sabato 29 novembre 2025

Ezio Bosso: The 12th Room - Teatro Sociale Gualtieri, 30 luglio 2015

Il mio Blog si chiama "Le stanze letterarie". Si tratta di uno spazio virtuale nato al quinto piano di uno stabile in Rue Rodier, a Parigi. Accadeva a luglio del 2009, nel mezzo di un tempo dilatato fra la perdita di mio padre e la nascita di un amore folle per Parigi "Mon Paris", che significa "La mia Parigi" ma anche "La mia scommessa", se tolgo la "s" finale - In ogni caso, la pronuncia è identica-
Da allora sono passati sedici anni, e li ho riempiti di parole che non sono "alte" neanche la metà rispetto alle note di Ezio Bosso, ma non credo sia importante. 

Il caso questa sera mi ha portata dentro Le dodici stanze di Ezio Bosso ed ho provato una sensazione di piacevole "appartenenza". Mentre scrivo e riscrivo queste parole, lo ascolto dal video che ho scelto di allegare al post. Mi parla della stanza di Emily Dickinson. La stanza "dolce amara". 
Possiedo più di dodici stanze in questo Blog, ed in ognuna di esse, se servisse, avrei una sedia ed un pianoforte per questa splendida creatura del passato, che ancora vive nelle sue note e nella nostra memoria.
  

Ho scoperto che io ed Ezio Bosso, abbiamo in comune l'anno di nascita. Il 1971. 

Mi diverto spesso a darmi un tono elencando le infinite produzioni artistiche di quell'anno magico, poi però rovino tutto citando una massima di Pascal, che contrapponeva l'infinitamente grande ed il suo contrario. A me è toccata la parte "Piccola", ed il motivo è che a qualcuno doveva pur toccare quel noioso cono d'ombra. Se esistono le grandi città, devono esistere anche i paesi minuscoli, e per ogni mente geniale, ne servono tante ordinarie. Siamo sempre vissuti su questi estremi. Bisogna accettare il proprio posto nel mondo. Si soffre meno. 

Ezio Bosso nasce il 13 settembre del 1971. Un mese dopo, John Lennon ci avrebbe regalato Imagine, una canzone che fatico a definire. 

“Prima di tutto bisogna pensare a volare, poi si vola. Concepire l’idea è la prima mossa.” J. Lennon

La sua canzone aveva concepito la Pace, ed era successo con un pianoforte, una voce e due teste. Mentre questa grandiosa utopia si spandeva lungo le vie del mondo, in una culla di Torino dormiva e vegliava un neonato destinato a diventare un grande pianista, che allora non poteva saperlo, anche se qualche premessa forse c'era. 

Sento dire di continuo che ognuno si afferma in base al suo valore, ai suoi meriti, ed è certamente vero. Mi chiedo però chi sarebbe diventato Ezio Bosso se quell'anno, la cicogna l'avesse lanciato nel mio paese, nella mia culla, al posto mio, appena un giorno dopo la nascita di Stairway to Heaven (8 novembre lei, 9, io. Pascal, nel mezzo.) 

Non ho avuto zii musicisti. I miei zii erano migranti e così mio padre. Nelle mie vene c'è la malinconia di chi non se ne vuole andare ed al contempo non può restare. Ezio Bosso a quattro anni iniziava a familiarizzare con la musica, perché una sua prozia era una pianista e suo fratello era un musicista anche lui. Le mie stanze erano fatte d'altro. 

Giovanissimo, talentuoso, studente al Conservatorio, che è ancora oggi l'unità di misura dei professionisti della musica, a sedici anni si esibiva già a Parigi e poi in giro per l'Europa. 

Avrà fatto caso a questa storia di Imagine? Spero di si. Mi piace l'idea.

Il 14 maggio del 2020, quando aveva 49 anni, Ezio Bosso ci ha lasciati, dopo anni di lotta contro una malattia autoimmune, con tutto ciò che la cosa ha comportato. 

Ascoltarlo suonare mi rende partecipe, ascoltarlo parlare mi incanta per via della sua dolcezza, per la sua intelligenza, per l'ironia che dimostra anche nel video che ho scelto di condividere. Vorrei che fosse ancora con noi, e il solo modo che conosco per riportarlo qui, è di ascoltare la sua musica e parlare di lui, nei limiti del mio possibile. 



Le stanze del mio blog, prendono a prestito l'unità di misura fondante della poesia, "Le stanze" e poi si estendono alle stanze di Virginia Woolf, una scrittrice che tutte le ragazze hanno amato ad un certo punto della loro vita. 

