sabato 29 giugno 2013

Storie di disordinata follia.


Passano mesi, anni, decenni, e uno pensa che sia finita, che ormai sia tutto finito, poi però torna e ci si trova sempre sgomenti. Fuori ci sono nuvole che piovono colla e non hanno colore. I più neanche le vedono, non sanno come si chiamano, e ciò che non ha nome, notoriamente, non esiste. Ciò che non ha nome non sempre ti attacca al suolo, o su una sedia o ai margini di un letto sperando che arrivi il sonno. 

E' uno di quegli inferni che ti stancano guance e denti. Di notte ti levano il sonno e il giorno te lo ridanno leggermente avariato. Occorre aspettare che la notte lieviti e il giorno ritorni, poi inventarsi nuovi pensieri per non cedere al sollievo di impazzire. Non so spiegare i confini di questa nube tossica e meschina, solo che vederla tornare mi annerisce come una vampata di fumo lungo le canne fumarie. 


Vladimir Dunjic 

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