Spettacolo di danza del Nirvana club.
Teatro La Fenice, via Cesare Battisti, 19, Senigallia.
16 settembre 2017, dalle ore 21:00
Ingresso a offerta libera.
La costruzione di una stanza è un tema che ben si addice ad un luogo virtuale come questo, che con le stanze ha a che fare, e che delle stanze comprende l'importanza.
Il fine: Raccolta fondi per un orfanotrofio in Sierra Leone.
Responsabili del progetto: I compagni di Jeneba.
Spazi, tempi, luoghi e nessi.
La costruzione di una stanza è un tema che ben si addice ad un luogo virtuale come questo, che con le stanze ha a che fare, e che delle stanze comprende l'importanza.
Partendo da molto lontano, che
accadeva sul grande schermo nel 1990? Grandi cose, col senno
di poi, o almeno, cose rimaste nell'immaginario collettivo, oltre che in
videoteca. Qualche esempio...
Julia
Roberts, con la trovata della belle de nuit che si
accasa col miliardario, complice il filo interdentale in borsetta, si sarebbe
garantita tutta una carriera sul comodo andante, grazie anche ad un sorriso a
32 denti forse un po' troppo statico col passare dei secoli! Parlo di Pretty
Woman, naturalmente e del relativo Richard Gere, che ai tempi
faceva tornare in vita i morti...e un po' ci riesce anche oggi. Vero però, che
se la giocava con Kevin Costner, il quale, sempre nel 1990, usciva
con un filmone tipo Balla coi lupi, francamente bellino oltre
che del tutto dimenticato. Negli anni, l'attore è passato dal grande cinema
agli spot per le calzature Valleverde, e senza nulla togliere alla comodità del
plantare, diciamo che Richard se l'è giocata meglio su tutta la linea.
Se volevi
sentire un brivido lungo la schiena, nel 1990 andavi a vederti Misery
non deve morire, e capivi una volta per tutte che un' attrice hollywoodiana
può essere grande d'età e di stazza solo ed esclusivamente a patto di essere
eccellente come Kathy Betes. Vietato dissentire, naturalmente. Sul
fronte romanticismo che contorce le budella, c'era Revenge, Kevin,
ancora! e con lui una tizia che finiva male. Imbattibile quanto a raccolta
differenziata della lacrima corposa, c'era Ghost, col granitico
b-side di Patrick Swayze, pronunciato nei modi più originali che
uno potrebbe formulare, eppure, era di quelli che finiva col mettere quasi
tutti d'accordo sulla via del magone che non solo finisce male, ma inizia che è
già un dramma universale, e ti pareva? Per ridere c'era una comicità infantile
come quella di Mamma ho perso l'aereo, col quale mia nipote mi
torturò quei due anni buoni, pretendendo di guardarlo con una frequenza che
avrebbe scoraggiato anche i santi. Senza andare troppo oltre, il 1990 è
stato anche l'anno in cui Tim Burton ha dato la vita ad una
delle sue creature più sublimi, grazie ad un emaciato Jonny Deep, capelli
pseudo-punk, cerone bianco in faccia che faceva molto "Close to me"
dei Cure, e forbici al posto delle mani, nelle vesti di Edward mani di
forbice. Esiste qualcuno a cui quel film non sia piaciuto? lo escludo, e se
fosse, non lo giudico, anzi... un po' si.
Jonny
Deep era ai tempi un gran bel ragazzo in attesa di una gran bella
parte, e la ottenne quando Burton si accorse di quegli occhi così malleabili e
bendisposti ad una gamma di emozioni che vanno dal magone alla follia pura.
Seppe sfruttarli ovviamente, e non sono mancate occasioni per rinnovare il
patto emozionale, vedi il cappellaio matto di un'Alice per lo meno
psichedelica. Burton, quanto a lui, era un regista
stravagante, ansioso di non avere troppe rotture di scatole dall'establishment,
così si è creato una casa di produzione autonoma, e questo è stato il primo
film interamente suo. Nel cast c'è anche Winona Rider, ma è di Deep la scena,
idem per cuore e umore; è rispetto a lui che lo spettatore decide da che parte
vuole stare. Io sono rimasta con lui fino alla fine, affranta e sollevata al
contempo.
Il Nirvana Club e i suoi spiriti creativi hanno pensato di andare oltre la mera partecipazione dello spettatore, e si sono calati nella parte, decidendo di adattare questo film gotico e meraviglioso, facendone uno spettacolo di danza.
Una scena del film "Edward mani di forbici". |
Le coreografie sono state realizzate
da:
Lizardh
e
che si occupa anche della regia.
Le scenografie sono state realizzate dal team Nirvana
Club.
Certo, sono successe anche cose molto importanti nel 1990, una di queste ha
a che fare con un uomo che ritorna alla libertà dopo 28 anni di prigionia. Lui
è Nelson Mandela, la causa di tanta sofferenza, non solo sua, si
chiama Apartheid, una legge abolita nel 1991, poco dopo la sua
liberazione.