La mia stanza, quella dove dormo, è piccolissima, ed è piena di libri. Lo dico con fastidio. Detesto i feticci di quel che sia, anche se alcuni li ho anche io. Per anni, la mia stanza l'ho pensata come un nido, e non sapevo separarmene senza sentirne la mancanza. 

Le mie "carte" non erano previste, forse per questo ci sono così legata. 

Il mio blog poteva chiamarsi solo così come si chiama. 

Le stanze sono, per me, luoghi chiusi, a tratti asfissianti, ma come dicevo, è importante l'arredo, la finestra, il punto luce, le vie di fuga e si, ogni stanza ha la sua metafora, e la metafora è poesia. Ecco perché mi piace che Ezio Bosso stia qui insieme a me. 

La parola stanza significa fermarsi, ma anche affermarsi. È una parola così importante; eppure, non ci pensiamo mai […] Sono così comuni nella nostra vita che le releghiamo ad essere vane chiamandole Vani. O le asserviamo chiamandole Camere. Le stanze dove si impara le chiamiamo aule. Che bel nome. Vuol dire libero, pieno di aria"

Noi uomini tendiamo a dare per scontate le cose belle. La vita è fatta di dodici stanze: nell’ultima, che non è l’ultima, perché è quella in cui si cambia, ricordiamo la prima. Quando nasciamo non la possiamo ricordare, perché non possiamo ancora ricordare, ma lì la ricordiamo, e siamo pronti a ricominciare e quindi siamo liberi”. Ezio Bosso sul palco del Festival di Sanremo 


In questo link trovi un bell'articolo dedicato ad Ezio Bosso.


Luisa Lù.


giovedì 27 novembre 2025

Tutti insieme per Beje. 7 dicembre 2025

Domenica 7 dicembre, Benedetta Blasi, per tutti “Beje” avrebbe compiuto ventun anni, e sappiamo bene quanto sia stata speciale la sua esistenza, quindi la festeggeremo e la ricorderemo con uno spettacolo dedicato a lei, come è giusto che sia! 

Per puro caso, l’evento si svolgerà all’insegna di una specifica lettera dell’alfabeto, ovvero la “M” …M di Musica, a Moie di Maiolati Spontini… ma non è finita qui, e posso dimostrarlo :- )

Inizio dalla "M" di Milena, la Mamma di Beje!

Ho conosciuto Milena alla fine di un fantastico concerto delle nostre amate Bollicine. Era la data Zero del “Beje Tour 2025” ed eravamo a Cupramontana.

Il teatro Concordia era pieno zeppo di gente. Faccio fatica a raccontare alcuni momenti di quella serata, perché sembrava che il tempo si fosse “Riempito” di tutti noi mescolati a qualcosa di più grande rispetto alle nostre quotidianità. Qualcosa di indefinibile ed immenso.

Milena è salita sul palco per suonare il flauto con la Band, la canzone: “Vivere… è passato tanto tempo”, l’ha scelta Beje. Nei fatti erano passati solo pochi mesi da quel triste momento, e c’era tanto di cui soffrire e tanto da omaggiare. 

I pensieri di noi spettatori sembravano impigliati ai pulviscoli sospesi nell’aria, mentre guardavamo le immagini di Beje sullo schermo ed ascoltavamo la sua voce limpida che ci diceva, guardandoci negli occhi:

“Fate della vostra vita una storia luminosa e straordinaria” .

Se ci venisse in mente che, in fondo, aveva solo vent’anni, e che quegli entusiasmi a vent’anni è lecito averli, la risposta ce la dà Brunori Sas, ed è definitiva:

 “…Avere vent’anni o cento, non cambia poi mica tanto, 

se non riesci a vivere la vita com’è”.  

Beje ha saputo vivere le sue ore, la sua malattia, il suo destino, e non tutti ne sono capaci. L’accettazione è la parte più difficile del nostro vivere quotidiano.

La seconda "M", appartiene a Maurizio Socci. Di lui conosciamo la passione e la professionalità con la quale, da anni, ci racconta tramite ETV Marche, ciò che accade nelle Marche. Maurizio condurrà il pomeriggio dedicato a Beje, e ne siamo molto felici!


La terza "M" è legata alla Musica, ovvero al Violino di Marco Santini, Maestro violinista, che non ho mai avuto il piacere di ascoltare, ma so che sarà bellissimo!

La quarta "M" e la quinta, sono di Mirco Cerioni e Simone Mondati, rispettivamente voce e tecnico del suono della nostra cover band del cuore: Le bollicine. 

