lunedì 13 ottobre 2025

"Crazy Djembe" Storia di una lunga storia...

Corso di Percussioni e Danze africane, a Fano ed a Senigallia

Link a fine pagina!!

Ph. Riccitelli Luisa, presso Crazy Djembe- Senigallia. 

Vi racconto la mia nuova avventura dalle parti del... Djembe, partendo dal principio, naturalmente!

                                                           💖💖💖

Negli anni Novanta, frequentavo il Crazy Dance. Era una scuola di danza moderna, molto in voga a Senigallia e non solo. La frequentavo con lo stesso fervore col quale i mistici vanno in cerca dei loro dèi nel buio delle chiese. 

Il mio era un fanatismo importante, visto da qui. Vivevo tutto il giorno in attesa di quelle tre ore. A guardarmi oggi, non se ne ha il sospetto, eppure ero fissata su alimenti e rigori del corpo, che comandavo a bacchetta. Per tutto il giorno ero una segretaria che si sognava altrove. Vivevo in attesa che scoccassero le ventuno. 

Dalle nove fino a mezzanotte, dentro a quelle stanze magiche, mi sembrava che le ore avessero senso. Avevo senso mentre mi intrecciavo alle note, muovendomi con loro e sentendole addosso. Era molto di più di andare a danza, era cercare un ritmo di vita, era scrivere una coreografia personale sul proprio vissuto.  Non era come adesso. Le foto erano pochissime e di circostanza. Per pura ironia, una delle poche che mi sopravvive, riguarda le prove generali di una danza che, in qualche modo, si voleva africana. 

Souvenir. 

Il tempo si è portato via tante cose, più o meno belle. La scuola ha cambiato sede ed identità, proseguendo con eguale e meritato successo (Planet Fitness) io invece ho cambiato strada, tipo una sterzata sul ghiaccio, e addio Crazy dance. Gli addii sono romantici, sicché uno rimane legato all'idea di ciò che era e che, per forza di cose, non sarà più. 

Vero anche che, ciò che inizia col "Crazy", non si cancella solo perché hai cambiato strada. Gli istinti alla vita sono cose che non si cancellano per fortuna, e la danza era il mio istinto, oso dire, la mia vita "profonda".  

Ph Riccitelli Luisa. Crazy Djembe Dance Class. Senigallia. 

Penso sia stato l'eco della parola "Crazy" a mettermi sulla strada di questa nuova aula, ma l'ho capito solo ieri, perché solo ieri ho realizzato che questi due viaggi iniziano con la stessa parola. Ed ecco dunque che, Dal Crazy Dance al Crazy Djembe, è stato un attimo lungo appena trent'anni, ma chi li conta? 

Le dinamiche della "Classe" rischiano di spaventare una come me, che per trent'anni si è abituata ad un approccio totalmente autonomo su qualsiasi disciplina. Sono andata alla lezione di prova per curiosità. In zona parcheggio ho avuto voglia di andarmene perché mi sentivo mia nonna intrappolata nel corpo di mia nipote e non sapevo se portarmi o andarmi a prendere, come fanno i nonni, o se dovevo partecipare senza viaggi mentali.  

Sono andata alla fine, e ci ho trovato tutto un universo che in parte avevo presentito. Mi sembra che li dentro siano tutti bellissimi, perché nessuno cerca di somigliare a qualcosa. Vedo identità che cercano una loro armonia, come dovremmo fare tutti, e mi piace essere lì. 

Sono alla mia terza lezione e continuo a sentire cose prima ancora di pensarle, e per come sono io, non è  male.  

Di solito, nel mezzo delle esecuzioni, mi cade addosso una sensazione che definirei "Di ritorno". Mi sembra infatti di tornare da un posto dove ero già stata, e ci ero stata bene. La continuità dei ritmi crea anche un effetto simile a un estraniamento, ma in senso positivo. Bisogna pensare solo al tempo. 

Non servono studi per capire come mai sia così in auge la disposizione "A cerchio" in varie discipline. Il cerchio comunica continuità, appartenenza, unità, e immagino ci occorra più di quanto possa sembrarci. 

La sensazione di armonia che si respira, deriva dal fatto che un numero importante di mani battono all'unisono su delle pelli tese, producendo un  suono ancestrale, che anche i primi uomini sulla terra producevano e sentivano, esattamente come lo sentiamo noi. Trovo miracoloso che si riesca a farlo insieme nonostante ci siamo visti soltanto tre volte. 

La sensazione di "staccare" completamente dai propri meccanismi mentali, dai problemi a casa, dai problemi in macchina, dai problemi tutti. In quel lasso di tempo, bisogna emulare un gesto per produrre un suono e deve essere un suono che somigli a quello degli altri. Ciò comunica un importante, un irrinunciabile senso di "comunità", ben oltre la metafora. 

Di recente vado poco al cinema, ma per anni sono stata una che viveva nel chiuso di quei luoghi bellissimi, sicché alcuni film mi si sono incollati addosso. Uno di essi, e ci penso tanto in questi giorni, è senz'altro: 

 "The visitor" tradotto; "L'ospite inatteso", del 2007. 

"The visitor". 2007 di 
Tom McCharty 

Guardando questa semplice immagine, si ha già un'idea, una sensazione piacevole. 

