sabato 12 giugno 2021

Peter Cameron. Cose che succedono la notte

Peter Cameron
Cose che succedono la notte/ What Happens at Night. 
2020.
Edizioni Adelphi. 

241 pagine. 7 capitoli. 
Traduzione di Giuseppina Oneto. 
Foto di copertina dal progetto Confederate moons, di Gregory Halpern. 
"In memoria di Eric Ashworth e Irene Skolnick con grande affetto"

Mia personale colonna sonora: Street spirit (Fade out), Radio Head.

"Miss Goering levò gli occhi al cielo, 
sperando ardentemente di vedere le stelle. 
Rimase ferma a lungo, senza mai abbassare lo sguardo, 
ma non riuscì a capire se le stelle ci fossero davvero, 
perché apparivano e svanivano così di fretta 
da sembrare una visione, e non stelle reali". 
Jane Bowles, Due signore per bene 

Libri e persone, così come persone e persone, a volte devono il loro incontro al caso, al sentimento del momento, o più banalmente, ad una simpatia istintiva che la frequentazione potrà in seguito confermare o deludere. Io sono giunta a Cameron per motivi, diciamo pure, autobiografici. Mi è capitato di lavorare di notte per tutto l'anno, di dovermi alzare a mezzanotte, come una Cenerentola contromano, così il tempo che, per tradizione, voi riservate ai sogni, io l'ho dedicato ai vostri di sogni, quelli materiali, che acquistate on line e che vi arrivano sotto forma di pacchetti, la mattina dopo. Sogni materiali, vostri al cento per cento. Io ho preso parte al meccanismo magico -se solo fossimo fiabe- che ha permesso a quegli oggetti di arrivare a voi. Le mie notti sono state pertanto, il luogo di gran parte dei miei eventi. Sono state ore in cui succedevano cose. Come resiste ad un titolo così evocativo? 

Altro motivo d'attrazione, l'inizio crepuscolare, in linea col titolo.  

"La sera scese con un'immediatezza snervante, come un sipario abbassato in fretta su uno spettacolo amatoriale andato nel peggiore dei modi. E poco dopo l'uomo si rese conto che il buio non era dovuto al tramonto del sole ma al treno, entrato in una fitta foresta dopo aver percorso distese di neve per l'intero pomeriggio. Gli abeti, alti e compatti, si stringevano intorno ai binari, simili a scolari accalcati davanti alla finestra della classe per vedere meglio uno spaventoso incidente accaduto in strada". 

Inizio crepuscolare, buio, poetico e quasi cinematografico. 

Amo i libri che scelgono di dividere i capitoli con semplici numerazioni, in questo caso, da uno a sette, come i giorni della settimana, quelli che, secondo leggenda, servirono al creatore per crearci. 

Plot per sommi capi. 
Una coppia di americani di cui non sapremo mai il nome, viaggia su un treno, diretta verso un nord Europa da definire, per adottare  un bambino. I due si tuffano letteralmente nella neve e riescono, non senza difficoltà, a raggiungere il Grand Imperial Hotel, ambiente d'altri tempi, luogo freddo ed  essenziale che ospita poche ed originali forme di vita, come accade spesso, forse per esigenze di copione, in tutti i libri e film che ambientano le loro trame in Hotel di questo tipo. Se stai pensando a Shining, direi che non sei troppo lontano dalla mia idea di riferimento. Idem per Gran Budapest Hotel, almeno per il setting. 

Livia Pintheiro-Rima, è la figura che, su tutte, ha catturato ogni mia attenzione. Quella donna potrei o vorrei essere io. E' vecchia abbastanza da potersi permettere il lusso della verità, così come della menzogna, passando per perle di saggezza che dispensa con ironia ed affetto ai due di passaggio, risultando, di fatto, il perno del loro cambiamento individuale e di coppia. 

Adottare un figlio, accettare una malattia, cercare soluzioni dove non ce ne sono, depositare il sogno ed arrendersi all'evidenza che non si avvererà. Cedere al sesso ed a tutte le cose che succedono di notte, quando togliersi i vestiti significa spogliarsi anche della maschera che di giorno indossiamo, e poi tornare. Non esiste viaggio che non preveda ritorno, cambiamento incluso, possibilmente, quando il sole si prepara a portare la luce sul mondo. Il libro è dunque un lungo viaggio di due persone su un treno, ai capi estremi del giorno e della notte, senza mezze tinte, durante un tempo che finisce in fretta e che pure sembra  non voler più finire. 