A loro, come ho già detto, dobbiamo il "Beje Tour 2025" fra le cose più belle che ci siano capitate quest'anno. 

Non riuscivo ad immaginare come avrebbero trovato il giusto equilibrio fra argomenti immensi e la necessaria leggerezza richiesta ad un concerto rock, ma ci sono riusciti ben oltre le nostre aspettative.

Beatrice, Benedetta, Mirco e Milena.


"Fate della vostra vita una storia luminosa e straordinaria" 

...è diventato lo slogan di Beje anche grazie alla puntuale ripetizione del “momento Beje” ad ogni concerto, grande o piccolo che fosse, e noi non lo dimenticheremo.

Mirco e Simone saranno presenti allo spettacolo del 7 dicembre, e ci regaleranno qualche brano di ottima musica, che scopriremo sul momento, e non vediamo l'ora.



Infine…

Dalla "M" di Medici, saltiamo alla "F" di “Fondazione Ospedale Salesi di Ancona”, alla quale dobbiamo tantissimo.

I membri della Fondazione Salesi accolgono, accompagnano, sostengono e provano ad alleggerire un impegno gravoso quale è assistere una persona cara che sta male, in questo caso, ricordiamolo, si parla di bambini!

Basta guardare un TG per capire a che livello ci siamo affezionati, o forse infezionati rispetto alla narrazione esasperante di tutto ciò che manda a male le nostre società, e così finiamo col dimenticare le parti nobili e necessarie nelle nostre vite, ovvero le persone grazie alle quali, la parola "umano" non somiglia solo ad un abominio (vedi TG di qualsiasi ora).

Dobbiamo tantissimo a chi, ogni giorno, sceglie di fare quei dieci passi in più verso l'altro, in questo caso, ribadisco, l'altro è un bambino, pertanto dovremmo essere presenti tutti quanti alla festa di compleanno di Beje, perché sarà un modo per celebrare la ragazza bellissima, sensibile, intelligente che era,  ed il regalo sarebbe quello di aiutare altri ragazzi e ragazze che ogni giorno vivono in bilico fra paure e speranze lungo le corsie del Salesi.

Grazie al Salesi, e grazie alle persone sopra elencate, che offriranno le loro abilità artistiche e professionali per una causa così tanto importante.

Domenica 7 dicembre 2025, ore 17:00 a Moie di Maiolati Spontini!!

 Il Salesi ha tante piccole Beje di cui prendersi cura, e per questo ha bisogno di altissima competenza medica, che purtroppo non basta. Serve anche il nostro sostegno. Bisogna avvicinare le "distanze"; ed ecco la nostra occasione!

Il 7 dicembre, alle 17:00, presso l'Auditorium del Polo Scolastico M.L.King di Moie di Maiolati Spontini, festeggeremo Beje ed il privilegio di averla incrociata, ognuno a modo suo. 

Ricordiamo di prenotare prima dell'evento!

 

La Prenotazione è obbligatoria, e va effettuata presso la FONDAZIONE SALESI, Tel: 071 5962850 tutti i giorni:

Mattina: da lunedì a venerdì, dalle ore 09:00/13:00

Pomeriggio: lunedì e giovedì, dalle ore 14:00 alle 17:00

Ingresso a donazione libera.

Chi desidera contribuire, può farlo anche tramite bonifico al seguente IBAN: IT78K0306902609100000005545

 

Ci vediamo lì!

Qui di seguito, il link al sito ufficiale della Fondazione salesi, per seguire le loro attività:

https://www.fondazioneospedalesalesi.it/

 

 


lunedì 13 ottobre 2025

"Crazy Djembe" Storia di una lunga storia...

Corso di Percussioni e Danze africane, a Fano ed a Senigallia

Link a fine pagina!!

Ph. Riccitelli Luisa, presso Crazy Djembe- Senigallia. 

Vi racconto la mia nuova avventura dalle parti del... Djembe, partendo dal principio, naturalmente!

                                                           💖💖💖

Negli anni Novanta, frequentavo il Crazy Dance. Era una scuola di danza moderna, molto in voga a Senigallia e non solo. 

Il mio era un fanatismo importante, visto da qui. Vivevo tutto il giorno in attesa di quelle tre ore. A guardarmi oggi, non se ne ha il sospetto, eppure ero fissata su alimenti e rigori del corpo, che comandavo a bacchetta. Per tutto il giorno ero una segretaria, ma vivevo in attesa che scoccassero le ventuno. 