La trama, a grandi linee: 

Un uomo, rientra a New York per motivi di lavoro, dopo lunga assenza, e trova il suo appartamento occupato da una giovane coppia di migranti irregolari. L'uomo decide di ospitarli lasciando loro il tempo di trovare una nuova sistemazione. Il ragazzo intanto gli  insegna a suonare il Djembe, riportando nella vita di un accademico stanco e vedovo da cinque anni, "il ritmo" che la cattedra non sapeva più dargli. Come sempre nella vita, sono gli incontri a cambiare le persone. 

(Gli accademici praticano quasi sempre un approccio frontale: da una parte il docente, dall'altra, gli studenti.) Il Djembe si suona  invece a circolo, tutti insieme, tutti sulla stessa linea: chi insegna come chi apprende.)

Il finale del film è tristemente simile ai fatti di storia attuale...Al netto di tutto, quest'uomo non ha più smesso di suonare il Djembe e io non l'ho mai dimenticato. 


Ph. Riccitelli Luisa. Matteo Luzi, insegnante di Djembe. 

Torniamo a noi: 

Il ragazzo nella foto è Matteo Luzi, e si impegna con passione e metodo nel suono e nell'insegnamento dello Djembe.  Insegnante delle danze africane, è invece il bravissimo Bifalo Kouyate che puoi vedere nella foto precedente. 

Se desideri provare una lezione, c'è ancora tempo! 

Le Lezioni si tengono il Martedì a Fano e il Giovedì a Senigallia. 

Logo Crazy Djembe. 


Per ulteriori info: 

Crazy Djembe: Link alla pagina Facebook.

Crazy Djembe: Link alla pagina Instagram.











mercoledì 10 settembre 2025

"Beje Tour" a Castelplanio il 12 settembre 2025

Vivere, è passato tanto tempo... 
Benedetta Blasi. "Beje". 
E pensare che domani sarà sempre meglio... 


Venerdì 12 settembre, ore 21:00,Castelplanio AN...
"...Care le mie Super effervescenti Bolle del💖un altro weekend sta per arrivare e noi non ci faremo trovare impreparati. Due saranno gli appuntamenti di questo fine settimana a cui non potrete mancare.🎈Si parte Venerdì 12 Settembre, alle ore 21:00 🎈 a Castelplanio, anzi per la precisione, Macine di Castelplanio (AN). Saremo ospiti della Manifestazione "Batti il Cinque" Festa dello Sport e delle Associazioni al Parco Ghandi.  Per noi non sarà una serata come tutte le altre, questa volta ci sarà un qualcosa in più che già a distanza di qualche giorno iniziamo a percepire 😪 Il Parco Ghandi, dista praticamente 100 metri dalla casa in cui è vissuta la nostra "BEJE" (Benedetta Blasi) a cui abbiamo dedicato come ben sapete il nostro intero Tour 2025. Capirete che l'emozione è tanta e che ci piacerebbe anche che voi, cari amici, possiate partecipare in massa, per omaggiare la nostra Piccola Stellina 💫 che ci ha guidato dall'alto per tutto il nostro cammino Estivo. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro, se non che funzioneranno Stand Gastronomici con le migliori prelibatezze della zona e che potrete quindi essere con noi già dalla cena. Vi aspettiamo" Mirco Cerioni.

Il "Beje Tour 2025", è un ambizioso e fantastico Spettacolo che si è svolto nel corso dell' estate su palchi di ogni misura e location. Tutto ha avuto inizio presso il Teatro Concordia di Cupramontana, il 26 aprile, e da lì, è stato un susseguirsi di date al mare, in collina ed anche in montagna. 

Ai nostri occhi cambiavano i colori degli ambienti, ed il clima è stato torrido, ma anche clemente, a volte piovoso, quasi mai troppo invalidante. 
La partecipazione del pubblico è stata sempre molto affettuosa e costante, e questo segna il successo del progetto. Le Bollicine, fino alla fine, sono state animate da un grande desiderio, ovvero rendere omaggio a Beje, ad ogni singola data, dimostrando che si può stare "leggeri" anche con abiti  "pesanti", e questo è Beje che ce lo ha insegnato. 
La perdita di qualcuno rappresenta un fatto terribile, lo sappiamo tutti, e allora, ciò che si poteva fare per Milena, Damiano e Beatrice, era cantare il ricordo di qualcuno che fisicamente è altrove, ma con lo spirito è ancora con noi, e con noi rimarrà anche alla fine di questo lungo viaggio fra luoghi ed emozioni, mentre il mondo serenamente impazzisce, abituandoci a normalizzare oscenità che, di norma, non andrebbero tollerate neanche cinque minuti. 
C'è qualcosa di indecifrabile nel potenziale umano, sia quando eccelle che quando precipita nel buio, nell'orrore, nel male assoluto. 
I rimedi io non li conosco. So che abbiamo bancali di libri di storia nei quali sono narrati  fatti troppo  simili a quelli a cui stiamo assistendo.  Saperlo, regala poco spazio alla mia idea di "possibile". Tuttavia, la mia scelta, la sola possibile, è di comportarmi, come individuo, nel migliore dei modi col prossimo. Circondo di attenzioni le persone che ho vicino, perché anche questo è un antidoto alla barbarie umana che vediamo fra un video sui gattini e uno sulla nail art. 
Il nostro è un mondo cinico, a tratti spietato, ma non è soltanto questo. Ci sono persone come Beje che ci insegnano cose di continuo. 
Ho partecipato ad un numero indefinito di serate ed ogni volta, quando la voce di Beje esce dal tempo e quasi sussurra "Fate della vostra vita una storia luminosa e straordinaria" , ho il nodo alla gola, perché queste parole le ha dette una ragazza di vent'anni, la stessa che sapeva, intuiva il suo destino, ma non si è fatta scoraggiare. Anzi, ha insegnato ai suoi parenti la forza, il coraggio, la sopportazione dell'assenza con l'arma del sorriso. 
Stimo enormemente Milena,  Damiano, Beatrice, perché stanno esaudendo il desiderio di Beje, e cioè di essere più forti delle avversità della vita. 