A questo punto della storia provo a mettermi nei panni del lettore, e
l'immagino sconcertato all'idea che si possano mischiare soggetti come Pretty
woman, Balla coi lupi, Edward mani di Forbice, passando per uno spettacolo di
danza, un'associazione Onlus, e pure Mandela! Si può in effetti, se parliamo di
argomenti che hanno un filo conduttore. Abbiamo uno spettacolo, che è il mezzo,
un orfanotrofio da sistemare, che è il fine, e tutto il resto se ne sta più o
meno serenamente in mezzo.
"Bisogna fare nesso, nesso senza precauzioni" dice Alessandro
Bergonzoni, che naturalmente, odia le citazioni. Fare nesso è, fra le
tante cose, una delle missioni dei Compagni di Jeneba. Cliccando sul link
che segue: -Sostieni un progetto- potrai leggere come
funziona questa Onlus, fondata da Massimo Fanelli con Monica Olioso. Intanto,
il 16 settembre c'è uno spettacolo da vedere, e sarà di certo piacevole visto
che il Nirvana a Senigallia, è una vera istituzione nel mondo della danza da
anni ormai. I fondi raccolti per la serata andranno alla realizzazione di un
progetto legato all'orfanotrofio a Goderich, in Sierra Leone.
"Quando il nostro Bockarie Daboh ci ha informati dell'esistenza di
questa struttura di minori diversamente abili, gestita da una signora
paraplegica, abbiamo fatto un'analisi dei bisogni e l'abbiamo adottata. All'inizio
non è stato facile. Quando li abbiamo conosciuti c'erano 20 bambini, che sono
diventati 18 perché 2 erano troppo malati e poveri per sopravvivere. E quando
abbiamo deciso di includere l'orfanotrofio fra i nostri progetti di sostegno,
siamo intervenuti sulla struttura e abbiamo poi cercato personale per garantire
assistenza ed igiene. Ora ci sono 26 bambini orfani con problematiche diversi,
ma tutti accuditi e seguiti dal nostro staff. Abbiamo bisogno di costruire una
nuova stanza per loro, per rispondere ai loro bisogni fisici ed educativi. A
volte i bisogni sembrano uguali, ma non lo sono. Quella stanza in più, per
esempio, che desidero per ospitare i miei libri... è nulla davanti al bisogno
di potersi muovere e fare e agire e apprendere di questi bambini che, fino a
poco tempo fa, mangiavano per terra, in condizioni igieniche indicibili. No, i
bisogno non sono tutti uguali. A Loredana Paparelli, Giorgia D'Emidio, a tutti
i fantastici coreografi e ai generosissimi ballerini del Nirvana... un immenso
grazie per voler regalare l'arte della danza ai nostri bambini. Perché ai
bisogni dobbiamo rispondere con la generosità e la bellezza."
Lucia Mazzoli - I Compagni di Jeneba-ONLUS.
In bocca al lupo, e in mano le pale per una nuova stanza.
Nb: Spero non me ne voglia, ma ho dimenticato di precisare che Monica Olioso è l'attuale presidente dell'associazione Onlus "I compagni di Jeneba"! E' lei che si occupa di tutto l'apparato organizzativo, aiutata da un team di supporters che si impegnano a tutto campo per la giusta causa. In bocca al lupo, e in mano le pale per una nuova stanza.
Max Fanelli ed Umuro. |
Il ragazzino nella foto, insieme a Max Fanelli, è stato per molti di
noi, la porta d'ingresso nel mondo di Jeneba e dei suoi amici. La vita non è un
film, direbbe l'ovvietà, ma questo post l'abbiamo impostato tenendo a mente
alcuni grandi classici cinematografici che raccontano alla fine un po' di noi, e così mi
è venuto in mente, guardando "la stanza" originaria di Umuro, una
storia che al cinema ha avuto successo proprio per l'epica che raccontava: Into
the wild, libro-film-storia vera, però Umuro non ha scelto di vivere in un
mezzo, almeno quanto Chris non intendesse morirci. Nel mezzo c'è sempre una
strada, o un fiume. Dipende dal caso, banalmente, dalla fortuna di trovarsi in
un posto o altrove.
Sempre dal sito dei Compagni di Jeneba:
Ubuntu significa "Io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti
siamo", ovvero "Come è possibile che uno sia felice e tutti gli altri
siano tristi?" L'ubunto esorta a sostenersi e aiutarsi reciprocamente, a
prendere coscienza non solo dei propri diritti, ma anche dei propri doveri. Da
questa filosofia nasce il nostro motto "Noi siamo il futuro che
vogliamo" -Max Fanelli.
Jeneba ...raccontata da Max Fanelli. Ho trovato via you tube, questo bellissimo video in cui Max Fanelli parla dei Compagni di Jeneba. Non avevo mai sentito la sua voce. Incredibile che possa mancarmi qualcuno che in sostanza, non ho mai conosciuto.
I biglietti sono reperibili:
- Al
Nirvana, con prenotazione di poltrona.
- A
teatro, la sera dello spettacolo, dalle ore 18:00.
- Scrivendo
a: info@compagnidijeneba.org
"L'anima del poeta vola nel suo cuore, l'anima del cantante vibra
nella sua gola, l'anima del danzatore vive in tutto il suo corpo" Kalil
Gibran.
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