Dalle nove fino a mezzanotte, dentro a quelle stanze magiche, mi sembrava che le ore avessero senso. Avevo senso mentre mi intrecciavo alle note, muovendomi con loro e sentendole addosso. Era molto di più di andare a danza, era cercare un ritmo di vita, era scrivere una coreografia personale sul proprio vissuto.  Non era come adesso. Le foto erano pochissime e di circostanza. Per ironia, una delle poche che mi sopravvive, riguarda le prove generali di una danza che, in qualche modo, si voleva africana. 

Souvenir. 

Il tempo si è portato via cose più o meno belle. La scuola ha cambiato sede ed identità, proseguendo con eguale e meritato successo (Planet Fitness) io invece ho cambiato strada, tipo una sterzata sul ghiaccio, e addio Crazy dance. Gli addii sono romantici, sicché uno rimane legato all'idea di ciò che era e che, per forza di cose, non sarà più. 

Vero anche che, ciò che inizia col "Crazy", non si cancella solo perché hai cambiato strada. Gli istinti alla vita sono cose che non si cancellano per fortuna, e la danza era il mio istinto, la mia vita "profonda".  

Ph Riccitelli Luisa. Crazy Djembe Dance Class. Senigallia. 

Penso sia stato l'eco della parola "Crazy" a mettermi sulla strada di questa nuova aula, ma l'ho capito solo ieri, perché solo ieri ho realizzato che questi due viaggi iniziano con la stessa parola. Ed ecco dunque che, Dal Crazy Dance al Crazy Djembe, è stato un attimo lungo appena trent'anni, ma chi li conta? 

Le dinamiche della "Classe" rischiano di spaventare una che per trent'anni si è abituata ad un approccio totalmente autonomo su qualsiasi disciplina. Sono andata alla lezione di prova per curiosità. In zona parcheggio ho avuto voglia di andarmene perché mi sentivo mia nonna intrappolata nel corpo di mia nipote e non sapevo se portarmi o andarmi a prendere, come fanno i nonni, o se dovevo partecipare senza viaggi mentali.  

Sono andata alla fine, e ci ho trovato tutto un universo che in parte avevo presentito. Mi sembra che li dentro siano tutti bellissimi, perché nessuno cerca di somigliare a qualcosa. Vedo identità che cercano una loro armonia, come dovremmo fare tutti, e mi piace essere lì. 

Sono alla mia terza lezione e continuo a sentire cose prima ancora di pensarle, e per come sono io, non è  male.  

Di solito, nel mezzo delle esecuzioni, mi cade addosso una sensazione che definirei "Di ritorno". Mi sembra infatti di tornare da un posto dove ero già stata, e ci ero stata bene. La continuità dei ritmi crea anche un effetto simile a un estraniamento, ma in senso positivo. Bisogna pensare solo al tempo. 

Non servono studi per capire come mai sia così in auge la disposizione "A cerchio" in varie discipline. Il cerchio comunica continuità, appartenenza, unità, e immagino ci occorra più di quanto possa sembrarci. 

La sensazione di armonia che si respira, deriva dal fatto che un numero importante di mani battono all'unisono su delle pelli tese, producendo un  suono ancestrale, che anche i primi uomini sulla terra producevano e sentivano, esattamente come lo sentiamo noi. Trovo miracoloso che si riesca a farlo insieme nonostante ci siamo visti soltanto tre volte. 

La sensazione di "staccare" completamente dai propri meccanismi mentali, dai problemi a casa, dai problemi in macchina, dai problemi tutti. In quel lasso di tempo, bisogna emulare un gesto per produrre un suono e deve essere un suono che somigli a quello degli altri. Ciò comunica un importante, un irrinunciabile senso di "comunità", ben oltre la metafora. 

Di recente vado poco al cinema, ma per anni sono stata una che viveva nel chiuso di quei luoghi bellissimi, sicché alcuni film mi si sono incollati addosso. Uno di essi, e ci penso tanto in questi giorni, è senz'altro: 

 "The visitor" tradotto; "L'ospite inatteso", del 2007. 

"The visitor". 2007 di 
Tom McCharty 

Guardando questa semplice immagine, si ha già un'idea, una sensazione piacevole. 

La trama, a grandi linee: 

Un uomo, rientra a New York per motivi di lavoro, dopo lunga assenza, e trova il suo appartamento occupato da una giovane coppia di migranti irregolari. L'uomo decide di ospitarli lasciando loro il tempo di trovare una nuova sistemazione. Il ragazzo intanto gli  insegna a suonare il Djembe, riportando nella vita di un accademico stanco e vedovo da cinque anni, "il ritmo" che la cattedra non sapeva più dargli. Come sempre nella vita, sono gli incontri a cambiare le persone. 