La canzone di Beje è "Vivere", e qui di seguito, abbiamo un momento iniziale del Beje Tour (qui eravamo al Sirolo). 



Infine, intuisco fra le righe che le persone hanno bisogno di inquadrare le situazioni e la gente, e quindi si chiedono che ruolo io abbia in questa storia. 

Non sono una giornalista, non sono una scrittrice, non sono una social media manager (detesto la parola "Manager"), non sono una fotografa, non sono una video maker, non sono un'addetta a questo e neanche a quello, non sono dipendente di-da nessuno. 
Sono una che scrive. Questo blog esiste dal 2009 ed è nato su un tetto di Parigi, in piena epoca Bohème personale. Prima, scrivevo dei tragici diari a penna che conservo per ridere di me e per compiacermi circa un innegabile miglioramento nello stile e, grazie a dio o a chi per lui, nei contenuti. I social hanno quasi distrutto il blog, e di questo mi dispiaccio. 
 
Conosco Le Bollicine dai loro esordi, ma nel 2018 mi è successo un fatto parecchio allucinante, che oggi mi fa ridere, quella volta faceva sanguinare gli occhi. A quel punto potevo scegliere se odiare anche Vasco Rossi, giacché mi venivano le stimmate alle prime note di ogni sua canzone, o se volevo usare questa occasione per cambiare testa, visione, passi. Per assurdo che mi sembri ancora oggi, ho fatto una cosa che non faccio mai, e cioè mi sono data una serissima e faticosissima possibilità. Ho cambiato molte cose della mia vita, e dio se ho fatto bene! Sono una di quelle che può dirsi "Cambiata", anche se nei fatti rimaniamo sempre noi, ma sulle sfumature si può lavorare. 

Immagino non serva spiegare che, da lì in poi, mi sono avvicinata a Le Bollicine, perché per me sono una strada che porta a casa. Ho cominciato a conoscerli uno ad uno, e con loro, molta gente che li segue, e ripeto, a costo di sembrare noiosa... di questi tempi, costruire comunità tutto sommato virtuose, non è il peggio che possa capitare. 

A ciò aggiungo Beje, che ho visto soltanto due volte, ai concerti. Sono molto colpita dalla sua storia. E' verissimo che non siamo tutti uguali. Alcuni sono non più belli, non più ricchi, non più simpatici o più intelligenti, ma più...alti! Vedono le cose dall'alto, come le aquile, e io la gente così, la amo senza riserve. 

Ivan Graziani cantava triste: "e non c'è più nessuno che mi parli ancora un po' di lei". "Lei" non era Beje, perché noi continueremo a parlare di lei, come è giusto che sia. 


"Fate della vostra vita una storia luminosa e straordinaria"


Ci vediamo Venerdì, a Castelplanio, vicino a casa di Beje, di Milena e Damiano e di Beatrice! 

Luisa. 

giovedì 26 giugno 2025

"Note Spericolate". Mirco Cerioni ed il corpo bandistico di Castelferretti, interpretano Vasco Rossi.

 Due di Tre!

Voglio una vita spericolata, di quelle vite fatte così... 

Prova Prova...se se Prova... Simone Mondati
e le giovani fans della prima ora.

Lo spettacolo "Note Spericolate" è frutto di un progetto "spericolato", dedicato al grande Vasco Rossi, con tutta la sperimentazione che il caso ha richiesto! 

Come andrà? chi lo sa? 

Erano queste le domande che gli organizzatori si ponevano, pur credendoci sin dal principio, ed oggi, che siamo a due (spettacoli) su tre, possiamo dire che il gioco è valso la candela! 


Elisa Carnevalini, e 
piccola fan con abito rosso e tanta gioia.


L'idea l'ha avuta Manolo Rango, Direttore del Corpo Bandistico di Castelfidardo, il quale ha pensato bene di mescolare, da una parte la musica delle piazze per antonomasia, cioè quella della banda, delle feste di paese, dei numerosi partecipanti presenti per rispetto della tradizione e per il piacere autentico di esserci; e dall'altra, la musica degli stadi per antonomasia, rappresentata in modo indiscusso da Vasco Rossi, il quale riempie, come sappiamo, ovunque gli venga in mente di esibirsi, con numeri vertiginosi. 