Non so bene se abbia senso consigliare la lettura di un libro a qualcuno. Le esigenze che ci muovono verso cose, idee e situazioni, rispondono spesso ad esigenze diverse. I nostri libri siamo noi. Quanto a me, un libro così vorrei leggerlo spesso. E' un'opera letteraria che somiglia alla mia idea di opera letteraria, pertanto si tiene sulle parole più che su complicati intrecci e situazioni. E' un'opera suggestiva, introspettiva, di confine, di un'onestà che invoglia a vedersi con onestà, magari di notte, mentre si viaggia in macchina per andare a smistare due pacchi, o chissà per quale altro motivo, ascoltando i Radio Head. Street spirit, e niente altro. 

Qui di seguito, una riflessione da parte di Livia Pintheiro-Rima, indirizzata all'uomo di cui stiamo leggendo le sorti, al futuro padre che sarà, ma anche a tutti i lettori. 

"...Da giovane, quando ero agli inizi ... e anche in seguito, quando giovane non lo ero più, per quasi tutta la vita, in pratica, ho desiderato fare l'amore con chiunque incontrassi. Certo, non proprio con tutti, ma con tanti si, uomini e donne. In un certo senso mi sembrava un delitto essere viva, essere su questa terra, senza fare l'amore con tutti. non ero ninfomane, no. Il fatto è che vedevo con una chiarezza devastante le ferite che rendevano gli altri degni d'amore, vedevo in loro quel meraviglioso spazio sacro che aveva bisogno di carezze. E una volta che hai visto queste cose, è difficile non amare chi hai davanti, uomo o donna che sia. Almeno, era difficile per me. Fece un'altra pausa, ma poiché l'uomo continuava a tacere, riprese: Capisci, ho paura di morire dentro. Certo, con te non posso fare l'amore, lo so, razionalmente lo so, ma in me c'è qualcosa che non va. Questo dovrà pur contare. Dovrà  pur valere abbastanza. Questo cosa? chiese l'uomo. Questa cosa qui, starsene seduti insieme qui in macchina. Dovrebbe importare, dovrebbe contare qualcosa. E non è così? chiese lui. Forse si. E' la storia della mia vita: questo conta, tutti i momenti tranquilli come quello che stiamo vivendo contano, ma noi vogliamo solo scopare e raccogliere gli applausi, crediamo sia questo l'importante, e solo alla fine capiamo che è vero il contrario."  Pag 205. 

Ed anche...

"...A volte penso che tu non mi ascolti. So che è il prezzo da pagare per chi parla troppo. Le persone smettono di ascoltarti, ma io preferisco parlare e non essere ascoltata, piuttosto che non parlare affatto. Almeno tiro fuori tutto. Che intendi dire? che tiro fuori le parole, i pensieri, i pensieri, le idee. Se non le esprimi, che senso hanno? muoiono insieme a te. Invece quando li esprimi sono nel mondo. Chi lo sa cosa accade ai suoni? Noi pensiamo che scompaiano, ma potrebbero benissimo continuare a vibrare, restare sospesi nell'universo, e magari fra cento milioni di anni, qualcuno e qualcosa ne percepirà la vibrazione, magari sentiranno per filo e per segno quello che ti sto dicendo adesso. Ma che idea orribile, disse lui. Pensa che frastuono. Secondo me sarebbe meraviglioso. Come un'orchestra che accorda gli strumenti prima di un concerto. Adoro quel momento. E' un momento pieno di speranza. La musica in sé a volte è così prevedibile"  Pag. 229 

Naturalmente, mi sono recata in libreria, in cerca di altre opere di Cameron. Ora sto leggendo "Un giorno questo dolore ti sarà utile". Ne parlerò appena possibile anche qui. 

Qui di seguito, la lettura dell'ultimo estratto che ho proposto, da Sergio Carlacchiani, che trovate su you tube, al link di riferimento.  

Alcuni link di riferimento: 
Shining.  (Trailer del film) 
Grand Budapest Hotel. (Trailer al film) 

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