(Gli accademici praticano quasi sempre un approccio frontale: da una parte il docente, dall'altra, gli studenti.) Il Djembe si suona  invece a circolo, tutti insieme, tutti sulla stessa linea: chi insegna come chi apprende.)

Il finale del film è tristemente simile ai fatti di storia attuale...Al netto di tutto, quest'uomo non ha più smesso di suonare il Djembe e io non l'ho mai dimenticato. 


Ph. Riccitelli Luisa. Matteo Luzi, insegnante di Djembe. 

Torniamo a noi: 

Il ragazzo nella foto è Matteo Luzi, e si impegna con passione e metodo nel suono e nell'insegnamento dello Djembe.  Insegnante delle danze africane, è invece il bravissimo Bifalo Kouyate che puoi vedere nella foto precedente. 

Se desideri provare una lezione, c'è ancora tempo! 

Le Lezioni si tengono il Martedì a Fano e il Giovedì a Senigallia. 

Logo Crazy Djembe. 


Per ulteriori info: 

Crazy Djembe: Link alla pagina Facebook.

Crazy Djembe: Link alla pagina Instagram.











mercoledì 10 settembre 2025

"Beje Tour" a Castelplanio il 12 settembre 2025

Vivere, è passato tanto tempo... 
Benedetta Blasi. "Beje". 
E pensare che domani sarà sempre meglio... 


Venerdì 12 settembre, ore 21:00,Castelplanio AN...
"...Care le mie Super effervescenti Bolle del💖un altro weekend sta per arrivare e noi non ci faremo trovare impreparati. Due saranno gli appuntamenti di questo fine settimana a cui non potrete mancare.🎈Si parte Venerdì 12 Settembre, alle ore 21:00 🎈 a Castelplanio, anzi per la precisione, Macine di Castelplanio (AN). Saremo ospiti della Manifestazione "Batti il Cinque" Festa dello Sport e delle Associazioni al Parco Ghandi.  Per noi non sarà una serata come tutte le altre, questa volta ci sarà un qualcosa in più che già a distanza di qualche giorno iniziamo a percepire 😪 Il Parco Ghandi, dista praticamente 100 metri dalla casa in cui è vissuta la nostra "BEJE" (Benedetta Blasi) a cui abbiamo dedicato come ben sapete il nostro intero Tour 2025. Capirete che l'emozione è tanta e che ci piacerebbe anche che voi, cari amici, possiate partecipare in massa, per omaggiare la nostra Piccola Stellina 💫 che ci ha guidato dall'alto per tutto il nostro cammino Estivo. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro, se non che funzioneranno Stand Gastronomici con le migliori prelibatezze della zona e che potrete quindi essere con noi già dalla cena. Vi aspettiamo" Mirco Cerioni.

Il "Beje Tour 2025", è un ambizioso e fantastico Spettacolo che si è svolto nel corso dell' estate su palchi di ogni misura e location. Tutto ha avuto inizio presso il Teatro Concordia di Cupramontana, il 26 aprile, e da lì, è stato un susseguirsi di date al mare, in collina ed anche in montagna. 

Ai nostri occhi cambiavano i colori degli ambienti, ed il clima è stato torrido, ma anche clemente, a volte piovoso, quasi mai troppo invalidante. 
La partecipazione del pubblico è stata sempre molto affettuosa e costante, e questo segna il successo del progetto. Le Bollicine, fino alla fine, sono state animate da un grande desiderio, ovvero rendere omaggio a Beje, ad ogni singola data, dimostrando che si può stare "leggeri" anche con abiti  "pesanti", e questo è Beje che ce lo ha insegnato. 
La perdita di qualcuno rappresenta un fatto terribile, lo sappiamo tutti, e allora, ciò che si poteva fare per Milena, Damiano e Beatrice, era cantare il ricordo di qualcuno che fisicamente è altrove, ma con lo spirito è ancora con noi, e con noi rimarrà anche alla fine di questo lungo viaggio fra luoghi ed emozioni, mentre il mondo serenamente impazzisce, abituandoci a normalizzare oscenità che, di norma, non andrebbero tollerate neanche cinque minuti. 
C'è qualcosa di indecifrabile nel potenziale umano, sia quando eccelle che quando precipita nel buio, nell'orrore, nel male assoluto. 
I rimedi io non li conosco. So che abbiamo bancali di libri di storia nei quali sono narrati  fatti troppo  simili a quelli a cui stiamo assistendo.  Saperlo, regala poco spazio alla mia idea di "possibile". Tuttavia, la mia scelta, la sola possibile, è di comportarmi, come individuo, nel migliore dei modi col prossimo. Circondo di attenzioni le persone che ho vicino, perché anche questo è un antidoto alla barbarie umana che vediamo fra un video sui gattini e uno sulla nail art. 
Il nostro è un mondo cinico, a tratti spietato, ma non è soltanto questo. Ci sono persone come Beje che ci insegnano cose di continuo. 
Ho partecipato ad un numero indefinito di serate ed ogni volta, quando la voce di Beje esce dal tempo e quasi sussurra "Fate della vostra vita una storia luminosa e straordinaria" , ho il nodo alla gola, perché queste parole le ha dette una ragazza di vent'anni, la stessa che sapeva, intuiva il suo destino, ma non si è fatta scoraggiare. Anzi, ha insegnato ai suoi parenti la forza, il coraggio, la sopportazione dell'assenza con l'arma del sorriso. 
Stimo enormemente Milena,  Damiano, Beatrice, perché stanno esaudendo il desiderio di Beje, e cioè di essere più forti delle avversità della vita. 