Per la voce, Manolo ha pensato bene di rivolgersi a Mirco Cerioni, il quale, dal giugno del 2003, con Le Bollicine-Vasco Rossi Tribute Band, ha al seguito ben seicento concerti più un tot di esibizioni nel 2025! Senza contare le serate (ugualmente numerossime) coi Vizi e Virtù, anch'essa Tribute Band di grandissimo livello! Naturalmente, dire "Mirco Cerioni", è come dire "Simone Mondati"! Tecnico del suono per Le Bollicine, per "Note spericolate" e per chissà quanto altro! Non è sbagliato affermare che, Le Bollicine esistono perché l'idea l'ha avuta lui per primo quella volta, e noi glie ne siamo molto grati! 

 Non conosco tutte le cover band dedicate a Vasco Rossi e, premesso che rispetto e amo chiunque decida di trasformare la sua vita in musica, sono forse di parte, ma penso che Mirco e Le Bollicine siano inarrivabili per mestiere, passione e competenza. 600 concerti sono un gran numero di occasioni per mettersi alla prova, e le hanno superato brillantemente visto il successo, super meritato, di ogni singola esibizione. 


Mirco Cerioni che ...ci pensa :-) ed Elisa...

Mirco è del tutto incapace di dire di No a qualsiasi progetto su Vasco Rossi! Non è che non ce la faccia, è che proprio non gli passa per la testa, e si capisce. Quindi ha abbracciato da subito l'idea, chiedendosi anche lui come sarebbe andata, ma senza esitare un istante.

La prima esibizione si è svolta a Castelfidardo, il 19 giungo 2025, ed è andata benissimo, con pubblico molto attento e partecipe! La seconda esibizione, ieri sera, 25 giugno 2025, si è svolta a Falconara, ed è andata persino meglio. 

Resta una terza ed ultima data, lunedì 30 giugno, a Cupramontana, in piazza IV Novembre, e qui, fedeli alla linea dell'esperimento musicale...hanno pensato di mescolare le note dello Spericolato Vasco  Rossi, a quelle del più nostalgico e meditativo Lucio  Battisti, che piace praticamente a chiunque, per una serie di ovvie ragioni! 

"...Mi ritorni in mente bella come sei, forse ancor di più... un angelo caduto in volo, questo tu lo sei, in tutti i sogni miei... come ti vorrei, come ti vorrei..." L.B.

"...E nell'aria ancora il tuo profumo dolce, caldo e morbido, come questa sera, mentre tu, tu non ci sei più...E sarà triste lo so, ma la tristezza si può racchiudere dentro una canzone che canterò ogni volta che avrò voglia di parlarti, di vederti, di toccati, di sentirti ancora mia... e stato splendido però, amarti. "  V.R.

Ho scelto due brani a caso, a istinto. Sono due modi di raccontare la fine di una storia, una romantica, una più universale, visto che Vasco racconta della morte del padre, di cui sente ancora il profumo nell'aria e, in generale, della perdita definitiva di chi non è più fra noi. 

Pensare a quante orecchie hanno ascoltato questi brani nel corso degli anni, a quante bocche le hanno cantate, e quanti occhi si sono accesi grazie a queste note, mi ricorda che la musica è quanto di più simile alla magia; ha questo potere immenso di portarci tutti sulla stessa dimensione, almeno per il tempo dell'ascolto. 

Io non so e non voglio pensarmi senza musica, e per questo mi piace molto frequentare chi pratica e vive ogni giorno questa dimensione meravigliosa dello stare al mondo, la musica. Con la stessa logica, se e come posso, diffondo il verbo, così che anche altri possano andare a vivere la loro ora di magia! Non costa nulla, non è incredibile? 

Abbiamo una terza occasione e, per ora è anche l'ultima, di partecipare al ritmo di queste note spericolate, e succederà lunedì prossimo, 30 giugno 2025, ore 21:30, a Cupramontana!!! 




L'angolo del Link... ovvero, dove puoi andarli a trovare! 

LE BOLLICINE... 

1_http://www.lebollicine.it/  qui trovi le date aggiornate della Band. 

2_https://www.facebook.com/mircocerioni Pagina Facebook di Mirco, dove aggiorna le varie date e dove trovate le foto e i video dei fans, il giorno dopo! 

3_https://www.instagram.com/mircocerioni/ come sopra... 


CORPO BANDISTICO 

1_https://www.facebook.com/corpobandisticocastelferrretti Pagina Facebook per il Corpo Bandistico...

2_https://www.facebook.com/manolo.rango Pagina Facebook di Manolo, Direttore. 

3_https://www.falconarainlinea.it/banda.htm  Qualche info sulla Banda e la sua storia! 





 


venerdì 13 giugno 2025

Conosci Marsiglia?

 

Conosci Marsiglia?

Ci sei mai stato? 
Se si, sei riuscito a tornare, o un pezzo di te si è legato al colore locale e adesso non sai smettere di tornarci con la mente?
Conosco Marsiglia, da sempre, come "La città più pericolosa d'Europa" oltre che come la città di Montecristo, il conte! Dunque sangue e vendetta! Mi aspettavo scene truci, paura ad ogni istante - sono il tipo di "femmina" che si muove da sola, il che comporta, con simili premesse, un attimo di ansia. Ho trovato invece, una città solare, accogliente, coloratissima, da percorrere in ciabatte, a piedi, e senza dubbio, per quanto mi riguarda, lasciando l'ansia a casa, e con essa, al solito, il luogo comune, spesso distante dalla realtà, o forse no. 

