mercoledì 16 ottobre 2019

"Silenzio"

Esiste un grande assente nel mio tempo ed anche nel vostro. Mi spiace, forse l'abbiamo perso per sempre.

L'immagine proviene dal sito: Pixabay

Se dico "Silenzio" a cosa pensi? 
Io penso ai Depeche mode "enjoy the silence", a Vercors e al suo:"Le silence de la mer". Penso anche a Scorsese che, di recente, ci ha regalato un film sul drammatico silenzio del divino, e che si chiama "Silence" anche lui. Poi penso a quel film, al ragazzo che vuole andare in Alaska, ma muore, insomma, pensieri rumorosi. 

E' che il silenzio, troppo spesso, si può dire solo a parole. 
Trova un bar nel quale puoi sederti con un libro, un giornale, o anche solo coi tuoi pensieri. Se ci riesci, fammi sapere, ti prego! io posso darti due dritte, ma sono luoghi rari, a volte scomodi. 

Un giorno, per esempio, sei seduto davanti al tuo computer. Devi scrivere qualcosa, ed è importante che questa cosa venga scritta in tutta concentrazione, e la concentrazione, forse non per tutti, ma per me passa per il silenzio. Perduto. Per sempre. Porca miseria.
Silenzio, dicevamo, però fuori i bambini giocano, urlano "Tana libera tutti!" e la maestra sussurra un timido "silenzio ragazzi!" ovviamente, nessuno l'ascolta. E' la loro ora d'aria. Sarebbe strano il contrario. Silenzio, gli ordino in silenzio, con la sola forza del pensiero. Basterà? mi chiedo. Certo che no. E' solo una forma di esaurimento nervoso, la mia, e dunque devo sentirmi come se avessi il potere di fermare il mondo e sistemarlo come serve a me, almeno per i prossimi cinque minuti. Silenzio, dicevamo.
Di sotto, i graziosi inquilini del primo piano, sposi da un anno, sposi e musicisti, musicisti da tanti anni, suppongo. Insomma, prima inizia lei con l'arpa, poi lui, col pianoforte. Sento la fatica dei miei neuroni, sento che si inceppano, che saltano a ostacoli perché provano a mettere insieme una frase, e quella si sfalda all'ennesimo urlo collettivo dei mammocci di fuori. Ho capito che urlare è liberatorio, ma vi odio, dannati esseri in miniatura. E poi l'arpa, che si intreccia alle urla e stride, quando sono le dieci del mattino. L'arpa produce un suono dolce, le ugole forsennate grattano tutto ciò che trovano. Insieme, questi suoni, creano dissonanze ingestibili per un qualsiasi sistema nervoso, soprattutto per il mio. Quindi il rimedio. 

Quale? La musica nelle orecchie! ovviamente. 
Un terzo rumore, possibilmente più alto degli altri due, conficcato nel cervello tramite provvidenziali cuffiette, per neutralizzare gli altri rumori. Presto, questo rimedio diventerà una causa, e l'effetto si chiamerà "acufene", ma per ora non è saggio pensarci. Un suono fisso nelle orecchie, ad ogni ora del giorno della notte. Voci indiscrete dicono che Dante pensò al purgatorio proprio per questo problemino dell'ultim'ora che gli capitò in un orecchio. Sono voci inventate, da me, ovviamente. Ai tempi di Dante c'era ancora l'educazione, o almeno, mi piace raccontarmela così. 

Ascolto, per volere di you tube, l'app, intelligente, che mi conosce molto meglio di mamma e papà, un brano che egli stesso ha scelto per me la volta scorsa, quando, per lo stesso motivo, ho cliccato "musica per concentrarsi".
Di che si tratta? 
Beethooven! che fa grandemente fico, ammettiamolo.

Il brano, per altro bellissimo, che you tube ha scelto per me, si intitola, nientemeno che... Silence! 
Enjoy!! 



Link sul tema: 

"enjoy the silence", Depeche mode 

"Silence" Martin Scorsese

"Into the wild" Sean Penn. 

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