La canzone di Beje è "Vivere", e qui di seguito, abbiamo un momento iniziale del Beje Tour (qui eravamo al Sirolo). 



Infine, intuisco fra le righe che le persone hanno bisogno di inquadrare le situazioni e la gente, e quindi si chiedono che ruolo io abbia in questa storia. 

Non sono una giornalista, non sono una scrittrice, non sono una social media manager (detesto la parola "Manager"), non sono una fotografa, non sono una video maker, non sono un'addetta a questo e neanche a quello, non sono dipendente di-da nessuno. 
Sono una che scrive. Questo blog esiste dal 2009 ed è nato su un tetto di Parigi, in piena epoca Bohème personale. Prima, scrivevo dei tragici diari a penna che conservo per ridere di me e per compiacermi circa un innegabile miglioramento nello stile e, grazie a dio o a chi per lui, nei contenuti. I social hanno quasi distrutto il blog, e di questo mi dispiaccio. 
 
Conosco Le Bollicine dai loro esordi, ma nel 2018 mi è successo un fatto parecchio allucinante, che oggi mi fa ridere, quella volta faceva sanguinare gli occhi. A quel punto potevo scegliere se odiare anche Vasco Rossi, giacché mi venivano le stimmate alle prime note di ogni sua canzone, o se volevo usare questa occasione per cambiare testa, visione, passi. Per assurdo che mi sembri ancora oggi, ho fatto una cosa che non faccio mai, e cioè mi sono data una serissima e faticosissima possibilità. Ho cambiato molte cose della mia vita, e dio se ho fatto bene! Sono una di quelle che può dirsi "Cambiata", anche se nei fatti rimaniamo sempre noi, ma sulle sfumature si può lavorare. 

Immagino non serva spiegare che, da lì in poi, mi sono avvicinata a Le Bollicine, perché per me sono una strada che porta a casa. Ho cominciato a conoscerli uno ad uno, e con loro, molta gente che li segue, e ripeto, a costo di sembrare noiosa... di questi tempi, costruire comunità tutto sommato virtuose, non è il peggio che possa capitare. 

A ciò aggiungo Beje, che ho visto soltanto due volte, ai concerti. Sono molto colpita dalla sua storia. E' verissimo che non siamo tutti uguali. Alcuni sono non più belli, non più ricchi, non più simpatici o più intelligenti, ma più...alti! Vedono le cose dall'alto, come le aquile, e io la gente così, la amo senza riserve. 

Ivan Graziani cantava triste: "e non c'è più nessuno che mi parli ancora un po' di lei". "Lei" non era Beje, perché noi continueremo a parlare di lei, come è giusto che sia. 


"Fate della vostra vita una storia luminosa e straordinaria"


Ci vediamo Venerdì, a Castelplanio, vicino a casa di Beje, di Milena e Damiano e di Beatrice! 

Luisa. 

giovedì 26 giugno 2025

"Note Spericolate". Mirco Cerioni ed il corpo bandistico di Castelferretti, interpretano Vasco Rossi.

 Due di Tre!

Voglio una vita spericolata, di quelle vite fatte così... 

Prova Prova...se se Prova... Simone Mondati
e le giovani fans della prima ora.

Lo spettacolo "Note Spericolate" è frutto di un progetto "spericolato", dedicato al grande Vasco Rossi, con tutta la sperimentazione che il caso ha richiesto! 