Diciamo che a me è andata molto bene.
Oggi, lo sappiamo, non è pensabile viaggiare senza poi andarlo a raccontare sui soliti social.

Perché lo facciamo? Me lo chiedo sempre più spesso. Non trovando risposte sensate, parto con le comparazioni. I social sono come la vita? Se si, in che misura la raccontano e/o la deformano?

La foto che vedete, è difficilmente ascrivibile alla magnifica Marsiglia. 
A occhio, sappiamo solo che è un Murales, ed è incantevole.

Ho postato questa foto nel mio profilo personale Facebook (quelli come me, i "giovani", li chiamano "boomer" ... ancora con questo Facebook...). In cambio ho avuto ben... 5 pollicini :-) Non che sia un problema, ma è possibile che non si rimanga colpiti dalla bellezza di questo incantevole murales in zona Le Panier? Possibile che questa visione lasci indifferenti? 

Pare sia più che possibile.
Perché, mi chiedo, su quel dannato social, la gente interagisce solo se metto la fotina con la mia facciona? Non si capisce.

Stesso social, stessa foto, pagina dedicata a Marsiglia. Esito: 90 interazioni e svariati commenti.


Ecco dove m'è partita la comparazione con la vita e, dio non voglia, col lavoro! sono impazzita?!
No.
Io mi sento esattamente come questa foto.

Sono sempre io, ovunque mi presenti, ma gli altri mi "reagiscono" in modo a volte quasi antitetico, eppure sono sempre io! Cambia solo l'occhio di chi mi osserva, cambia il punto del marciapiede lungo il quale ci incrociamo, cambia il tasso di interesse col quale gli altri si accorgono che sulla terra ci siamo anche noi.

E noi, in tutto ciò?
Dobbiamo forse sbatterci come uova in terrina nella patetica speranza di essere "Visti"? No, non credo.
Noi, come questo bellissimo murales, siamo tenuti ad essere "bellissimi", perfettamente sincronizzati da un punto di vista cromatico. Puri al punto da attirare l'attenzione del più pigro dei passanti, ma è fondamentale che accada senza doversi far venire l'ernia da sforzo, altrimenti vale meno, anzi non vale affatto.

Questo murales mi ha presa dagli occhi, passando lungo le vie del convenzionale cuore, e mi sono detta che avrei dato qualsiasi cosa per saper realizzare un'opera così incantevole, così viva, luminosa, banalmente bella, anzi, bellissima. Quelle cose che, cammini, ti fermi e contempli.



Marsiglia nel cuore, insomma.

(Come sarà andata su LinkedIn? :-))) 
Luisa Lù

martedì 13 maggio 2025

One day, day one.

"One day, day one" 

Come a dire...

Un giorno, forse... quel giorno verrà. Se quel giorno poi dovesse arrivare, quello sarà il primo giorno. 

Gli spot ci viziano le orecchie. Funzionano. Lo dicono anche le neuroscienze, e loro sanno sempre ciò che dicono (sanno anche ciò che pensiamo, come e quando lo pensiamo).

"One day, day one" 

L'hai sentito  dire di certo da qualche atleta muscoloso e serissimo, in fase promozionale.

Il non detto, che però è un po' detto, è che ...sei tu che decidi. 

Good news, bad news!

Sei interamente nelle tue mani! Ti occorrono dunque mani enormi per reggere il peso di eventuali disastri e ripartire, chissà poi per dove.

Mentre penso a questo groviglio di astrazioni, mi cade l'occhio in cielo e rimango stordita, ammirata, quasi felice. Lo so, suona retorico, ma è reale.

La luna piena mi fa questo effetto. 

Sono lunatica, confesso.

Osservo la strada come fosse la prima volta che la vedo, ripasso uno ad uno i colori dell'ambiente, e all'improvviso mi rendo conto che cerco registi in ogni dove, da sempre.

 I film ci hanno viziato lo sguardo, ed è irrimediabile.

Lo chiamo "trance da setting", che significa, in pratica, rimanere male se non compare Danzel Washington dal nulla, col suo sguardo profondo mentre insegue i cattivi - ed a seguire, relativo spavento dei passanti - questo perché la scena si svolge di notte e la notte non ha senso se non hai paura mentre ti muovi da solo, sulle tue gambe.

Sembra tutto già visto, in un film, appunto; ma è chiaro che è un inganno. 

La rotatoria per gli automobilisti fa rima con la luna, rotonda anch'essa, però sono in pochi a guardarla. 

Quanta bellezza in quello sbiadito punto di luce naturale confuso in mezzo al colore freddo dei lampioni. 

Sembra romantico, se non ti trovi in mezzo alla strada, a piedi, da sola. 

Di notte, se sei donna e se cammini a piedi, potresti scoprirti vulnerabile per via del timore che ti creano gli istinti degli altri.

È noioso, ma capita. 

Il tipo che ti fissa da lontano con quegli occhi troppo onesti e il tuo respiro che tende a contrarsi, suo malgrado. 

Il tipo che ti parla, e magari vuole solo parlare, ma il respiro tende comunque a contrarsi, suo malgrado.

Il telefono fra le dita serve a dare l'impressione di non essere soli, anche se, di notte, se sei per strada, agli occhi degli altri, sei sola, dunque vulnerabile. 

