lunedì 30 maggio 2022

Niente di vero. Veronica Raimo.

 "Ho sempre avuto un'ambizione posticcia e approssimativa. 
Coltivare un sogno, alla lunga è noioso quanto coltivare un orto"
 Pag 151. Niente di vero. 
Veronica Raimo. Niente di vero, edizioni Einaudi. 2022. 163 pagine. 
Colonna sonora personale: i suoni della natura, dalle parti del mare, a un passo dalla spiaggia, incuso gli uccellini bulimici in cerca di cibo.

Mi piace che i libri letti conservino il sapore del caffè e l'odore del mare, alla maniera delle poetiche sinestesie, e mi piace l'idea di visualizzare ad alta voce un percorso immaginario che è solo mio, fra l'ora in cui ho deciso di portarmi un libro a casa e l'istante in cui quella storia mi è finita fra le mani per via dell'inevitabile fine corsa o capolinea, anche detto "ultima pagina".

Mi chiedo spesso per quale motivo mi ostini a scrivere impressioni su alcuni dei libri che leggo e su ogni altra cosa. Forse continuo a farlo  per costringermi ad un esercizio di riscrittura sul già scritto, tipo una staffetta fra autore e consumatore a tratti consumato dalla propria idea del consumo di quel che sia. 

E' facilissimo trovarsi incastrati in pareri che non hanno molto a che fare con l'idea che stava dietro agli intenti della creazione. Mi chiedo a quel punto, come si senta lo scrittore. Frustrato? O forse è già altrove? e io, ho capito quello che andava capito? 

Fra la Mondadori, che è dove ho acquistato il libro, e l'ultima pagina letta,  ci sono dieci minuti a piedi dalla città verso il mare, sette caffè ed un prosecco. La deviante alcolica l'ho inaugurata a metà del libro precedente, "Atti osceni in luogo privato. Marco Missiroli" e mi è piaciuta, ma è importante farlo quando gli eventi esigono un approccio più partecipato. Niente sbornia, solo un brindisi alla scelta. 

Se è vero che ciò che attiene alla biografia si nutre di "verità" ameno negli intenti, abbiamo verificato tante volte il bisogno da parte degli autori, ma anche di tutti noi, nella vita di ogni giorno, di abbellire, trasfigurare, trasformare in verosimile se non proprio inventare gli eventi narrati al punto da risultare  credibili, e così può capitare che un romanzo di formazione, si concentri sulla de-formazione, su ciò che ha incrinato la linea dritta che, a volte, gli adulti non si preoccupano neanche di illustrarti, tanto pensano che non ti appartenga, soprattutto se a casa c'è qualcuno che sembra più brillante di te. 

Non ho mai sentito il bisogno della veridicità della storia, a me basta che sia scritta in modo incisivo ed interessante, e che sia quanto più onesta possibile. 

Si insinua spesso fra le righe, un improvviso momento di ilarità ed imbarazzo, perché se la gente ride fissando il telefono, nessuno ci vede niente di strano, ma se uno ride leggendo, un attimo viene notato, e si, Zerocalcare l'aveva detto, ma non è questo il punto e neanche la virgola. Il ridere, intendo... 

Sii te stesso, sempre! recita il noto slogan di successo.
Il problema è che "te stesso" non esiste, ma chi si prenderà la briga di informarti sui fatti? E' tutto un lavoro di costruzione di ponti, strade e sentieri nel mezzo di proiezioni  che la gente ci tira addosso dall'anno zero. La maestra, mamma e papà, nonna, gli zii, il fidanzato, il passante, e noi  assorbiamo o respingiamo, a volte mescoliamo, e finiamo col ricreare un'immagine del nostro essere che raramente somiglia davvero a ciò che siamo, anche se vorremmo pensarci con dei confini esatti addosso.

La Arnoux che mancava in Italia, leggo. 
La Arnoux non l'ho letta,  non ne ho mai voglia perché tutti mi dicono che mi piacerebbe moltissimo, però la Raimo si, e mi è piaciuta la sensazione di lontana sorellanza con una persona che rifiuta di farsi scattare la foto col vestito della festa e quasi si compiace di venire sfocata, per il gusto di non voler somigliare a chi in uno scatto vuole vedere la  posa precisa ed immacolata, sapendo benissimo di essere  davanti ad un obbiettivo professionale. 


"una persona sentimentale pensa che le cose dureranno, 
una persona romantica spera disperatamente che non durino". 
Pag 159 Niente di vero. 













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