Come andrà? chi lo sa? 

Erano queste le domande che gli organizzatori si ponevano, pur credendoci sin dal principio, ed oggi, che siamo a due (spettacoli) su tre, possiamo dire che il gioco è valso la candela! 


Elisa Carnevalini, e 
piccola fan con abito rosso e tanta gioia.


L'idea l'ha avuta Manolo Rango, Direttore del Corpo Bandistico di Castelfidardo, il quale ha pensato bene di mescolare, da una parte la musica delle piazze per antonomasia, cioè quella della banda, delle feste di paese, dei numerosi partecipanti presenti per rispetto della tradizione e per il piacere autentico di esserci; e dall'altra, la musica degli stadi per antonomasia, rappresentata in modo indiscusso da Vasco Rossi, il quale riempie, come sappiamo, ovunque gli venga in mente di esibirsi, con numeri vertiginosi. 

Per la voce, Manolo ha pensato bene di rivolgersi a Mirco Cerioni, il quale, dal giugno del 2003, con Le Bollicine-Vasco Rossi Tribute Band, ha al seguito ben seicento concerti più un tot di esibizioni nel 2025! Senza contare le serate (ugualmente numerossime) coi Vizi e Virtù, anch'essa Tribute Band di grandissimo livello! Naturalmente, dire "Mirco Cerioni", è come dire "Simone Mondati"! Tecnico del suono per Le Bollicine, per "Note spericolate" e per chissà quanto altro! Non è sbagliato affermare che, Le Bollicine esistono perché l'idea l'ha avuta lui per primo quella volta, e noi glie ne siamo molto grati! 

 Non conosco tutte le cover band dedicate a Vasco Rossi e, premesso che rispetto e amo chiunque decida di trasformare la sua vita in musica, sono forse di parte, ma penso che Mirco e Le Bollicine siano inarrivabili per mestiere, passione e competenza. 600 concerti sono un gran numero di occasioni per mettersi alla prova, e le hanno superato brillantemente visto il successo, super meritato, di ogni singola esibizione. 


Mirco Cerioni che ...ci pensa :-) ed Elisa...

Mirco è del tutto incapace di dire di No a qualsiasi progetto su Vasco Rossi! Non è che non ce la faccia, è che proprio non gli passa per la testa, e si capisce. Quindi ha abbracciato da subito l'idea, chiedendosi anche lui come sarebbe andata, ma senza esitare un istante.

La prima esibizione si è svolta a Castelfidardo, il 19 giungo 2025, ed è andata benissimo, con pubblico molto attento e partecipe! La seconda esibizione, ieri sera, 25 giugno 2025, si è svolta a Falconara, ed è andata persino meglio. 

Resta una terza ed ultima data, lunedì 30 giugno, a Cupramontana, in piazza IV Novembre, e qui, fedeli alla linea dell'esperimento musicale...hanno pensato di mescolare le note dello Spericolato Vasco  Rossi, a quelle del più nostalgico e meditativo Lucio  Battisti, che piace praticamente a chiunque, per una serie di ovvie ragioni! 

"...Mi ritorni in mente bella come sei, forse ancor di più... un angelo caduto in volo, questo tu lo sei, in tutti i sogni miei... come ti vorrei, come ti vorrei..." L.B.

"...E nell'aria ancora il tuo profumo dolce, caldo e morbido, come questa sera, mentre tu, tu non ci sei più...E sarà triste lo so, ma la tristezza si può racchiudere dentro una canzone che canterò ogni volta che avrò voglia di parlarti, di vederti, di toccati, di sentirti ancora mia... e stato splendido però, amarti. "  V.R.

Ho scelto due brani a caso, a istinto. Sono due modi di raccontare la fine di una storia, una romantica, una più universale, visto che Vasco racconta della morte del padre, di cui sente ancora il profumo nell'aria e, in generale, della perdita definitiva di chi non è più fra noi. 

Pensare a quante orecchie hanno ascoltato questi brani nel corso degli anni, a quante bocche le hanno cantate, e quanti occhi si sono accesi grazie a queste note, mi ricorda che la musica è quanto di più simile alla magia; ha questo potere immenso di portarci tutti sulla stessa dimensione, almeno per il tempo dell'ascolto. 

Io non so e non voglio pensarmi senza musica, e per questo mi piace molto frequentare chi pratica e vive ogni giorno questa dimensione meravigliosa dello stare al mondo, la musica. Con la stessa logica, se e come posso, diffondo il verbo, così che anche altri possano andare a vivere la loro ora di magia! Non costa nulla, non è incredibile? 

