suo corpo"<i> Kalil
Gibran. </i><o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
</div>
<div style="font-family: "times new roman", times, freeserif, serif;">
<br /></div>
</div>
<div style="background-color: white; font-family: "Times New Roman", Times, FreeSerif, serif; text-align: justify;">
<div style="background-color: #6aa6bb; border: 0px; box-sizing: border-box; color: #333333; font-family: "Open Sans"; font-size: 15px; font-stretch: normal; line-height: 1.6923em; margin-bottom: 12px; padding: 0px; text-align: center; vertical-align: baseline;">
<br /></div>
</div>
<ul style="background-color: white; color: #222222; font-family: sans-serif; font-size: 14px; list-style-image: url("data:image/svg+xml,%3C%3Fxml%20version%3D%221.0%22%20encoding%3D%22UTF-8%22%3F%3E%0A%3Csvg%20xmlns%3D%22http%3A%2F%2Fwww.w3.org%2F2000%2Fsvg%22%20version%3D%221.1%22%20width%3D%225%22%20height%3D%2213%22%3E%0A%3Ccircle%20cx%3D%222.5%22%20cy%3D%229.5%22%20r%3D%222.5%22%20fill%3D%22%2300528c%22%2F%3E%0A%3C%2Fsvg%3E%0A"); margin: 0.3em 0px 0px 1.6em; padding: 0px;">
</ul>
Luisa Riccitellihttp://www.blogger.com/profile/09607817903793101468noreply@blogger.com0