martedì 16 settembre 2014

La scuola, il primo giorno.

Approccio Semiserio.
Può sembrare una provocazione e forse lo è.
I quattrocento colpi - François Truffaut
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Domani voi piccoli varcherete per la prima volta la grande porta del sapere, e voltandovi, potreste vedere genitori piangenti e scomposti, e potreste chiedervi perché. Potreste non capire... 
...
Loro sanno che, se tutto andrà bene, la condizionale la sconterete in innumerevoli, lunghe e non sempre comode rate. Cinque alle elementari, tre alle medie, altre cinque le superiori, ed a seguire, il tre più due dell' università. Seguiranno i vari master, sperando che non ci siano intoppi, o la pena potrebbe lievitare e di molto! Di certo lieviteranno le rette, il costo dei libri ed i vari ed eventuali. 

Perché piangono? Pagheranno tutto loro! (sanno anche che vivere in questo periodo include una quasi inevitabile crisi di coppia prima o poi, con tutto ciò che ne consegue.) Se ciò non bastasse, a casa hanno un altro figlio e tremano al pensiero che si... il solito pusher fuori dalla scuola, o dentro... ma per questo vi hanno abbondantemente informati e vi sanno intelligenti, sanno invece che esiste un rischio remoto, ma non meno terribile, contro il quale poco o nulla possono, che somiglia alle vocazioni di un tempo, ovvero temono che vi venga voglia di fare gli artisti o, Dio non voglia mai... che cadiate nella trappola ormai naïf delle facoltà umanistiche. Meglio vi vorrebbero sulla strada, a battere - che oggi è un mestiere stimato, infatti se uno sa quel che fa, arriva molto, molto lontano - Le lettere invece, portano sotto i ponti, dove un tempo si batteva.

I genitori, tutto ciò l'hanno vissuto e in fondo lo sanno che molto del tanto, non vi servirà a nulla, ma non possono dirvelo, o che primo giorno sarebbe? Si limiteranno a piangere e a chiamarle emozioni, ma lì fuori, più che altro, sarà un via vai di fazzoletti in mano da parte di stoiche mamme che mentre vi sorridono, reciteranno un sentito: " finché morte non ci separi", rivolto a voi figli, e sarà vero. 

In bocca al lupo ragazzi, in culo alla balena e tanta merda, perché vi servirà! Ci saranno nuovi ministri, elezioni, anzi non elezioni, e sarete voi i primi ad essere saccheggiati, perché è proprio dei poteri forti infierire su chi non si sa ancora difendere. Vi diranno che è necessario, e saranno così convincenti che molti fra voi e noi, ci crederanno.

Al netto di "scherzi a parte", alla fine di questo epico ed infinibile viaggio, fra noia ed esaltazioni, uscirete dal metaforico, immenso e fatiscente edificio del sapere, armati fino ai denti di nozioni, concetti, competenze e, quale che sarà il vostro futuro, le armi più potenti che avrete, saranno parole nuove o logore che, se usate con sapienza, non è detto che vi apriranno certi famosi portoni, ma vi faranno da tom tom in prossimità di alcune zone grigie, vi diranno dove andate, vi chiederanno compagni di viaggio capaci di tenere il vostro passo, e se tutto andrà benissimo, alla fine imparerete a camminare da soli, o almeno in buona compagnia.

L'augurio che vi faccio è che tanto sapere non lo usiate per creare muri, ma per romperli e per non farvi troppo comandare da chi usa l'astuzia di farci pensare che certe strade le prendiamo liberamente. Non è sempre così. Non lo è quasi mai, e allora speriamo di capire dove sta il confine.

Buon viaggio anche agli insegnanti, che non si sa più se invidiarli o compatirli. Hanno sulle spalle un' enorme responsabilità, e sbaglia chi pensa sia retorica. Spetta a loro il privilegio di svelare mondi nuovi, a loro l'onere di farlo sembrare un viaggio sensato, e se qualche demente non sarà all'altezza del suo lavoro (che reputo ancora oggi, il più bel lavoro possibile) ci saranno gradite eccezioni. Tutti hanno incontrato almeno "un faro" fra i banchi di scuola. Il mio è stato Angela Caputo, alle medie. La mia vita -direbbe Truffaut- la devo a lei. Poi Giulietta Cipolloni, il solo momento di pace, lungo i corridoio della straziante ragioneria, e Gualtiero De Santi, col suo Pasolini, e le cose grandi. Doloroso e necessario, il bastardo di inglese due, quel po' di valore aggiunto che ho, lo devo a lui, e la Ossani che a lezione, alle otto di mattina, era sveglia ed aggressiva come gli umani normalmente possono essere verso le dieci, facciamo le undici del mattino. Lei sa staccare gli autori dalle morenti antologie e li riporta in vita con straordinaria capacità comunicativa. Gli dà un senso ed un contesto che illumina il testo. È questo che vorrei fare se mai dovessi diventare "grande".  
I miei fari sono legati a studi umanistici, e nel dirlo penso ai loro genitori in lacrime, ai miei, a me medesima, e tanta è la suggestione che, se non la smetto, piangerò a mia volta, come se domani avessi un figlio da portare a scuola, o come se fosse tutto molto sbagliato e molto necessario.

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