Di notte si abbassano le difese immunitarie, si alza la sensazione di pericolo, diminuiscono le macchine in giro, e c'è sempre qualcuno ubriaco, proprio alle tue spalle, che sta lì, fermo, perché da qualche parte deve pur stare; come te, del resto, seduta su una panchina in attesa che il tempo passi, che l'autobus passi, che il tipo passi, e invece il tempo si è impuntato, il tipo ha deciso di sedersi a due passi da te e l'autobus è parecchio in ritardo.

La parte difficile, a volte, consiste nell' ammazzare la paura, mettendola a tacere. 

One day, day one. 

Serve un duro allenamento per non avere paura degli altri a pelle, "sulla sfiducia". 

Non c'è nessun regista in giro, ci sono solo i lupi da passeggio, gli ubriachi, con quel vuoto straziante negli occhi. Ci sono i ragazzi che urlano agitati e si muovono come scimmie.

L'aria odora di notte ed è umida abbastanza da sentire il mare, che non posso vedere, ma so che mi è vicino. 

Se finisci per strada, è perché ci devi andare, o perché non sai dove altro andare.

In entrambi i casi, c'entra poco con lo stare comodi o al riparo da lupi e da istinti primordiali. 

LUISA LÙ 

13.05.2025 ORE 01.27 su un autobus parecchio rumoroso e buio nel mezzo di una notte infinita, che poi naturalmente, finirà.


#Carnetdevoyage

#sansimages 

#danslarue 


sabato 3 maggio 2025

Beje tour 2025. Le Bollicine, Vasco Rossi tribute Band.

Cosa sai della gioia? 

Io so che non dipende da ciò che possiedo, da come mi vesto e da quante cose faccio all'ora. Della gioia so che mi ac-cade addosso a mia insaputa, è questione di istanti. La sento e capisco che c'è perché smetto di pensare a tutto ciò che mi spaventa. Divento allora il tempo che sto indossando, mi intreccio umanamente con chi mi sta vicino, abbasso il tasso di ostilità e non mi proteggo più perché, in tempo di Pace, spirano i nemici, perdono importanza. Evviva! (... e io sono viva) 

La gioia, quando mi accade, la rivedo nelle foto e la riconosco; ha dei tratti somatici che sono suoi. Io le presto soltanto i connotati. Le persone felici, facci caso, non sono brutte o belle, sono solo felici, e così arrivano a chi le guarda. Diventano persino contagiose, e non servono vaccini, al contrario! Ci si augura una sana pandemia, se il virus è la gioia. 

La gioia è bella finché dura; quando  finisce, la rivuoi. Funziona così. 

Bisogna così tornare sui luoghi del delitto. Nel mio caso, di solito, questi luoghi prevedono un palco, degli strumenti, gente che suona e gente che canta, passando per gente che balla. Dipende dal fatto che, se avessi assecondato la mia natura, io sarei quella cosa lì, ma non lo sono, e quindi mi occorre il sogno vero degli altri per ricordare la mia parte vitale, parzialmente sommersa. 

Il prossimo appuntamento con la gioia è previsto per domani, domenica 4 maggio a Senigallia, per la prima data del Tour estivo al mare per le Bollicine, Vasco Rossi Tribute band. 

Dove? 

lo scorso anno...


Lido Acquapazza, Lungomare Goffredo Mameli, 189. (Tel: 339 543 7467)  

Quando?

Domenica 4 maggio, pranzo e poi concerto, h 16:00, oppure concerto h 16:00. 

Il lido Acquapazza è un posto molto bello, con tanto mare attorno, sabbia sotto ai piedi e  birra da sorseggiare, ma non è obbligatorio! hanno anche altre bevande. Si può fare tutto ciò che si vuole.

Un attimo prima...

Teatro Concordia. Cupramontana. 26/04/2025 

La data Zero si è svolta il 26 aprile 2025, a  Cupramontana, nel fantastico Teatro Concordia. Beato chi c'era! E' stato splendido, come la canzone.  

Ma chi sono queste bollicine? 

Le Bollicine. 26/04/2025 Cupramontana. 

Per chi non lo sapesse, questa band è composta da un bel numero di persone, ovvero:  

  1. Simone Mondati, che si occupa in modo egregio della parte tecnica, dunque luci, montaggi, somontaggi, sbattimenti e coordinazioni tutte.
  2. Mirco Cerioni, che è la voce e l'anima delle "Bollicine", ovvero un progetto nato 22 anni fa, per una scommessa col destino che Simone e Mirco hanno deciso di tentare, su insistenza iniziale di Simone, che noi ringraziamo! Forse non pensavano di arrivare così lontani, ma è bello che ci siano riusciti a questi livelli! 
  3. Daniele Ganzetti, Tastiere. Fa parte del progetto dalla prima ora e, insieme a Mirco, esegue ogni tanto spettacoli di Voce e Tastiere. (sul sito ufficiale, di cui lascio riferimento a fine post, troverai le varie date) 
  4. Anna Greta Giannotti, Chitarra elettrica. Anche detta la First lady delle bollicine. Greta è una ragazza di grande talento, che ha suonato con artiste del calibro di Giorgia. 
  5. Andrea Giovannetti, chitarra elettrica storica della band. Dire che è "bravo" è  riduttivo. 
  6. Matteo Venanzi, basso & allegria. Raramente ho incontrato persone così giocose e simpatiche su un palco e nella vita. Tanta stima e simpatia :-) 
  7. Mattia Principi, Batteria portentosa. ultimo ad arrivare nel gruppo, è nato la notte in cui le bollicine venivano al mondo, tipo un destino, di cui siamo tutti molto felici. 
  8. Nicole Vestuto, corista, aggiuntasi quest'anno. ragazza di grande talento, di grande bellezza e di grande umiltà, con un bel curriculum, nonostante la giovane età! in bocca al lupo! 


