Il verde e il marrone. (IO) |
Ho perso uno spasimante virtuale; deduco di aver perso anche il
fascino virtuale di una volta. “Porca
vacca!” penso, ma è un pensiero disteso come me, che sto sul letto a peso morto, immobile.
Qualcuno, al netto di lingua e fonetica lo chiama: “tach scrim” e un po’ lo posso capire. Paranoia da estasi cromatica -del
tutto inesistente- della mia libreria. Non capisco le regole più basilari
dell’archiviazione. Per grandezza? colore? tema? autore? argomento?
Penso allo spasimante andato, a quello andante, e al
“tach scrim” che detesto come quei vizi deplorevoli che non si vogliono
smettere mai, fino alla fine del mondo.
Non capisco perché ho messo il blu attaccato al marrone. Non ci dice
nulla, però mi compiaccio delle riviste bianche col lembo rosso, tutte
rigorosamente in ordine cronologico, grazie ad un pallosissimo lavoro che a soli
due giorni di distanza, dà le sue belle soddisfazioni! Ora commetto l’errore di
pensare al costo di ognuna di loro, e realizzo con una specie di angoscia, che
ci pagherei un mese a Parigi con quella roba. Pensiero scorretto! Mi fa male. Colpire sotto la cinta non
vale … ed è solo un sedicesimo della libreria, un ventesimo della stanza! Mi fa
male il torace, respiro male. Mi fa male
l’aria secca del buco in cui sono caduta. Mi fa male il bianco del neon premortale che si appiccica
ovunque, anche sulla mia faccia. Mi fa male la bottiglietta d’acqua vuota e
sudata, che ho le labbra arse dal freddo. Non mi giudicate.
Il blu col marrone,
semplicemente, non funziona!
@_Luisa
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