#GoFar
Araba Fenice |
"Ognuno di noi ha almeno un altro nome da dare alla #speranza", avevo scritto sul blog precedente, e doveva essere un invito a partecipare allo spettacolo che si è tenuto presso il teatro "La Fenice", a Senigallia.
Ho usato questa frase perché non amo la parola "Beneficenza" che mi pare un po' superba e troppo verticale, da chi sta "bene" a chi sta "male". Le percentuali, è stato ricordato anche sul palco, parlano un linguaggio crudo e schietto (1 su 100 fra noi è portatore sano della malattia). Quasi tutto ciò che ci riguarda è questione di fortuna e di tempi, quindi non è saggio sentirsi troppo al sicuro, certo non è saggio nemmeno andare in paranoia per ogni cosa, ma a grandi linee, la speranza è un bel concetto, perché combatte ad armi pari e perché tutti ne hanno almeno una, solo che cambia a seconda del momento e della situazione.
La speranza dell'Araba Fenice (tirata in ballo perché il teatro ospitante lo spettacolo era la Fenice a Senigallia) è di risorgere dalle sue ceneri, quella di chi è rimasto indietro in un mondo che corre e sgomita, è di svegliarsi ed accorgersi che è stato solo un brutto incubo, per chi sta male, la speranza tende ad assumere toni più concreti, e spesso si chiama #ONLUS, perché ONLUS fa rima con ricerca scientifica, e la ricerca scientifica è la speranza di vedersi allungato il tempo su questa terra, magari imperfetta, ma è difficile negare che è tutto ciò che abbiamo, qui e ora.
E' stato un piacere conoscere di persona Morena Belogi perché mi ha trasmesso una grande energia umana con una semplice stretta di mano. Ho avuto un'immagine mentale precisa e lampante in quel momento. La verità è che, in generale, non sono brava ad accettare il dolore degli altri, soprattutto quando è troppo più grande rispetto a quello che viene più o meno equamente distribuito a tutti noi. Tendo a sentire l'assenza di Dei e derivati, quindi questa sera, il soggetto portato in scena ("oh Dio mio!") non era esattamente nelle mie corde, però la morale della storia era condivisibile, e diceva semplicemente che la smania di potere e denaro, quindi di materia, ci ucciderà e non proverà alcun dolore.
Ps. ed è importante: gli attori del teatro CLAET sono stati bravissimi! la bambina che ha recitato sarà una eccellente artista da grande, perché lo è già ora, e l'esecuzione di Alleluja con la chitarra, era da brividi. Bravissimi con cinque esse ...per mille !
La Onlus di riferimento, per #AtassiadiFriedreich si chiama #GoFar , che significa Andare lontano, ma serve anche il nostro contributo umano ed economico.
La butto lì... il #cinquepermille a GoFar????
Cliccate sul sito http://www.fagofar.org/ e guardate alla vostra destra! lì c'è scritto come fare.(Allego comunque un facsimile qui sotto... di: Maurizio Crozza. Aderiscono anche Paolo Fresu e Sabina Guzzanti, fra gli altri )
Cliccate sul sito http://www.fagofar.org/ e guardate alla vostra destra! lì c'è scritto come fare.(Allego comunque un facsimile qui sotto... di: Maurizio Crozza. Aderiscono anche Paolo Fresu e Sabina Guzzanti, fra gli altri )
Grazie anche agli amici che erano a teatro e con cui ho fatto due chiacchiere. Con qualcuno di loro non succede quasi mai di vedersi, di parlare, e che peccato se uno ci pensa!
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