Ci tengo a "Fare i nomi", ad indicare le persone, perché so quanto siamo distratti nelle nostre quotidianità rispetto al "Making off". Ci sembra spesso tutto facile ed immediato, invece fra questi nomi ci sono ben 22 anni di "mestiere", di situazioni più o meno facili, di intoppi amministrativi, di problemi tecnici, di Performances che, immagino, a volte siano andate bene, altre volte meno, e poi la magia della data Zero, a Cupramontana, dove tutta questa gavetta si è condensata in uno spettacolo perfetto ed emozionante, frutto di un lungo inverno di studio e programmazione. 

Che scaletta scegliere? Con che criterio? Non lo so, ma so cosa ho sentito. 

Cosa succede in città? 

"Siamo noi, siamo noi quelli più stanchi, siamo noi siamo noi che dovremmo andare avanti". 

E' musica? Politica? Attualità? oppure è soltanto una canzone? Chi lo sa? 

"Cosa succede in città? C'è qualche cosa si, qualcosa che non va". 

Sono solo canzoni, sento dire in giro, ma le canzoni hanno il potere di ricordarci chi siamo e come siamo messi. La società attuale ed i suoi deliri universali sono costantemente parte dello spettacolo, e lo trovo sensato oltre che necessario. Non so quanto sia "utile", ma so che è necessario. 

Nel mezzo della preparazione del  tour, è capitato un fatto di immensa gravità. 

Benedetta Blasi. Beje. 

Benedetta Blasi, "Beje" si è spenta in un ospedale di Ancona che confina col mare 

E' successo nei primi giorni di gennaio del 2025. Aveva poco più di 20 anni, ed una voglia enorme di vivere. Lei cantava, suonava, ed ascoltava le Bollicine tutte le volte che le era possibile. Era molto legata a Mirco, pertanto, questo evento sconvolgente non poteva essere archiviato a fatto personale. Il Tour è presto diventato "Beje Tour 2025", e così, per tutto il 2025, Beje sarà insieme a noi, ovunque le Bollicine si esibiranno. 

Mariangela Gianangeli. Beje Tour 2025. Cupramontana. 

A Cupramontana, Milena Gianangeli, che è la mamma di Beje, ci ha regalato una lezione di coraggio e forza che difficilmente dimenticheremo. Lei è salita sul palco ed ha suonato il flauto davanti ad un teatro pieno, sfidando il nodo alla gola, ed è stato quanto di più Umano mi sia successo da anni. 

Quello che ci succede non dipende quasi mai da noi, ma il modo in cui decidiamo di reagire fa la differenza in modi che spesso non riusciamo a concepire. Io credo moltissimo nel potere della "Porta aperta", o anche del "Muro rotto", del Ponte, di ciò che crea connessione piuttosto che astio, dolore gratuito e sofferenza cieca, ma non è sempre facile, non sempre è possibile. Milena l'ha fatto. 

Ciò che segue, potrebbe sembrare una forzatura, ma non lo è. 

Il suo esempio ci parla di guerra in Ucraina, di morti in Palestina ed ovunque la gente si ammazzi, perché contiene il valore alto della "resa". Lei ha testimoniato la "Resistenza" ai fatti grandi, ci invita, senza alcuna pretesa ad un nuovo punto di vista sulle cose.  

Chi non conosce figli e genitori che si scannano ogni giorno per ragioni francamente futili ma anche violente? ovvero tentativi di imporre confini, modi di essere e chissà quanto altro. 

 Beje non c'è più, e quella madre, insieme alla sua famiglia, hanno fatto ponte col passato, tenendolo in vita, senza vittimismo, senza recriminare nulla. 

Non accusano la sanità per eventuali mancanze, ma ringraziano per tutto ciò che hanno ricevuto. 

Non reclamano vittimismo per l'ingiustizia subita, ma ricordano che la vita comincia e finisce per tutti, ciò che conta è ciò che ne facciamo nel mezzo, fra la prima e l'ultima parentesi. Fare piuttosto che Parlare di fare. Esserci ogni volta che si può. 

Non c'è stato nulla di retorico, nulla di forzato. Tutto è andato esattamente come doveva. Siamo usciti da quello spazio di Concordia con l'impressione di aver partecipato a qualcosa di molto intimo e personale, qualcosa che ha incluso tutti, che un po' ci ha cambiati, in meglio.

Era un concerto. 

Era "Solo" un concerto? 

Risponditi da solo. 

Domenica, al mare, lo spettacolo sarà diverso, per forza di cose, ma lo spirito sarà lo stesso. 

A quanto ne so, Milena potrebbe essere di nuovo presente. 

