Si parla del più e del meno, più o meno, così, fra le mille cose, mi si dice che il passato non è di quelle entità che alla lunga ci stira le gambe, e un po' me ne dispiace.
Mi si dice che se uno "viene con te" la prima volta che ci esci, poi che vuoi pretendere? Davvero? Vale anche a 40 anni?! Sgomento. Già a 20 mi sembrava una logica molto argomentabile. Voglio dire... lo sfregamento, per paradossale che sembri, non è la cosa più logorante che possa capitare.
E' che bisogna aspettare almeno il terzo appuntamento per dare l’impressione giusta al
momento giusto:
-Seria, interessata ma non morbosa. E si… il sesso esiste,
ma chi se ne cura? L'uomo è cacciatore e la donna, una vergine strappata alla santità dall'obbligo coniugale, e vale anche nel secolo in cui l'obbligo non c'è più e le donne guardano porno quasi più degli uomini stando alle statistiche, ma diamo la colpa alla sociologia!
Certo, dopo tre incontri,ovviamente uno capisce meglio con
chi ha a che fare, ma è altrettanto vero che dopo una vita, ancora non si è
capito con chi uno abbia a che fare (Vai
alla voce “Chi l’avrebbe mai detto” ed infinite declinazioni) dunque si tratta solo di assecondare uno
schema: istintivo o schematico, e la scelta, mi sento di dire, viene direttamente dal lontano DNA,
parcheggiato ovunque e “Nulle part” nel corpo di chi lo campa a 'sto bastardo.
Mi si dice che la spontaneità
sia la più bella virtù del mondo. In teoria, è un sentimento molto,
molto incoraggiato, poi in pratica, mi si dimostra a parole, opere o missioni (Per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa) che per vivere bisogna essere giocatori di
scacchi e d’azzardo e mai, e sottolineo MAI troppo spontanei, concetto che inevitabilmente
va a cozzare con la sincerità. Penso
quindi sono, e quel che sono in questo secondo, siccome sei tu e non un
altro, te lo voglio dire, ti faccio questo regalo.
Ma no, no! Errore!! Non lo vuoi sapere e non te lo devo dire!
-Vediamoci, ma non è tempo per una relazione. “in questo periodo” è un casino, dice lui e si guarda bene dal precisare in che decade è iniziato sto casino, né se mai passerà.
-Io mi affeziono come
i cani. Dovrei scappare. dice lei. (...)
La domanda logica ora potrebbe essere… uno che "cogita" a fare se
poi fa sempre il contrario di quello che l’istinto gli urla nel chiuso di
una zona ristrettissima del cervello?!!
Queste le coordinate di partenza e, svaniti di fumi, ognuno
dei due tornerà a questo punto, alla prima volta che si sono detti il nome dei
confini che mai si sarebbero attraversati, le sole due cose che dovevano fortemente "ascoltarsi" a vicenda.
Perché non l’hanno
fatto?
Prima di entrare in un altro,
ci si sente molto forti, padroni di sé, e poi la curiosità di
scoprire se c’è almeno un grammo di verità nella bocca di chi parla con tanto e fastidioso ardore di
orgasmi da spavento dovuti alla semplice
alchimia del caso! E se fosse lui il portatore sano di cotanta speme, uno lo lascia andare via solo perché ha detto quella cosa là? Poi “gli umori” si
intrecciano, il corpo si scivola
addosso, gli odori, i sapori, il tatto, il respiro, il calore, le mani, tutto
il resto, e soprattutto… addio lucidità, addio ragione...quale che sia la resa "orgasmica" dell' introvabile mister G!
Try again, you'll be lucky enough...maybe.
Dall' #affetto all'affezione... basta un niente e diventa un'infezione, motivo di (quasi sempre) inutile#afflizione. #io |
-Dove ho sbagliato?
Dove ho sbagliato? Dove ho sbagliato?
Non è una preghiera orientale, ma il rosario che si sgrana
quando è chiaro, in un qualunque “giorno dopo” che di là è calato un sipario e uno più uno non fa più due, ma uno più uno. E’
ovvio come il sole che la colpa può essere sempre e solo di chi ci sta più male, non perché sia vero, ma perché è così che chi ci sta più male se la vive. Non
è altrettanto ovvio il motivo per cui uno che era partito tanto prudente, poi
ci stia male. Non è chiaro nemmeno se ci sta realmente male. Forse è un alibi
come tanti, per coltivare il romantico mito della decadenza. Certo è, che uno
ci sta come un cane. Il respiro non sale, e se sale si affatica. La voglia del tutto scema, e il caso vuole che “Scema” sia il complimento che più sovente ci si tiri
davanti allo specchio. Poi comincia la conta di quelli per cui tutto ciò è già
accaduto… ben più dei canonici tre che fanno di una donna, una santa donna. E
vaffanculo pure alla santa donna.
