martedì 13 maggio 2025

One day, day one.

"One day, day one" 

Come a dire...

Un giorno, forse... quel giorno verrà. Se quel giorno poi dovesse arrivare, quello sarà il primo giorno. 

Gli spot ci viziano le orecchie. Funzionano. Lo dicono anche le neuroscienze, e loro sanno sempre ciò che dicono (sanno anche ciò che pensiamo, come e quando lo pensiamo).

"One day, day one" 

L'hai sentito  dire di certo da qualche atleta muscoloso e serissimo, in fase promozionale.

Il non detto, che però è un po' detto, è che ...sei tu che decidi. 

Good news, bad news!

Sei interamente nelle tue mani! Ti occorrono dunque mani enormi per reggere il peso di eventuali disastri e ripartire, chissà poi per dove.

Mentre penso a questo groviglio di astrazioni, mi cade l'occhio in cielo e rimango stordita, ammirata, quasi felice. Lo so, suona retorico, ma è reale.

La luna piena mi fa questo effetto. 

Sono lunatica, confesso.

Osservo la strada come fosse la prima volta che la vedo, ripasso uno ad uno i colori dell'ambiente, e all'improvviso mi rendo conto che cerco registi in ogni dove, da sempre.

 I film ci hanno viziato lo sguardo, ed è irrimediabile.

Lo chiamo "trance da setting", che significa, in pratica, rimanere male se non compare Danzel Washington dal nulla, col suo sguardo profondo mentre insegue i cattivi - ed a seguire, relativo spavento dei passanti - questo perché la scena si svolge di notte e la notte non ha senso se non hai paura mentre ti muovi da solo, sulle tue gambe.

Sembra tutto già visto, in un film, appunto; ma è chiaro che è un inganno. 

La rotatoria per gli automobilisti fa rima con la luna, rotonda anch'essa, però sono in pochi a guardarla. 

Quanta bellezza in quello sbiadito punto di luce naturale confuso in mezzo al colore freddo dei lampioni. 

Sembra romantico, se non ti trovi in mezzo alla strada, a piedi, da sola. 

Di notte, se sei donna e se cammini a piedi, potresti scoprirti vulnerabile per via del timore che ti creano gli istinti degli altri.

È noioso, ma capita. 

Il tipo che ti fissa da lontano con quegli occhi troppo onesti e il tuo respiro che tende a contrarsi, suo malgrado. 

Il tipo che ti parla, e magari vuole solo parlare, ma il respiro tende comunque a contrarsi, suo malgrado.

Il telefono fra le dita serve a dare l'impressione di non essere soli, anche se, di notte, se sei per strada, agli occhi degli altri, sei sola, dunque vulnerabile. 

Di notte si abbassano le difese immunitarie, si alza la sensazione di pericolo, diminuiscono le macchine in giro, e c'è sempre qualcuno ubriaco, proprio alle tue spalle, che sta lì, fermo, perché da qualche parte deve pur stare; come te, del resto, seduta su una panchina in attesa che il tempo passi, che l'autobus passi, che il tipo passi, e invece il tempo si è impuntato, il tipo ha deciso di sedersi a due passi da te e l'autobus è parecchio in ritardo.

La parte difficile, a volte, consiste nell' ammazzare la paura, mettendola a tacere. 

One day, day one. 

Serve un duro allenamento per non avere paura degli altri a pelle, "sulla sfiducia". 

Non c'è nessun regista in giro, ci sono solo i lupi da passeggio, gli ubriachi, con quel vuoto straziante negli occhi. Ci sono i ragazzi che urlano agitati e si muovono come scimmie.

L'aria odora di notte ed è umida abbastanza da sentire il mare, che non posso vedere, ma so che mi è vicino. 

Se finisci per strada, è perché ci devi andare, o perché non sai dove altro andare.

In entrambi i casi, c'entra poco con lo stare comodi o al riparo da lupi e da istinti primordiali. 

LUISA LÙ 

13.05.2025 ORE 01.27 su un autobus parecchio rumoroso e buio nel mezzo di una notte infinita, che poi naturalmente, finirà.


#Carnetdevoyage

#sansimages 

#danslarue 


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