Io ci sarò, perché devo molto a queste persone che da anni portano gioia nella mia vita per il semplice fatto di esistere e, come dico sempre, va inteso "senza scatto alla risposta". Non esiste obbligo o aspettativa di corrispondenza. E' così e basta. 

Ci andrò perché, in culo ai miei grandiosi e ventennali DCA, io ballerò come una matta, incurante del mio tondo corpo. (e non sarà facile, come forse può sembrare). 

Ci andrò per esercitarmi con la mia costosa Canon che uso a malapena e che mi crea un mezzo imbarazzo, ma adoro averla fra le mani. 

Ci andrò perché esserci è bello, e se anche  una sola persona decidesse di unirsi allo spettacolo dopo aver letto queste parole, io ne sarei molto felice. 

Fra muro e ponte, sceglierò sempre il ponte! tu?! 

Lo scorso anno, al lido Acquapazza. 



L'angolo del link. 

www.lebollicine.it 

Questo è il sito Ufficiale delle Bollicine. Troverai la scritta "sito non sicuro", ma stai tranquillo! è solo un errore tecnico. Il sito è più che sicuro. 

Mirco Cerioni 

Questa è la pagina Facebook di Mirco. 

Le bollicine. 

Qui trovi la pagina dedicata a le Bollicine 

Official Fans club, Le Bollicine. 

Se ti interessano gli artisti, li trovi ugualmente su Facebook e su Instagram. Li trovi digitando i loro nomi! 


Lido Acquapazza 

infine...












mercoledì 23 aprile 2025

Freedom time, Now!

 Non ci sono più i Post di una volta. Ma dove sono finiti? 

Instagram se li è mangiati,  Facebook li ha digeriti e il resto si è messo a scivolare a precipizio, ingoiato (col rutto e tutto) dalla apatica e bulimica "Cultura liquida" della quale, per definizione, non rimane un bel niente. 

Bisogna tornare dove le cose sembravano avere senso, almeno per i diretti interessati. 

Oggi ho sentito i sintomi, e mi è piaciuto moltissimo. Pensavo che per questa vita non sarebbe più capitato.

L'esilio è dannatamente spiacevole, soprattutto se capita a due passi da casa. 

Sto tornando  "a casa", unità di misura retorica fino alla nausea, e anche astratta. Mi sembra di annusare le ansie del salmone mentre si affanna contro mano, preoccupato per la  fame del suo piccolo stomaco e, più ancora, per la fame dell'orso e per la fame insaziabile del bipede vizioso. 

Ovviamente, Blogger è un pezzo di casa mia. 

Mi manca oltre ogni capacità di narrazione, la sensazione di un "Progetto", la cura del tetto, la pulizia quasi maniacale delle mie finestre, che servono a guardare Fuori, ma da dentro, e "dentro" non è una Reggia, non è un condominio, non è neppure lontanamente la vostra idea di casa. Sono solo "Stanze"  e sono letterarie, ormai impolverate. 

Che significa esattamente? 

E' tutta questione di arredi e relative comodità. 


Il tema del giorno? 

Laurynn Hill 


"Freedom, said it's freedoom time now". 

Ascolto per caso una canzone della Divina, incantevole, meravigliosa Lauryn Hill. 

La musica, se sei così fortunato da farti raggiungere da lei, di solito funziona più di tante pasticchine e goccine. 

Facevo cose, pensavo cose quando, dal nulla, è arrivata lei, con quella voce così "sua", e con una semplice chitarra che tiene il ritmo, e che ritmo. Ho sentito, dal nulla, la Libertà, non quella dei film, ma quella mia, preziosa e fondamentale. L'ho sentita fluirmi un attimo nel sangue e questo tipo di sensazioni merita di certo un "Selfy" letterario. 

Dio, se mi è mancata! 

Sono una Freedom-Addicted ma, ancora una volta, non come la sento raccontare in giro, abbruttita da volgarissime esigenze di mercato. "Libero", per me, non significa "solo", significa "Libero". 

Odio i cancelli, Detesto i "cancellieri" e quando, dal nulla, realizzo che la finestra è abbastanza aperta da far passare l'aria, che il sole è abbastanza lento da farmi un saluto prima di passare di là dalla collina, mi accorgo che sto "sentendo" la musica che ascolto e così, un istante come tanti, diventa il piacere dell'istante o, come lo chiamerebbe Joyce, un "moment of being" che si rivela e mi rivela l'intero universo. 

Esserci, qui e ora, ed appartenersi, nonostante tutto e tutti. 

La "Felicità" non la frequento, mi appare un prodotto pubblicitario che ha bisogno di desideri, di mete da raggiungere, di obbiettivi, di scalette, di podi a non finire. 

La Libertà, per quanto mi riguarda, è una sensazione calda come il piumino addosso in pieno inverno, è sentire di appartenersi fin dentro le budella, è sentire che i "Cancellieri", per quanto ci abbiano lavorato, non hanno cancellato un bel niente. 



I belong to myself and it's why I'm in the world. 



Everybody knows that they're guilty
Everybody knows that they've lied
Everybody knows that they're guilty
Resting on their conscious eating their insides


It’s Freedom
Said, it’s Freedom Time now
It’s Freedom
Said it’s Freedom Time now
Time to get free
Oh, give yourselves up now
It’s Freedom...