Mind tricks.
Fenomeni come il “MIND TRICKS” però sono un invito al relativismo delle nostre percezioni su quel che ci circonda. Si tratta di un meccanismo attraverso il quale la mente anticipa il messaggio anche prima che l’occhio registri con precisione quello che in effetti c’è scritto sulla pagina.
Come funziona?
Sceodno una rcircea dlel’Uvitrisenà di Cmbairgde non ipromta l'odirne dlele lrteete in una proala, l’uinca csoa che cnota è che la pimra e l’ultmia ltetrea saino al psoto gusito. Ttute le atlre lrteete dlela poalra psonoso esrsee itinvtere snzea carere prleombi alla letutra. Qstueuo acdace pcherè la mtene non Igege ongi Iteetra senigolnarmte ma la proala cmoe un ientro qudini il clrveelo è cnoouqme in gdrao di asblsemare le Iterete e iernttaprere la ploara crottrea.
M.C. Escher. "MONKEY MAN MIRROR" |
L’esperimento è stato attribuito all'università di Cambridge, però i ricercatori dell’Ateneo britannico non ne hanno mai sentito parlare. Si tratta allora di una leggenda metropolitana che, ripetuta all'infinito sul web, si è tramutata in realtà. Ecco dunque con che facilità le nostre convinzioni fanno a pugni con la verità. A ben vedere scambiare reale per virtuale non è una cosa di cui vergognarsi. Il trompe l’oeil (tecnica pittorica ben più datata del web) si poneva come obbiettivo, sin dalla nascita di “ingannare l’occhio” con un gioco complesso di prospettive. E se è vero che lo spettatore ideale è colui che si fa ingannare... nessuno è più bravo di noi!
Luisa.
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