Abbiamo una terza occasione e, per ora è anche l'ultima, di partecipare al ritmo di queste note spericolate, e succederà lunedì prossimo, 30 giugno 2025, ore 21:30, a Cupramontana!!! 




L'angolo del Link... ovvero, dove puoi andarli a trovare! 

LE BOLLICINE... 

1_http://www.lebollicine.it/  qui trovi le date aggiornate della Band. 

2_https://www.facebook.com/mircocerioni Pagina Facebook di Mirco, dove aggiorna le varie date e dove trovate le foto e i video dei fans, il giorno dopo! 

3_https://www.instagram.com/mircocerioni/ come sopra... 


CORPO BANDISTICO 

1_https://www.facebook.com/corpobandisticocastelferrretti Pagina Facebook per il Corpo Bandistico...

2_https://www.facebook.com/manolo.rango Pagina Facebook di Manolo, Direttore. 

3_https://www.falconarainlinea.it/banda.htm  Qualche info sulla Banda e la sua storia! 





 


venerdì 13 giugno 2025

Conosci Marsiglia?

 

Conosci Marsiglia?

Ci sei mai stato? 
Se si, sei riuscito a tornare, o un pezzo di te si è legato al colore locale e adesso non sai smettere di tornarci con la mente?
Conosco Marsiglia, da sempre, come "La città più pericolosa d'Europa" oltre che come la città di Montecristo, il conte! Dunque sangue e vendetta! Mi aspettavo scene truci, paura ad ogni istante - sono il tipo di "femmina" che si muove da sola, il che comporta, con simili premesse, un attimo di ansia. Ho trovato invece, una città solare, accogliente, coloratissima, da percorrere in ciabatte, a piedi, e senza dubbio, per quanto mi riguarda, lasciando l'ansia a casa, e con essa, al solito, il luogo comune, spesso distante dalla realtà, o forse no. 

Diciamo che a me è andata molto bene.
Oggi, lo sappiamo, non è pensabile viaggiare senza poi andarlo a raccontare sui soliti social.

Perché lo facciamo? Me lo chiedo sempre più spesso. Non trovando risposte sensate, parto con le comparazioni. I social sono come la vita? Se si, in che misura la raccontano e/o la deformano?

La foto che vedete, è difficilmente ascrivibile alla magnifica Marsiglia. 
A occhio, sappiamo solo che è un Murales, ed è incantevole.

Ho postato questa foto nel mio profilo personale Facebook (quelli come me, i "giovani", li chiamano "boomer" ... ancora con questo Facebook...). In cambio ho avuto ben... 5 pollicini :-) Non che sia un problema, ma è possibile che non si rimanga colpiti dalla bellezza di questo incantevole murales in zona Le Panier? Possibile che questa visione lasci indifferenti? 

Pare sia più che possibile.
Perché, mi chiedo, su quel dannato social, la gente interagisce solo se metto la fotina con la mia facciona? Non si capisce.

Stesso social, stessa foto, pagina dedicata a Marsiglia. Esito: 90 interazioni e svariati commenti.


Ecco dove m'è partita la comparazione con la vita e, dio non voglia, col lavoro! sono impazzita?!
No.
Io mi sento esattamente come questa foto.

Sono sempre io, ovunque mi presenti, ma gli altri mi "reagiscono" in modo a volte quasi antitetico, eppure sono sempre io! Cambia solo l'occhio di chi mi osserva, cambia il punto del marciapiede lungo il quale ci incrociamo, cambia il tasso di interesse col quale gli altri si accorgono che sulla terra ci siamo anche noi.

E noi, in tutto ciò?
Dobbiamo forse sbatterci come uova in terrina nella patetica speranza di essere "Visti"? No, non credo.
Noi, come questo bellissimo murales, siamo tenuti ad essere "bellissimi", perfettamente sincronizzati da un punto di vista cromatico. Puri al punto da attirare l'attenzione del più pigro dei passanti, ma è fondamentale che accada senza doversi far venire l'ernia da sforzo, altrimenti vale meno, anzi non vale affatto.

Questo murales mi ha presa dagli occhi, passando lungo le vie del convenzionale cuore, e mi sono detta che avrei dato qualsiasi cosa per saper realizzare un'opera così incantevole, così viva, luminosa, banalmente bella, anzi, bellissima. Quelle cose che, cammini, ti fermi e contempli.



Marsiglia nel cuore, insomma.

(Come sarà andata su LinkedIn? :-))) 
Luisa Lù