-Dove ho sbagliato? E
da lì, un lungo ed ininterrotto flashback, come al cinema, ma in pratica è
sempre meno bello che sul grande schermo, dove sembra che stare di merda sia
davvero una favola, con quel capello che ti casca sulla fronte, un po’ sfatto,
ma comunque seducente, e quella faccia decomposta, eppure bella. In pratica non
è così, forse perché manca una regia decente, non so.
… Il primo incontro. Il primo sms e i trecento a seguire, la
cena, il pranzo, le infinite colazioni, i film visti insieme, quella volta in
cui forse c’era da capire… e quell’altra in cui, porca troia!!! Uno poteva
uscirne vincente, perché tutto era predisposto in quel senso. Ma poi, il vizio
di rimandare a domani… ed ecco che è troppo tardi. La porta si chiude, ma dall’altra
parte, e fuori certi giorni fa veramente freddo.
-Dove ho sbagliato?
La verità è che “se
stessi” spopola sulle bocche del mondo perché se è vero che "qualche volta è importante vedersi più belli" è ugualmente vero che nessuno,
assolutamente nessuno desidera incontrarsi col vero “se stesso” dell’altro.
Anche il più sregolato fra gli artisti, sta seguendo un suo schema, che è uno “sregolamento
ragionato”, si deduce che questo tipo umano, andrà in cerca di sregolate come
lui, che si mettono la sua stessa posa sregolata, e insieme faranno sempre finta che tutto li tocchi e niente li
tocchi, perché guai a dire chi sei, come sei, in cosa stai inciampando proprio
ora.
-Vietato avere paura. E’ sbagliato! Non ...averne, ma farlo
notare.
E poi ci sono quelli del mondo dei giusti. Loro si che sono
sempre giusti. Conoscono i tempi, i moduli da compilare, le frasi da dire, le
procedure sociali. Che invidia! Loro vivono come se davvero fosse la cosa più
semplice del mondo. Siccome tutti ci fanno, ci faccio pur’io. Ma tutti chi sono? E che fanno esattamente? Quanto mi interessa vivere così? E’ questo il punto, a limite.
Fare sesso dopo un’ora
o fra tre anni, non inciderà in alcun modo nel rapporto fra due individui che
solo prima di conoscersi possono illudersi che avranno qualcosa di lungo e
prolungato da dirsi, e non è cinismo ma qualcosa che ha detto Stendhal nel
milleottocento e qualcosa e che mi sento di condividere. L’hanno detto in tanti in verità,
ma lui viveva nel fiorire del romanticismo che ancora oggi ci sfiata, quindi
lode al coraggio del pensiero sregolato.
L’assenza di sesso
enfatizza la fratellanza, la presenza di sesso enfatizza il piacere, pertanto,
sarei per non demonizzare niente. Spero solo di perdere oggi stesso l’istinto
all’attrazione. Sono stanca che non si racconta. Sfinita. Esausta.
Impossibilitata ad accettare che con una mano mi devo aprire, e con l’altra mi
devo armare e con entrambe devo abbracciare quel che non conosco. Posso fidarmi oppure no.
Una persona posso volerla, oppure no. Posso stimarla, ed è necessario affinché sia una cosa vera, e se per mille motivi, la mia fiducia dovesse venire meno proverò a capire, perché non sono dio e non voglio il suo strapotere. Io sbaglio, tu sbagli, egli sbaglia, e tutti noi sbagliamo, dunque non voglio fare il giudice, non voglio mettere in croce nessuno, ma voglio capire o divento matta. Il problema è che gli schemi non si rompono mai, il passato non muore mai, e se uno mostra il lato fragile, lo specchio si rompe sempre dalla parte di chi guarda, e io sono stanca.
Una persona posso volerla, oppure no. Posso stimarla, ed è necessario affinché sia una cosa vera, e se per mille motivi, la mia fiducia dovesse venire meno proverò a capire, perché non sono dio e non voglio il suo strapotere. Io sbaglio, tu sbagli, egli sbaglia, e tutti noi sbagliamo, dunque non voglio fare il giudice, non voglio mettere in croce nessuno, ma voglio capire o divento matta. Il problema è che gli schemi non si rompono mai, il passato non muore mai, e se uno mostra il lato fragile, lo specchio si rompe sempre dalla parte di chi guarda, e io sono stanca.
Questa sono io. L'idea è di "andamento". |
PS: Quello che scrivo in casi come questo (ovvero sempre) deriva dall'intreccio di riflessioni fra cose sentire, parlate, provate, ma non per forza insieme, non per forza ieri.
Per la cronaca, sto ascoltando: "Everybody's gotta learn sometime". The Korgis
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